La campagna che regala sedute con psicologi per promuovere l’acquisto di detergente intimo
È stata promossa Chilly in collaborazione con la piattaforma UnoBravo e molto criticata da diversi Ordini regionali degli psicologi che ne hanno chiesto il ritiro
Nell’ultima settimana tra chi si occupa di psicoterapia e salute mentale in generale si è discusso molto di una collaborazione pubblicitaria tra il noto marchio di detergenti intimi Chilly e UnoBravo, una piattaforma online che consente alle persone di trovare psicologi o psicoterapeuti e iniziare terapie a distanza. La campagna pubblicitaria intitolata “Piacere di conoscermi” prevede che acquistando almeno 10 euro di prodotti Chilly si abbiano in regalo due sedute con psicologi: «L’inizio di un percorso psicologico per conoscerti meglio», si legge nella promozione.
La campagna promozionale è stata molto criticata da alcuni Ordini regionali degli psicologi e diversi professionisti che fanno divulgazione sui social network per aver messo sullo stesso piano il messaggio promozionale di un prodotto di consumo e una prestazione sanitaria come un colloquio psicologico. In una lettera inviata a UnoBravo, i presidenti degli Ordini regionali del Lazio, della Campania, del Veneto, della Sicilia, delle Marche e dell’Abruzzo hanno chiesto se sia opportuno «attirare persone bisognose di supporto psicologico» con l’acquisto di detergente intimo e – viceversa – se sia opportuno premiare chi acquista un sapone con una prestazione sanitaria.
Il dubbio principale degli Ordini riguarda la considerazione della salute mentale in questo tipo di operazioni pubblicitarie. Il rischio, dicono i presidenti, è che possa essere trattata come un accessorio o, peggio, come una ricompensa per un acquisto o come premio di un concorso. «È un posizionamento che contrasta nettamente con i valori di autonomia, libertà e autodeterminazione che la professione di psicologo si propone di sostenere, in quanto il servizio psicologico offerto è incardinato in una dimensione commerciale che induce al consumo, più che sostenere la libertà di scegliere», si legge nella lettera.
Gli Ordini invitano UnoBravo a considerare con più attenzione l’esigenza di informare in modo chiaro e trasparente le persone sul tema della salute mentale per consentire scelte consapevoli. È un tema di cui si discute da tempo, soprattutto dopo la diffusione dei social network che hanno permesso di parlare molto più di salute mentale rispetto al passato e ridurre la stigmatizzazione sociale, uno dei fattori che storicamente ostacolano l’accesso ai trattamenti.
Il superamento della stigmatizzazione è di per sé un bene, ma diversi studi hanno dimostrato che la tendenza a trattare temi relativi alle malattie mentali con assiduità e con leggerezza ha generato anche una serie di effetti controproducenti: uno di questi, che riguarda in parte anche altri ambiti della medicina, è l’inclinazione di molte persone ad autodiagnosticarsi disturbi mentali.
Un altro effetto negativo è che patologie complesse e ben definite in ambito clinico possono diventare argomenti popolari sugli stessi canali e nelle stesse modalità – spesso imprevedibili – che rendono popolari ricette culinarie e prodotti di consumo vari. «Nulla, in questa iniziativa, è informazione sul servizio di cura che viene offerto», scrivono i presidenti che tra le altre cose hanno chiesto il ritiro della campagna promozionale. «Prevale largamente il messaggio promozionale, volto ad indurre il cittadino ad acquistare un detergente e rilasciare dati personali».
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In un lungo documento in risposta alle critiche, UnoBravo sostiene di aver contribuito in questi anni a stimolare un cambiamento culturale che non coinvolge solo la sua comunità di oltre seimila psicologi e migliaia di pazienti, «ma anche tutte quelle aziende lungimiranti che comprendono l’importanza del benessere psicologico e che, da qualche anno, hanno iniziato a offrire sedute di supporto psicologico ai propri dipendenti o, fenomeno ancora più recente, ai propri consumatori». Negli ultimi mesi infatti la piattaforma ha organizzato altre campagne simili, per esempio con Nestlé e con l’app di appuntamenti Tinder in occasione di San Valentino.
Secondo UnoBravo, la campagna con Chilly ha l’obiettivo di «avvicinare le persone alla propria intimità e al proprio benessere mentale, rendendo la terapia più accessibile e dando supporto nel percorso di conoscenza di sé». Pur difendendo il principio di questa collaborazione, la piattaforma riconosce di aver sottovalutato alcuni aspetti comunicativi, in particolare di «alcuni aspetti dell’esecuzione non hanno tenuto conto di elementi che oggi ci appaiono più evidenti e comprendiamo perché ciò abbia generato diversi punti di vista da parte di molte persone, sia sul contenuto che sullo spirito dell’iniziativa, differentemente da quanto volevamo e avevamo previsto. Lo riconosciamo e ci dispiace sinceramente», si legge nel documento.
Per evitare problemi simili, UnoBravo assicura che in futuro renderà i professionisti con cui collabora più partecipi nella valutazione di queste iniziative attraverso processi per incentivare momenti di confronto.