Donald Trump ha definito il 6 gennaio 2021 un «giorno d’amore»

Continuando così a raccontare in modo fuorviante il giorno in cui i suoi sostenitori assaltarono il Congresso per cercare di impedire la certificazione della sua sconfitta alle elezioni presidenziali

(Joe Raedle/Getty Images)
(Joe Raedle/Getty Images)

Mercoledì il candidato Repubblicano ed ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha descritto il 6 gennaio 2021, ossia il giorno in cui un gruppo di suoi sostenitori assaltò il Congresso degli Stati Uniti a Washington, come un «giorno d’amore» («a day of love», in inglese). Trump stava partecipando a un town hall della rete televisiva statunitense in lingua spagnola Univision (i town hall sono eventi di confronto che i candidati alla presidenza fanno con gli elettori, con la mediazione di un giornalista della rete che li organizza).

Durante l’evento Ramiro González, un operaio che era tra il pubblico, ha chiesto a Trump di dargli dei motivi per continuare a sostenerlo dopo che molte persone che avevano fatto parte della sua amministrazione, incluso il suo ex vicepresidente Mike Pence, hanno apertamente smesso di farlo, in particolare dopo i fatti del 6 gennaio.

In risposta, Trump ha fatto un discorso piuttosto confuso in cui ha detto che quello era stato un «giorno d’amore» nel quale centinaia di migliaia di persone erano andate a Washington perché pensavano che le elezioni presidenziali del 2020, che Trump perse contro l’attuale presidente Joe Biden, «fossero truccate».

A un certo punto ha iniziato a dire che i disordini erano stati causati solo da una piccola parte della folla, ma poi ha cambiato argomento per sottolineare come lui avesse ripetuto più volte ai suoi sostenitori di agire in modo «pacifico e patriottico». Si è poi contraddetto più volte, dicendo per esempio che una persona era morta e subito dopo che nessuno era morto. In realtà, almeno sette persone sono morte per ragioni legate all’attacco.

Nell’agosto del 2023 Trump è stato incriminato per i fatti che portarono all’assalto al Congresso e per aver cercato di sovvertire il risultato delle elezioni.

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Mercoledì è stato anche il giorno in cui per la prima volta J.D. Vance, il candidato Repubblicano alla vicepresidenza, ha detto esplicitamente di credere che Trump non abbia perso le elezioni del 2020.

Dopo aver parlato a un comizio in Pennsylvania, Vance è stato incalzato da diversi giornalisti sul perché recentemente abbia più volte evitato di rispondere a domande che riguardavano il risultato delle elezioni del 2020. Quando un giornalista gli ha chiesto: «Che messaggio pensa di mandare agli elettori indipendenti quando non risponde direttamente alla domanda: Donald Trump ha perso nel 2020?», Vance ha risposto: «Prima di tutto, sulle elezioni del 2020, ho risposto direttamente a questa domanda un milione di volte: No. Penso che ci siano stati seri problemi nel 2020. Quindi, Donald Trump ha perso le elezioni? Io non direi così».