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  • Domenica 13 ottobre 2024

Cosa pensa Giorgio Armani dei suoi colleghi stilisti

Lo ha raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato della sua vita, delle sue relazioni e della sua azienda

Giorgio Armani
Giorgio Armani (AP Photo/Michel Euler)

In lunga intervista al Corriere della Sera lo stilista Giorgio Armani ha raccontato ricordi personali inediti della sua vita, in particolare della sua infanzia e delle sue relazioni, e ha parlato del mondo della moda, dei suoi colleghi, del futuro della sua azienda e di Milano, la città dove vive. Armani ha 90 anni ed è uno degli stilisti più famosi al mondo, così famoso da essere conosciuto anche da chi non segue la moda.

In una delle parti più interessanti dell’intervista, i giornalisti Aldo Cazzullo e Paola Pollo hanno chiesto ad Armani di dire cosa pensa di alcuni dei suoi colleghi più noti, per esempio Valentino e Gianni Versace, che insieme a lui contribuirono a rendere la moda italiana famosa nel mondo. Le risposte di Armani sono state molto dirette in alcuni casi spiritose.

Di Miuccia Prada, per esempio, ha detto che «vive nel mondo di Miuccia Prada più che nel mondo vero» perché «non pensa che quel vestito deve essere portato: quel vestito le piace, lei se lo metterebbe, esce salutando, ma non ha la percezione di quello che succede dopo». Dolce e Gabbana vengono invece definiti «due furbacchioni», anche se li ammira: «Hanno una clientela diversa, però guardo le loro cose e mi chiedo: ma quale donna le metterebbe? Vedo che ora stanno cambiando».

Secondo Armani gli stilisti non si confrontano mai perché quello della moda è un mondo chiuso e si ha come paura di esporre le proprie iniziative e le proprie idee. Anche per questo il rapporto con Gianni Versace fu distaccato: «Lo vedevo alla sfilata, lo salutavo da lontano, lui mi salutava. Non parlavamo di moda, vivevamo in mondi separati, ognuno però conscio dell’esistenza dell’altro». Con Valentino invece il rapporto è piacevole («perché è una persona molto carina, pure con me lo è stato»), mentre di Alessandro Michele, che di Valentino è il nuovo direttore artistico, ha detto che «sta cercando la sua strada».

In merito al futuro della sua azienda Armani ha spiegato di aver creato «una specie di struttura, di progetto, di protocollo che dovrebbe essere seguito da chi verrà dopo di me in questa avventura», ma che comunque si concederà ancora due o tre anni come responsabile prima di lasciare ad altri.

Negli anni ha rifiutato accordi per cedere parte delle quote ad altri gruppi «un po’ per orgoglio personale» continuando tuttavia a competere ai vertici della moda mondiale. Armani ha detto che chi ha puntato tutto sulla Cina ora si ritrova con un meno 30 o 40 per cento e per questo la sua azienda non ha «mai fatto il passo più lungo della gamba»: «A differenza di qualche gruppo francese non abbiamo costruito grattacieli; abbiamo fatto un palazzetto a New York, a Madison, di cui avevo capito che sarebbe diventato la nuova Quinta Strada. Altri hanno collezioni di arte, fanno cultura, filosofia. Io disegno vestiti».

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