Luca Guadagnino è impegnatissimo
Il regista palermitano ha da poco presentato “Queer”, ma ha molti progetti in ballo, tra cui un thriller con Julia Roberts e un nuovo adattamento di “American Psycho”
Durante un’intervista di inizio settembre con il New York Times, il regista palermitano Luca Guadagnino aveva parlato della sua tendenza a gestire contemporaneamente molteplici impegni, come le proiezioni internazionali di Queer (il suo ultimo film, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, che uscirà in Italia il 13 febbraio), le fasi finali delle riprese di After the Hunt (un thriller di prossima uscita con Julia Roberts e Andrew Garfield) e la direzione artistica di Homo Faber, una mostra dedicata all’artigianato che si è svolta a Venezia tra il 1° e il 30 settembre.
«Sono multitasking», aveva detto Guadagnino. «Mentre facciamo questa intervista, il mio cervello sta già lavorando su qualcosa che dovrò fare o che mi piacerebbe fare». È passato circa un mese da quella intervista e in effetti nel frattempo Guadagnino, che è uno dei registi italiani più attivi e conosciuti a livello internazionale, ha già annunciato una nutrita serie di altri progetti anche parecchio ambiziosi a cui starebbe lavorando.
Guadagnino è ampiamente noto per essere uno che si occupa spesso di più cose contemporaneamente: film, documentari, videoclip, spot pubblicitari e talvolta anche progetti che non hanno nulla a che fare con la regia, come mostre d’arte e progetti di design. La scorsa settimana per esempio è uscito lo spot diretto da lui per la campagna pubblicitaria di Chanel N. 5 con Margot Robbie e Jacob Elordi.
Alcuni giorni fa, poi, durante una puntata del podcast Toolkit, ha fatto sapere di star lavorando al suo secondo documentario su Bernardo Bertolucci (uno dei suoi registi preferiti, a cui aveva già dedicato il film del 2013 Bertolucci on Bertolucci, presentato nel 2012 ma mai distribuito). Ha detto che potrebbe intitolarsi Joie de Vivre o Bertolucci e io, e che tra le altre cose gli piacerebbe che contenesse una chiacchierata con Martin Scorsese.
Nella stessa intervista, Guadagnino ha anticipato anche che adatterà uno dei suoi libri preferiti: i Buddenbrook, romanzo del 1901 scritto da Thomas Mann che racconta la crisi finanziaria di una ricca famiglia tedesca dell’Ottocento. Ha detto che sta scrivendo la sceneggiatura insieme a Francesca Manieri, con cui aveva già collaborato per la serie di HBO del 2020 We Are Who We Are.
Qualche giorno dopo, Deadline, una delle più importanti riviste di cinema statunitensi, ha annunciato che Guadagnino dirigerà il nuovo adattamento di American Psycho, romanzo di culto di Bret Easton Ellis da cui nel Duemila fu tratto il famoso film con protagonista Christian Bale. Sarà prodotto dalla statunitense Lionsgate e sarà scritto da Scott Z. Burns, sceneggiatore conosciuto soprattutto per la sua lunga collaborazione con il regista statunitense Steven Soderbergh.
Guadagnino avrebbe anche cominciato a mettere insieme il cast di Camere separate, un adattamento del romanzo più famoso di Pier Vittorio Tondelli, lo scrittore italiano simbolo della cosiddetta “generazione del Settantasette”. La notizia era stata anticipata a marzo da Variety, che aveva fatto sapere che il protagonista del film potrebbe essere l’inglese Josh O’Connor, con cui Guadagnino ha già collaborato in Challengers, uscito in Italia quest’anno. Dal 2020 al 2023 aveva lavorato anche a un remake di Scarface basato su una sceneggiatura scritta dai fratelli Joel e Ethan Coen, abbandonandone la regia durante le riprese per motivi mai chiariti.
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Guadagnino ha 53 anni e fa il regista dal 1999, quando esordì al cinema con il thriller The Protagonists. In Italia ottenne un certo successo nel 2005 grazie a Melissa P., film tratto dall’omonimo romanzo di Melissa Panarello che ai tempi creò scalpore per il carattere disinibito e libertino della sua protagonista. Già dopo Melissa P., Guadagnino cominciò a dedicarsi a film più ambiziosi con produzioni internazionali: nel 2015 diresse A Bigger Splash, film che racconta la storia di una cantante rock in vacanza col suo compagno sull’isola di Pantelleria, che viene inaspettatamente raggiunta sull’isola da un suo ex fidanzato produttore discografico e da sua figlia.
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Diventò però davvero noto al grande pubblico tre anni dopo, con il successo di Chiamami col tuo nome, che nel 2018 vinse l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Nel corso della sua carriera, Guadagnino si è distinto per la grande sensibilità estetica, il talento nelle inquadrature, un simbolismo molto originale, la predilezione per ambientazioni esclusive e lussureggianti e la capacità di esaltare le doti recitative delle attrici e degli attori con cui collabora maggiormente, tra cui gli esempi più citati sono Tilda Swinton, Timothée Chalamet e Zendaya.
Nell’ultima settimana, per via dei molti annunci, la sua abitudine di accumulare lavori diversi è stata molto commentata, ma non è una novità per riviste di settore, addetti ai lavori e appassionati di cinema. In un’intervista del 2022, parlando dei molti viaggi internazionali per promuovere il suo film Bones and All, disse che gli piaceva pensare di «avere una specie di freccia che va da sinistra a destra, ma anche dall’alto verso il basso, quindi lavoro in ogni direzione». Nel 2020, intervistato da Rolling Stone, si definì un workaholic, cioè una persona ossessionata dal lavoro. «Nella vita non ho mai provato nessuna droga, sono troppo preoccupato per la mia salute. Ma è come se, alla nascita, fossi cascato dentro una montagna di cocaina alla Scarface, perché lavoro tredici ore al giorno senza sosta».
Guadagnino è anche notoriamente un vorace lettore, e buona parte dei film che ha diretto finora (come Chiamami col tuo nome, Bones and All e Queer) è tratta da romanzi che lo hanno ispirato. Inoltre rielabora spesso in una chiave personale alcuni classici del cinema: oltre al lavoro interrotto su Scarface e all’annunciato American Psycho, nel 2018 diresse Suspiria, apprezzato remake del film di Dario Argento del 1997. In un’intervista data a The Hindu due anni fa, disse che apprezzava i remake perché «il cinema si è rifatto da solo durante tutta la sua esistenza. Non è questione di essere pigri o di non avere idee originali. Si tratta di vedere cos’hanno da dire, certe storie, sul nostro presente».
Guadagnino è anche molto attivo al di fuori del cinema: gira videoclip musicali, corti e spot pubblicitari, e nel 2017 ha fondato un suo studio di design. Recentemente ha per esempio ridisegnato gli interni del Palazzo Talìa, un hotel a cinque stelle di Roma.