Coda per i controlli in aeroporto (EPA/ROBERT GHEMENT)

L’Unione Europea ha rinviato l’introduzione del controllo delle impronte digitali alle frontiere

L’Unione Europea ha di nuovo rimandato a una data non ancora stabilita l’introduzione di alcune misure per rafforzare i controlli alle frontiere dell’area Schengen, la zona di libera circolazione che coinvolge quasi tutti i paesi dell’Unione Europea, oltre a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. I nuovi controlli, che prevedono anche la richiesta di fornire alla dogana i dati biometrici, come impronte digitali e scansione del volto, avrebbero dovuto entrare in vigore il 10 novembre, ma negli ultimi giorni Germania, Francia e Paesi Bassi avevano detto che i loro sistemi di controllo non sono ancora pronti.

Secondo i piani dell’Unione Europea il nuovo Sistema di ingresso e uscita (EES) avrebbe dovuto iniziare a funzionare nel 2022, ma diversi intoppi hanno portato a spostare l’introduzione al maggio del 2023, poi alla fine del 2023 e infine al prossimo 10 novembre, obiettivo ora rinviato. Una volta che entrerà effettivamente in vigore l’EES sarà applicato a tutte le frontiere stradali, negli aeroporti, nei porti, e nelle stazioni ferroviarie di confine. I dati biometrici raccolti saranno conservati in un database da tre a cinque anni insieme ai dati del passaporto, la data di ingresso e uscita dall’area Schengen e, nel caso a una persona sia negato l’ingresso, il motivo di questa decisione. Rifiutarsi di fornire i propri dati biometrici significherà vedersi negato l’ingresso.

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