Un tribunale russo ha condannato un ricercatore francese a oltre tre anni di carcere per non essersi registrato come “agente straniero”

Il ricercatore francese Laurent Vinatier dietro alle sbarre in un tribunale di Mosca, in Russia
Il ricercatore francese Laurent Vinatier (AP Photo/ Alexander Zemlianichenko)

Lunedì un tribunale di Mosca ha condannato a tre anni e tre mesi di carcere Laurent Vinatier, cittadino francese e ricercatore dell’organizzazione non governativa svizzera Centre for Humanitarian Dialogue, che si occupa di prevenzione e gestione dei conflitti. Vinatier era stato arrestato nella capitale russa lo scorso giugno con accuse di spionaggio dal Comitato investigativo della Federazione russa (Sledstvennyi komitet, SK), la principale autorità investigativa del paese: l’operazione che aveva portato al suo arresto era stata ripresa e diffusa online dallo stesso SK.

Vinatier è stato condannato per non essersi mai registrato come “agente straniero”, un’altra accusa che gli era stata rivolta: è una formula che per la legge russa indica persone oppure organizzazioni che secondo il governo ricevono fondi dall’estero e che di fatto viene usata da tempo per reprimere la libertà di espressione.