I governi di Francia e Spagna hanno chiesto di interrompere le esportazioni di armi a Israele
Dopo i nuovi attacchi alle basi ONU nel sud del Libano, definiti «ingiustificabili» nel comunicato congiunto con Giorgia Meloni
Venerdì, al termine di un incontro a Cipro tra i nove paesi dell’Unione Europea che si affacciano sul Mediterraneo, i capi di governo di Italia, Francia e Spagna hanno fatto una dichiarazione congiunta che definisce «ingiustificabili» i nuovi attacchi israeliani alle basi della missione UNIFIL dell’ONU nel sud del Libano e che chiede un «un cessate il fuoco immediato».
La presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, ha definito «non accettabile» l’accaduto. Il presidente francese Macron ha detto che «fermare le esportazioni di armi» utilizzate dall’esercito israeliano a Gaza e in Libano è l’unico modo per fermare la guerra, chiarendo che quello del governo francese non è «un appello a disarmare Israele». Anche il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, ha fatto la stessa richiesta, invece Meloni non l’ha citata durante il suo discorso, e il tema non è finito nella dichiarazione congiunta dei tre leader.
Venerdì mattina Israele ha attaccato di nuovo una sede della missione UNIFIL lungo la cosiddetta Blue Line (la zona di demarcazione tra Israele e Libano, oggetto di rivendicazioni territoriali e sorvegliata dall’ONU). L’esercito israeliano ha sparato un colpo d’artiglieria contro l’ingresso di una base della missione a Naqura, facendo danni; poi un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione sulla strada tra la base di Naqura e la città di Tiro, più a nord, di fronte a un checkpoint dell’esercito libanese. Sono stati feriti due soldati del contingente dello Sri Lanka. Secondo l’emittente televisiva Al Mayadeen uno dei due è ferito in modo grave.
Il portavoce della missione UNIFIL Andrea Tenenti ha confermato a LaPresse l’attacco di venerdì mattina mentre erano ancora in corso gli accertamenti per capire da dove fosse partito il colpo. Nel pomeriggio di venerdì l’esercito israeliano ha confermato che due soldati dell’UNIFIL erano stati «inavvertitamente feriti durante i combattimenti contro Hezbollah» e ha detto che indagherà sui fatti. Nel pomeriggio inoltre la missione UNIFIL ha confermato che un bulldozer dell’esercito israeliano ha abbattuto un muro perimetrale della base di Labbouneh.
Non è il primo attacco israeliano contro la missione UNIFIL di questa settimana: giovedì un carro armato israeliano aveva sparato contro la torretta di osservazione della stessa base di Naqura, facendo cadere due operatori; i due, di nazionalità indonesiana, non risultano feriti in maniera grave, ma sono stati ricoverati in ospedale. Sempre giovedì dei soldati israeliani avevano sparato contro la base di Labbouneh, pochi chilometri più a sud, colpendo l’ingresso di un bunker dove si stavano riparando alcuni operatori UNIFIL. Il giorno prima altri soldati avevano sparato «deliberatamente» contro le telecamere di sicurezza delle basi per disabilitarle.
Nei giorni precedenti agli attacchi Israele aveva chiesto alle truppe UNIFIL di spostarsi 5 chilometri più a nord rispetto al confine, per evitare di trovarsi in zone di combattimento attivo. Ormai da diversi giorni, infatti, si sono intensificati gli scontri tra l’esercito israeliano e il gruppo politico e militare libanese Hezbollah nella zona del confine di fatto tra Israele e Libano: è in questa stessa zona che sorgono le basi da cui l’ONU sorveglia quel confine, e che Israele ha attaccato.
In risposta alla richiesta di Israele Jean-Pierre Lacroix, il vicesegretario dell’ONU che si occupa delle missioni di “peacekeeping”, aveva ricordato che le truppe UNIFIL costituiscono l’unico canale di dialogo fra Israele e Hezbollah, e che entrambe le parti hanno «l’obbligo di rispettarne la sicurezza e la protezione». Le truppe erano quindi rimaste al loro posto, e giovedì pomeriggio l’ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite aveva intimato nuovamente di spostarsi, senza ottenerlo.
Negli ultimi giorni UNIFIL ha riferito che gli attacchi israeliani nel sud del Libano stanno causando estesi danni, e che i soldati dell’esercito israeliano hanno compiuto diverse incursioni in territorio libanese, dove si sono scontrati con i membri di Hezbollah. Dall’altra parte il gruppo politico e militare libanese continua a lanciare razzi verso Israele, anche in aree abitate dai civili.
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