Cuba è senza corrente elettrica
Dopo che si è fermata una delle più grandi centrali elettriche nel paese, portando al collasso l'intera rete elettrica nazionale
A Cuba circa 10 milioni di persone sono senza corrente dalle 11 di venerdì mattina (ora locale, le cinque di pomeriggio in Italia), quando una delle due più grandi centrali elettriche del paese si è fermata e ha portato al collasso l’intera rete energetica nazionale. In serata la luce è stata ripristinata in alcune zone sparse della capitale l’Avana, inclusi gli ospedali principali, ma la maggior parte del paese è ancora senza corrente. La Unión Eléctrica, la compagnia statale dell’elettricità, ha detto che durante la notte avrebbe lavorato per far tornare in attività almeno cinque delle centrali elettriche, in modo da ripristinare il servizio in zone più ampie dell’isola.
Le interruzioni della corrente non sono rare nel paese caraibico, a causa delle infrastrutture vecchie e della carenza di petrolio, che è la principale fonte per la produzione di energia. Spesso all’Havana manca la corrente per 4 o 5 ore al giorno, mentre nel resto del paese i blackout possono andare avanti anche per più tempo.
Nelle ultime settimane però erano diventati più frequenti: il governo aveva indicato come problema, tra gli altri, anche il passaggio dell’uragano Milton dal Golfo del Messico, che aveva reso più complicato il trasporto del carburante dalle petroliere alla terraferma. Per questo motivo, e per alcuni problemi ai lavori di manutenzione della centrale elettrica Antonio Guiteras, quella che si è fermata venerdì, il governo aveva detto che avrebbe imposto delle misure emergenziali per ridurre il consumo di energia.
Venerdì mattina aveva quindi ordinato la chiusura fino a domenica di tutte scuole, comprese le università, e delle attività non essenziali, incluse quelle commerciali. Sono stati chiamati sul posto di lavoro solo i dipendenti pubblici dei servizi di base, come per esempio gli operatori sanitari. Tra i motivi che causano i frequenti black-out, infatti, c’è anche l’aumento della domanda di elettricità da parte del settore privato.
Il presidente Miguel Diaz-Canel ha attribuito il problema della carenza di carburante alla «guerra economica» e alla «persecuzione finanziaria degli Stati Uniti», che dal 1960 hanno imposto un embargo che è in vigore ancora oggi: significa che hanno sospeso tutte le relazioni economiche e commerciali con l’isola di Cuba. Nell’ultimo periodo, poi, si erano anche ridotte le importazioni di petrolio dal Venezuela, il principale paese da cui Cuba si rifornisce, dal Messico e dalla Russia.
Secondo il primo ministro Manuel Marrero Cruz il problema dovrebbe essere risolto nei prossimi giorni, quando dovrebbero arrivare nuove navi rifornite di carburante.