Il sindaco e il vicesindaco di Poggiomarino, in provincia di Napoli, sono stati arrestati con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso

I carabinieri a Poggiomarino, comune della città metropolitana di Napoli (ANSA)
I carabinieri a Poggiomarino, comune della città metropolitana di Napoli (ANSA)

Lunedì mattina Maurizio Falanga e Luigi Belcuore, rispettivamente sindaco e vicesindaco di Poggiomarino, un comune nella città metropolitana di Napoli, sono stati arrestati con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Oltre a Falanga e Belcuore, è stato arrestato anche un imprenditore di 46 anni che secondo gli investigatori avrebbe fatto da intermediario tra i politici locali e la camorra. Tutti e tre si trovano agli arresti domiciliari.

Secondo l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, le elezioni del 20 e 21 settembre 2020, che portarono all’elezione di Falanga, sarebbero state condizionate dalla camorra. Falanga era stato eletto in una coalizione di centrodestra con tre liste civiche e il sostegno di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Unione di Centro.

Secondo quanto riporta LaPresse, che ha visionato l’ordinanza che ha portato agli arresti, alle indagini avrebbe collaborato Rosario Giugliano, ex esponente della camorra e collaboratore di giustizia. Giugliano avrebbe raccontato di aver incontrato l’imprenditore prima dell’elezione del 2020 e di aver deciso insieme di sostenere la candidatura di Falanga. Giugliano avrebbe anche detto di aver convinto altri due potenziali candidati a rinunciare alla propria candidatura: uno dei due sarebbe Belcuore, che avrebbe in cambio ottenuto la nomina di vicesindaco. L’imprenditore avrebbe fatto da garante sugli accordi presi e avrebbe promesso, attraverso i suoi contatti con la giunta comunale, l’affidamento di una quota degli appalti pubblici alla camorra.