In Florida la grande allerta per l’uragano Milton è stata decisiva
Ci sono state conseguenze meno gravi del previsto perché l'uragano ha cambiato percorso e soprattutto perché decine di migliaia di persone hanno seguito le indicazioni delle autorità
Il passaggio dell’uragano Milton in Florida ha avuto conseguenze meno disastrose del previsto. La cosa è dovuta da un lato alla riduzione della forza dell’uragano, che ha deviato dal percorso stimato inizialmente investendo così zone meno densamente abitate, e dall’altro al fatto che le persone hanno seguito scrupolosamente le indicazioni delle autorità, rendendo particolarmente efficaci e capillari le evacuazioni. L’allerta che per giorni ha occupato le prime pagine di giornali e siti è quindi stata essenziale per evitare conseguenze più estese e gravi.
Il passaggio dell’uragano si è concluso giovedì, ma venerdì due milioni di persone erano ancora senza corrente. Diverse zone della Florida sono ancora allagate o parzialmente allagate. Il governo statunitense ha stimato 50 miliardi di dollari (circa 46 miliardi di euro) di danni e domenica il presidente Joe Biden visiterà le zone colpite.
Nei giorni scorsi l’uragano era stato riclassificato dalla categoria 5, la più alta sulla scala Saffir-Simpson usata per l’intensità degli uragani, alla 3 e infine alla 2. All’ultimo, come detto, l’uragano ha cambiato percorso, evitando la zona di Tampa Bay, densamente popolata, e passando invece su quella di Sarasota. Ha fatto cioè il contrario dell’uragano Ian, che nel 2022 uscì dalla traiettoria prevista, prendendo le persone di sorpresa e causando 150 morti.
Senza questa deviazione, e senza preparativi così vasti, le conseguenze dell’uragano Milton sarebbero state molto più gravi. «Fortunatamente, non è stato il worst-case scenario», ha detto il governatore Ron DeSantis, del partito repubblicano. La popolazione e le autorità si erano proprio preparate a quell’eventualità, cioè allo scenario peggiore di cui ha parlato DeSantis: decine di migliaia di persone hanno lasciato le loro case e si sono spostate in zone considerate sicure. Sono così riuscite a sfuggire agli allagamenti e ai crolli di centinaia di edifici.
Secondo gli aggiornamenti più recenti l’uragano ha causato la morte di 17 persone, un numero inferiore se paragonato ad altri eventi simili. È complicato stimare come sarebbe andata se l’allerta fosse stata meno estesa, ma diversi esperti e politici hanno sottolineato come i piani predisposti abbiano evitato un numero maggiore di morti.
Circa 9 persone su 10 hanno lasciato per tempo zone più esposte. Mercoledì, a una dozzina di ore dall’arrivo dell’uragano, già 31mila persone erano nei rifugi e il numero è triplicato entro il giorno successivo. Gli abitanti hanno seguito le indicazioni anche perché neppure due settimane fa c’era stata la tempesta Helene, una delle più gravi degli ultimi vent’anni negli Stati Uniti, che era passata sulla Florida ma aveva fatto i danni peggiori in North Carolina con oltre 200 morti. Proprio le gravi conseguenze di Helene avevano portato le autorità e i media a occuparsi molto di Milton diversi giorni prima del suo passaggio negli Stati Uniti. Il sito internet del National Hurricane Center era stato così consultato da andare brevemente offline.
I livelli del mare non sono saliti di 3 metri, come avevano stimato i meteorologi; sulla costa intorno a Tampa si è invece abbassato. In diverse zone, a causa della pioggia e delle esondazioni, l’acqua è comunque arrivata a un metro e mezzo (sui social ci sono video di persone che si spostano in canoa). In ogni caso, i nubifragi sono stati molto forti: in un giorno nell’area di Tampa Bay è piovuto più di quanto piove di solito nell’intero mese di ottobre.
L’allerta e la copertura mediatica hanno evitato conseguenze più gravi perché anche Milton, come accaduto in passato in occasione di altri eventi meteorologici estremi, è stato oggetto di disinformazione e strumentalizzazioni politiche. Stavolta entrambe le cose sono iniziate già prima che Milton raggiungesse la terraferma. Gli stessi soccorritori hanno riferito che in alcuni casi hanno dovuto smontare teorie del complotto durante le loro operazioni.
Online diversi meteorologi sono stati minacciati e accusati di aver fatto allarmismo. Uno di loro – John Morales, di cui in questi giorni si è parlato perché si era commosso durante una diretta televisiva – ha detto che un’altra novità rispetto al passato è che le teorie del complotto sono state diffuse anche da politici con cariche nelle istituzioni. Per esempio la deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene ha scritto sui social che il governo può controllare il meteo.
L’ex presidente Donald Trump ha fatto affermazioni false sostenendo, tra le altre cose, che l’Agenzia federale per la gestione delle emergenze (FEMA) stesse dando i propri fondi alle persone migranti invece che agli alluvionati e che il governo stesse negando gli aiuti alle aree amministrate dai Repubblicani (un criterio che invece adottò lui durante gli incendi in California, quand’era presidente). Biden ha definito «disgustose» queste dichiarazioni.
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