Un’indagine indipendente ha chiesto che il Secret Service venga riformato
Ha confermato gli errori commessi dall'agenzia durante l'attentato a Donald Trump dello scorso luglio, e ha detto che potrebbe risuccedere se non ci saranno cambiamenti
Giovedì negli Stati Uniti sono state pubblicate le conclusioni dell’indagine indipendente sul Secret Service (l’agenzia governativa che si occupa della sicurezza del presidente, del vice e degli ex presidenti) chiesta dal presidente Joe Biden dopo l’attentato a Donald Trump dello scorso 13 luglio a Butler, in Pennsylvania. Il rapporto ricostruisce i molti errori commessi quel giorno e dice che, se non ci sarà una riforma del Secret Service, «un’altra Butler potrà accadere e accadrà di nuovo».
Il documento di 52 pagine spiega che il Secret Service non era riuscito a mettere in sicurezza il complesso di edifici attorno al palco, all’aperto, dove avrebbe parlato Trump. L’attentatore Thomas Matthew Crook – ucciso dagli agenti del Secret Service subito dopo aver sparato – era infatti riuscito ad appostarsi con un fucile semiautomatico AR-15 sul tetto di un prefabbricato a soli 150 metri dal palco. Diverse persone lo avevano visto e avevano provato ad avvisare gli agenti, senza essere ascoltati.
Secondo il rapporto, il Secret Service si era coordinato male con le forze dell’ordine locali, dando per scontato che avessero «coperto l’area». Inoltre ci sono stati problemi di comunicazione: gli agenti avevano dovuto cambiare frequenza radio per non interferire con i colleghi che erano in servizio a un evento della first lady Jill Biden a Pittsburgh, a una sessantina di chilometri da lì. Gli agenti a Butler si erano coordinati in modo confusionario, parlando tra di loro via radio, email, telefonate e messaggi. Un agente incaricato di manovrare un drone aveva utilizzato quella tecnologia solo due volte in precedenza.
Oltre alle molte cose che non hanno funzionato quel giorno, secondo l’indagine il Secret Service si porta dietro problemi che arrivano da lontano. In particolare, l’agenzia si sarebbe abituata a operare con risorse e personale ridotti, in un contesto in cui però i suoi compiti sono aumentati, così come le possibili minacce a cui devono rispondere.
I quattro autori dell’indagine – Mark Filip, David Mitchell, Janet Napolitano e Frances Fragos Townsend, esperti o ex funzionari che hanno lavorato per governi sia Democratici sia Repubblicani – raccomandano maggiore addestramento e una riforma profonda dell’agenzia. Secondo loro, il direttore o la direttrice dovrebbe essere una figura esterna al Secret Service. Infine l’agenzia dovrebbe rinunciare agli altri compiti investigativi che le competono – tra le altre cose, su crimini fiscali – per concentrarsi sulla sua missione primaria, ossia quella di proteggere presidenti e vice.
La settimana scorsa il comitato elettorale di Trump aveva chiesto al governo di consentirgli di spostarsi con veicoli e aerei militari nell’ultima fase della campagna per le elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre, e in generale di sottoporlo a ulteriori misure di sicurezza. Il 5 ottobre Trump era poi tornato a Butler per fare un comizio, questa volta insieme al noto imprenditore Elon Musk.
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