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  • Giovedì 17 ottobre 2024

Chi era Yahya Sinwar

Il leader di Hamas nella Striscia di Gaza è ritenuto l'ideatore dell'attacco del 7 ottobre 2023, ed era il più importante obiettivo di quest'anno di guerra: è stato ucciso da Israele

Un manifesto con il volto di Yahya Sinwar nel campo profughi palestinese di Bourj el Barajneh in Libano (Chris McGrath/Getty Images)
Un manifesto con il volto di Yahya Sinwar nel campo profughi palestinese di Bourj el Barajneh in Libano (Chris McGrath/Getty Images)

Giovedì l’esercito israeliano ha confermato di aver ucciso Yahya Sinwar, il più importante leader di Hamas e l’obiettivo principale della guerra portata avanti da Israele nella Striscia di Gaza dall’ottobre del 2023. Secondo le prime ricostruzioni, Sinwar è stato ucciso durante uno scontro tra alcuni miliziani di Hamas e i soldati israeliani nel sud della Striscia di Gaza, e Israele ha confermato la sua morte con un test del DNA.

Yahya Sinwar aveva 62 anni ed è ritenuto il principale ideatore e organizzatore dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023. La sua posizione all’interno di Hamas, già molto elevata, è cresciuta in quest’anno di guerra man mano che i principali dirigenti di Hamas venivano eliminati uno a uno da Israele. Al momento della sua uccisione Sinwar era il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, il leader politico del gruppo, il suo più importante negoziatore e la più prominente figura militare.

La sua uccisione è uno dei principali successi di Israele dall’inizio della guerra, sia per il valore simbolico della morte del più importante leader di Hamas nella Striscia, sia perché la figura di Sinwar sarà molto difficile da sostituire per il gruppo, dato che gran parte della dirigenza di Hamas è stata uccisa da Israele.

Yahya Sinwar nel 2011

Yahya Sinwar nel 2011 (AP Photo/Hatem Moussa, File)

Della vita privata di Sinwar si sa pochissimo. È nato in un campo profughi a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. A partire dalla metà degli anni Ottanta si unì ad Hamas, che allora era un movimento politico in espansione, e contribuì alla creazione di al Majd, il primo apparato di sicurezza del gruppo, che faceva sia da contingente militare sia da polizia interna. Sinwar si occupava in particolare di trovare e punire (nella maggior parte dei casi uccidere) le persone palestinesi sospettate di lavorare come informatori per Israele.

Nel 1988 fu arrestato dall’esercito israeliano per aver ucciso due soldati e fu condannato a numerosi ergastoli. Il Wall Street Journal ha parlato con i funzionari israeliani che si occuparono di interrogare Sinwar dopo il suo arresto, secondo cui al tempo confessò di aver ucciso personalmente 12 presunti informatori palestinesi. Secondo i funzionari israeliani, nessuna delle persone uccise era un informatore, ma non è possibile verificare indipendentemente questa informazione.

Sinwar trascorse 23 anni in prigione, dove imparò l’ebraico e, come disse lui stesso in seguito, cercò di studiare il modo in cui pensa e agisce il «nemico», cioè Israele. Mentre era in carcere scrisse anche un romanzo: si intitola Al-Shawk wa’l Qurunful, che si può tradurre come “La spina e il garofano”. Il manoscritto del libro fu trafugato dai compagni di cella di Sinwar e pubblicato all’estero: è tuttora disponibile anche in traduzione inglese, in alcune librerie online. Il libro racconta la storia di Ahmad, un giovane nazionalista palestinese che si unisce a un gruppo islamista, che sogna di «buttare gli ebrei in mare» e si dà alla lotta violenta: Ahmad è un evidente alter ego di Sinwar stesso.

Yahya Sinwar nel 2021

Yahya Sinwar nel 2021 (AP Photo/John Minchillo)

Sinwar fu liberato nel 2011 in uno scambio di prigionieri. Qualche anno prima, nel 2006, dei miliziani di Hamas sorpresero un contingente di soldati israeliani al confine della Striscia di Gaza e catturarono uno di loro, il diciannovenne Gilad Shalit: tra gli organizzatori dell’attacco c’era anche il fratello di Sinwar.

I negoziati per la liberazione di Shalit durarono anni e Sinwar stesso vi partecipò dalla prigione. Alla fine Israele accettò di liberare 1.027 prigionieri palestinesi in cambio del solo Shalit. Tra i prigionieri liberati c’era anche Sinwar. Una settimana dopo il suo rilascio, Sinwar diede un’intervista in cui disse che Hamas avrebbe dovuto catturare altri soldati israeliani per garantire la liberazione di più palestinesi.

Nel 2011, quando Sinwar fu rilasciato, Hamas governava già la Striscia di Gaza, dopo aver vinto qualche anno prima la guerra civile contro la fazione palestinese moderata Fatah. Sinwar divenne rapidamente uno dei principali leader del gruppo. Tornò a occuparsi della repressione interna, e nel 2016 fu coinvolto nell’omicidio di Mahmoud Ishtiwi, uno dei capi militari di Hamas che era stato condannato per «crimini morali». Non si è mai saputo perché Ishtiwi sia stato ucciso: secondo alcuni collaborava con Israele o con i paesi arabi vicini, ma una versione che è molto circolata è che i leader di Hamas avessero scoperto che aveva una relazione omosessuale.

Nel 2017 Sinwar fu nominato capo politico di Hamas all’interno della Striscia di Gaza, uno dei ruoli più importanti dell’organizzazione. Tra i leader di Hamas, Sinwar è sempre stato uno dei più estremisti e implacabili: era convinto che non fosse possibile trattare con Israele e che l’unica soluzione alla questione palestinese dovesse passare per la guerra e per la violenza.

Sinwar è ritenuto il responsabile dell’attacco del 7 ottobre contro Israele, che secondo varie ricostruzioni fatte dai media in questi mesi fu un’operazione ideata e preparata da un ristrettissimo gruppo di dirigenti di Hamas, proprio per mantenere il segreto: pare che nemmeno Ismail Haniyeh, il capo politico del gruppo, sapesse dell’attacco (Haniyeh viveva in Qatar, ed è stato ucciso da Israele a luglio).

Nel corso di quest’anno di guerra Sinwar ha accumulato vari incarichi, man mano che gli altri comandanti del gruppo venivano uccisi. Al momento della sua morte era di gran lunga la figura più importante dentro a Hamas.