Uno dei più gravi attacchi di Hezbollah in Israele dell’ultimo anno
Un drone ha colpito una base militare, uccidendo quattro soldati e ferendone quasi sessanta
Domenica sera il gruppo armato libanese Hezbollah ha compiuto un attacco con droni contro una base militare israeliana a Binyamina, nel nord di Israele: nell’attacco sono stati uccisi quattro soldati e altri 58 sono stati feriti. È uno dei più gravi attacchi di Hezbollah contro Israele da più di un anno, cioè da quando è iniziata la guerra israeliana nella Striscia di Gaza in risposta agli attacchi del 7 ottobre di Hamas, gruppo palestinese di cui Hezbollah è alleato.
È un attacco molto raro dato che di solito i sistemi di difesa aerea israeliani impediscono che droni lanciati dal Libano colpiscano basi militari e che ci siano così tanti feriti o morti. I precedenti attacchi di Hezbollah, inoltre, si erano concentrati soprattutto vicino al confine col Libano, più a nord.
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La base militare colpita invece si trova circa 30 chilometri a sud dalla città di Haifa, la più grande del nord di Israele. Hezbollah ha rivendicato l’attacco dicendo di aver voluto prendere di mira un campo di addestramento dell’esercito israeliano, in risposta ai gravi attacchi compiuti da Israele nel sud del Libano e a Beirut giovedì, in cui erano state uccise più di 20 persone libanesi.
L’attacco è stato compiuto intorno alle 19 locali (le 18 italiane): secondo le prime informazioni Hezbollah avrebbe lanciato due droni armati di esplosivi, con l’obiettivo di farli schiantare contro la base. Entrambi sono stati rintracciati dai radar israeliani e uno è stato abbattuto al largo della costa a nord di Haifa. Il secondo è invece stato perso dai radar. Un soldato ha raccontato al giornale israeliano Haaretz che le sirene “antidrone” che suonano solitamente in questi casi non si sono attivate al momento dell’attacco. Ha aggiunto che l’attacco ha colpito la sala mensa del campo militare, e che in quel momento i soldati avevano già finito di cenare e che erano presenti solo quelli che lavoravano in cucina.
Nel frattempo proseguono le operazioni militari israeliane nel sud del Libano: domenica pomeriggio l’UNIFIL, la missione dell’ONU nel sud del Libano, ha detto che due carri armati israeliani hanno fatto irruzione in una sua base a Ramyah, sfondandone il cancello. L’UNIFIL l’ha definita «una palese violazione del diritto internazionale», avvenuta peraltro nello stesso giorno in cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva chiesto il ritiro «immediato» dei soldati dell’ONU e li aveva accusati di «fornire uno scudo umano ai terroristi di Hezbollah».
Sabato 40 paesi che partecipano alla missione UNIFIL avevano firmato una dichiarazione congiunta (l’hanno diffusa in 34 e 6 hanno aderito dopo) in cui avevano detto che «queste azioni devono cessare immediatamente e devono essere adeguatamente investigate». Venerdì i governi di Italia, Francia e Spagna avevano definito «ingiustificabili» i nuovi attacchi israeliani alle basi dell’ONU (Francia e Spagna avevano anche chiesto di interrompere le esportazioni di armi a Israele).
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