La procura di Bari ha avviato un’indagine contro Intesa Sanpaolo per il dipendente accusato di aver spiato i conti correnti di vari politici

Un'insegna della banca Intesa San Paolo
(ANSA /DONATO FASANO)

La procura di Bari ha avviato un’indagine contro la banca Intesa Sanpaolo a seguito del caso del suo dipendente della filiale di Bitonto, in provincia di Bari, accusato di aver violato i dati bancari di migliaia di persone, tra cui politici e personaggi noti: lo ha fatto sapere l’agenzia di stampa Ansa e l’avvio dell’indagine è stata confermata a Bloomberg da parte di due fonti a conoscenza dei fatti. Secondo l’accusa, Intesa Sanpaolo avrebbe violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, non informando le autorità in maniera tempestiva sugli accessi compiuti in violazione dei dati sui conti correnti dei clienti della banca.

Il dipendente di Intesa Sanpaolo al centro del caso avrebbe effettuato oltre 7mila accessi abusivi tra il febbraio del 2022 e l’aprile del 2024, quando sarebbe stato scoperto: era stato licenziato lo scorso 8 agosto al termine di un procedimento disciplinare. La notizia era stata diffusa da Domani. L’uomo avrebbe violato i dati dei conti correnti di diversi politici tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e sua sorella Arianna, che guida la segreteria politica di Fratelli d’Italia, i ministri Daniela Santanchè e Guido Crosetto, il presidente del Senato Ignazio La Russa, ma anche l’ex compagno di Meloni Andrea Giambruno e il procuratore della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo.

Tra gli altri sarebbero stati violati i dati di alcuni presidenti di Regione come Luca Zaia del Veneto e Michele Emiliano della Puglia, oltre a quelli di procuratori della Repubblica, ufficiali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Queste violazioni consistono nel controllo di tutti i movimenti dei conti correnti e dell’importo dei depositi.

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