I talebani vieteranno ai media di pubblicare immagini di esseri viventi
Lo prevede una nuova legge basata sulla rigida interpretazione della sharia, che in Afghanistan condiziona già la vita di tutti i giorni
Il regime dei talebani ha annunciato che introdurrà una legge che vieterà ai media afghani di pubblicare foto e immagini di qualsiasi essere vivente, comprese persone e animali. Il divieto di riprodurre le facce degli esseri umani nell’arte e nella cultura islamica ha a che fare in parte con l’idea che la religione proibisca l’idolatria e in parte con la convinzione che anche la sola raffigurazione delle cose viventi sostituisca il potere creativo che spetta solo a Dio: la decisione di estendere il divieto di riproduzione ai media deriva dalla rigida interpretazione della sharia, che con una definizione un po’ approssimativa viene spesso definita come “legge islamica” e i talebani hanno imposto nella sua forma più radicale.
In base a quanto ha detto all’agenzia di stampa Agence France-Presse (AFP) Saiful Islam Khyber, il portavoce del ministero talebano per la Promozione delle virtù e la Prevenzione dei vizi, «la legge si applicherà in tutto il paese» e «verrà introdotta gradualmente». Oltre a vietare di pubblicare foto e immagini degli esseri viventi, imporrà ai media di non umiliare né dileggiare la religione islamica, così come di non contraddirla. Al contempo prevede che le persone evitino di guardare immagini di esseri viventi sugli smartphone o su altri dispositivi.
In Afghanistan le immagini degli esseri viventi erano già state vietate sui giornali e in tv tra il 1996 e il 2001, ovvero il periodo del primo regime talebano. Da quando hanno ripreso il potere nel paese, nell’agosto del 2021, i talebani hanno progressivamente e nuovamente smantellato una serie di libertà individuali, in particolare quelle delle donne: finora però non avevano ripristinato questo specifico divieto, che veniva già in parte applicato, per esempio coprendo le facce delle persone dalle pubblicità o cancellando gli occhi dei pesci dai menù dei ristoranti.
Al momento questa regola non sembra essere stata applicata in maniera rigida e uniforme, anche perché come ha osservato Radio Free Europe/Radio Liberty alcuni talebani stanno condividendo sui loro profili social foto di persone. In alcune zone, tuttavia, il divieto era già in vigore: come nelle province di Takhar e di Helmand, nel nord, e in quella di Kandahar, nel sud-est, in cui i funzionari dei talebani non potevano fare foto o video di esseri viventi.
Secondo quanto riferito da AFP, le autorità dei talebani hanno promesso che i giornalisti potranno continuare a fare il loro lavoro nonostante le nuove limitazioni. Il divieto comunque rischia di compromettere ulteriormente il lavoro dei media in Afghanistan e di rendere più difficile capire ciò che succede nel paese. Prima che i talebani riprendessero il potere i giornalisti afghani attivi erano 8.400, mentre adesso secondo fonti del settore dei media citate sempre da AFP sono 5.100, di cui 560 donne, tra enormi restrizioni.
Nel frattempo, lo scorso agosto, i talebani avevano introdotto anche il divieto per le donne di cantare, recitare o leggere ad alta voce in pubblico, dato che secondo loro la voce di una donna è considerata un aspetto intimo e deve rimanere privata. La stessa legge contiene anche il divieto per le donne di viaggiare senza essere accompagnate da un uomo con cui hanno un legame di sangue, e di fare incontri di qualsiasi tipo con uomini con i quali non sono imparentate.
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