La Nigeria ha accusato la Libia di aver bloccato i suoi calciatori in aeroporto
Per rallentarli e stancarli prima della partita tra le due Nazionali in programma martedì a Bengasi, a cui i nigeriani hanno deciso quindi di non partecipare
La Nazionale maschile di calcio della Nigeria ha comunicato che non parteciperà alla partita delle qualificazioni per la Coppa d’Africa 2025 di martedì sera, in programma in Libia. Il motivo di questa sorta di boicottaggio è che i calciatori nigeriani hanno denunciato di essere stati trattenuti deliberatamente dalle autorità libiche per una notte in aeroporto, senza cibo e acqua. Secondo quanto raccontato in particolare dal capitano William Troost-Ekong (difensore che giocò nell’Udinese e nella Salernitana), domenica la squadra sarebbe dovuta atterrare all’aeroporto di Bengasi, in Libia, dov’è prevista la partita, ma all’ultimo momento l’aereo è stato dirottato al piccolo aeroporto di Al Abraq, a circa 220 chilometri di distanza, «senza motivo».
A questo punto per oltre dodici ore i giocatori sono stati bloccati al gate dell’aeroporto senza connessione telefonica, cibo e acqua, apparentemente per via del traffico aereo e della mancanza di carburante in quell’aeroporto. Secondo Troost-Ekong sarebbe stato un sabotaggio deciso dalla Libia e dalla sua federazione calcistica, che avrebbero cercato di ritardare e destabilizzare gli avversari prima della partita, tanto che il pilota dell’aereo avrebbe spiegato ai calciatori che il carburante in aeroporto c’era, ma non aveva ricevuto il permesso di utilizzarlo. Alla Nazionale nigeriana non sarebbe stato permesso né di prendere un altro aereo né di cercare un autobus per raggiungere Bengasi via terra.
La federazione calcistica libica ha pubblicato una nota per scusarsi del disagio, respingendo le accuse e parlando di incidenti che possono accadere «a causa di normali protocolli di traffico aereo, controlli di sicurezza o problemi logistici che condizionano i viaggi internazionali». Alla fine del comunicato, inoltre, si legge: «È importante sottolineare che proprio la scorsa settimana la nostra Nazionale ha affrontato diversi problemi all’arrivo in Nigeria per la terza partita delle qualificazioni per la Coppa d’Africa».
Venerdì scorso infatti si è giocata in Nigeria un’altra partita tra le due squadre, che sono nello stesso girone (assieme a Benin e Ruanda): a Uyo, nel sud della Nigeria, la squadra di casa ha vinto 1-0 con il gol del centrocampista della Lazio Fisayo Dele-Bashiru. Il capitano della Libia Faisal Al-Badri ha raccontato che anche la sua Nazionale ha subìto parecchi disagi nella trasferta: il loro volo è stato spostato da una città all’altra e lui e i compagni hanno dovuto fare tre ore di autobus per arrivare a Uyo, dopo che peraltro tutte le loro valigie erano state attentamente e lungamente controllate.
Lunedì alcuni calciatori della Nigeria hanno condiviso sui social network diversi video e foto fatti all’aeroporto di Al Abraq dove sono stati trattenuti: in quello pubblicato da Troost-Ekong dopo il ritorno in Nigeria si vedono i calciatori cantare e ballare nel tentativo di «restare uniti, positivi e tenerci su di morale». Troost-Ekong ha spiegato anche che la squadra ha deciso di rientrare in Nigeria e non giocare la partita, chiedendo alla federazione calcistica africana (la CAF, l’equivalente dell’europea UEFA) di prendere provvedimenti. «La CAF dovrebbe indagare su cosa sta succedendo», aveva scritto quando la Nazionale nigeriana era ancora in Libia. «Non accettiamo di viaggiare via terra, nemmeno se scortati, perché non è sicuro. Possiamo solo immaginare che hotel e cibo ci verrebbero proposti se rimanessimo qui». I calciatori sono infine rientrati in Nigeria, dopo che è intervenuto anche il governo nigeriano.
Per il momento la CAF non si è pronunciata sul caso. È probabile che, almeno inizialmente, verrà data la vittoria “a tavolino” (cioè non sul campo) alla Libia per 3-0, come succede quando una squadra non si presenta alla partita, e la Nigeria potrebbe poi fare ricorso, ma bisognerà chiarire se effettivamente la deviazione ad Al Abraq fosse deliberata, e dimostrare che anche la federazione nigeriana non ha riservato lo stesso trattamento ai libici nell’altra partita.