I problemi al confine tra Polonia e Bielorussia vanno avanti da tempo
C'è una barriera di 187 chilometri e i respingimenti sono molto comuni: ora il primo ministro polacco Donald Tusk vuole anche sospendere le richieste di asilo
La scorsa settimana il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto che il governo sospenderà temporaneamente la possibilità di chiedere asilo politico in Polonia per le persone migranti che arrivano dalla Bielorussia. È una misura contraria alle leggi dell’Unione Europea (e in generale al diritto internazionale) sui diritti dei richiedenti asilo, ma che Tusk ha giustificato parlando di come Russia e Bielorussia vogliano destabilizzare l’Unione Europea sfruttando le persone migranti che vogliono raggiungerla.
Per ora la sospensione è stata solo annunciata e non è entrata in vigore. È l’ultima di una lunga serie di provvedimenti presi dalla Polonia a partire dal 2021 per impedire l’ingresso nel paese a persone migranti provenienti soprattutto dal Medio Oriente. Nonostante in molti ambiti il governo di centrodestra ed europeista di Tusk abbia preso decisioni opposte a quelle del precedente governo autoritario del partito di estrema destra Diritto e Giustizia, che ha governato la Polonia dal 2015 al 2023, il modo in cui sta gestendo la situazione al confine con la Bielorussia è rimasto più o meno lo stesso.
Il flusso di migranti dalla Bielorussia si è intensificato a partire da novembre del 2021, quando la Bielorussia spinse migliaia di persone migranti provenienti dal Medio Oriente al confine con la Polonia (e quindi con l’Unione Europea) come ritorsione per le sanzioni imposte dall’Unione per aver truccato i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 a favore del presidente Alexander Lukashenko, stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin.
Da allora questo flusso non si è mai interrotto, e negli ultimi anni varie inchieste giornalistiche hanno raccontato come la Bielorussia e la Russia incoraggino l’entrata nei loro paesi di persone provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa interessate a raggiungere l’Unione Europea.
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Quando era al governo Diritto e Giustizia aveva aumentato notevolmente i controlli sul confine fra Bielorussia e Polonia, facendo costruire una barriera lunga 187 chilometri per impedire ai migranti di entrare e respingendo in massa le persone che riuscivano ad attraversarlo. Quando fu eletto alla fine del 2023, Tusk disse che era possibile mantenere “sicuro” il confine fra Bielorussia e Polonia e allo stesso tempo trattare le persone richiedenti asilo in modo più umano. Questo non significava che il governo avrebbe cambiato completamente approccio, ma diversi osservatori e organizzazioni per i diritti umani si aspettavano che la situazione sarebbe migliorata.
Nei primi mesi di mandato Tusk sostenne la creazione di unità di “ricerca e soccorso” che avrebbero dovuto aiutare i migranti che si trovavano in difficoltà e accompagnarli nelle strutture dove avrebbero potuto fare domanda di asilo. Secondo il sito Balkan Insight queste unità sono effettivamente operative e aiutano qualcuno a fare domanda: accade però raramente, soprattutto quando la persona in questione ha gravi problemi di salute, mentre rimangono molto comuni i respingimenti di massa.
Di recente il governo di Tusk è stato criticato per non essere riuscito a ridurre i respingimenti e per non aver limitato le violazioni dei diritti umani nei confronti dei richiedenti asilo: nonostante i respingimenti di massa siano illegali la Guardia di frontiera polacca continua a pubblicare quasi ogni giorno il numero di «tentativi di entrare illegalmente» in Polonia, di fatto certificando quante persone vengono respinte senza poter esercitare il loro diritto di fare domanda di asilo.
Diverse inchieste giornalistiche e testimonianze di organizzazioni umanitarie che si occupano di fornire assistenza ai migranti al confine hanno inoltre documentato episodi in cui alcuni migranti in condizioni di salute critiche hanno ricevuto cure mediche e sono stati poi riportati oltre il confine mentre erano incoscienti attraverso dei piccoli cancelli che si trovano lungo la barriera: uno di questi episodi è stato filmato e il video è stato pubblicato dal Servizio volontario di emergenza umanitaria di Podlaskie, nella parte nord-est della Polonia, nella parte nord-est della Polonia, e poi ripreso dal sito di news Balkan Insight, che ha condotto numerose inchieste sul tema visitando anche il confine.
Durante uno di questi viaggi, avvenuto poche settimane fa, la Guardia di frontiera ha confermato a Balkan Insight di spingere i migranti fuori dal paese attraverso i cancelli nella barriera, nonostante i funzionari polacchi avessero detto più volte che la loro funzione era quella di permettere agli animali di passare il confine e permettere ai soldati di svolgere attività come la pulizia dell’area.
Il numero di persone che entrano in Polonia passando dal confine bielorusso è basso se paragonato a quello di altre rotte migratorie verso l’Europa, tra cui quella mediterranea: nel 2023 le persone migranti entrate in Polonia dalla Bielorussia erano state circa 26mila, contro le oltre 157mila arrivate in Italia. Da gennaio la Polonia ha accettato circa 1.900 domande di asilo, contro le 124mila accettate dalla Germania solo nei primi sei mesi del 2024.
Nonostante questo la questione dei flussi migratori dalla Bielorussia è estremamente sentita dalla popolazione polacca. Ultimamente è tornata nel dibattito pubblico anche a causa di vari casi di cronaca: lo scorso giugno un soldato era stato ucciso da un uomo migrante che l’aveva attaccato con un coltello, nel contesto di un aumento degli scontri fra i migranti e gli agenti in quel periodo. Nello stesso periodo altri due soldati furono accusati formalmente di uso eccessivo della forza per aver sparato dei colpi di avvertimento contro un gruppo di migranti che stava cercando di attraversare il confine.
La morte del soldato aveva portato il governo a promettere l’emanazione di nuove misure di contenimento al confine, fra cui la creazione di una “zona cuscinetto” in cui possono entrare solo forze di sicurezza e persone che per qualche motivo hanno un permesso di entrata (per esempio se il loro luogo di lavoro si trova all’interno dell’area).
Il ministero dell’Interno aveva detto che i tentativi di entrare illegalmente in Polonia erano diminuiti del 64 per cento da quando la zona era stata creata, ma aveva aggiunto che erano necessarie altre misure per limitare il più possibile il numero di ingressi.
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