È stata rimandata al 1° gennaio 2025 la scadenza per dotarsi del “codice identificativo nazionale” per gli affitti brevi

Persone in fila per entrare alla Galleria degli Uffizi, a Firenze
Persone in fila per entrare alla Galleria degli Uffizi, a Firenze (AP Photo/Domenico Stinellis)

Martedì il ministero del Turismo ha annunciato uno spostamento della data entro cui chi mette un immobile in affitto per periodi brevi deve munirsi del CIN, il “codice identificativo nazionale”: è un sistema introdotto quest’anno in tutta Italia, dopo le sperimentazioni in alcune regioni, per controllare e limitare il fenomeno degli affitti brevi, una tra le cause del cosiddetto overtourism e della crisi abitativa in molte città turistiche. La scadenza per dotarsi del CIN era inizialmente prevista per lo scorso settembre, ed è stata rimandata al 1° gennaio del 2025.

Il CIN si richiede tramite l’iscrizione alla Banca dati nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve e per finalità turistica (BDSR), gestita dal ministero del Turismo. Sostituirà i sistemi di riconoscimento regionali e permetterà di censire e tracciare su scala nazionale le locazioni turistiche di durata inferiore a 30 giorni: nella pratica è un codice di cui si deve dotare chi mette in affitto un immobile per periodi brevi, che dovrà essere indicato in ogni annuncio e che, tramite un bollino, dovrà essere visibile anche fuori dall’edificio in cui si trova l’immobile. Chi non lo farà potrà ricevere multe che vanno dalle centinaia alle migliaia di euro.

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