Alle elezioni in Mozambico ci sono delle facce nuove
Frelimo è il partito di governo da quasi cinquant'anni e ci si aspetta che vinca di nuovo, ma per la prima volta ha un candidato nato dopo l'indipendenza
Mercoledì si vota in Mozambico per eleggere il presidente e rinnovare i 250 membri del parlamento e delle assemblee provinciali. Il partito di gran lunga favorito è il Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo), che governa da quasi cinquant’anni, ossia da quando nel 1975 il paese ha ottenuto l’indipendenza dal Portogallo. I risultati verranno confermati dalla Commissione elettorale nazionale tra due settimane.
In passato, Frelimo è stato ripetutamente accusato di modificare a suo favore i risultati elettorali e di monopolizzare l’attenzione durante le campagne elettorali.
Frelimo è un partito di ispirazione marxista fondato nel 1962, che sostenne l’indipendenza del Mozambico dal Portogallo tramite azioni di guerriglia. Esprime l’attuale presidente Filipe Nyusi, che però è al suo secondo mandato e per legge non più essere rieletto. Frelimo ha dunque candidato Daniel Chapo, di 47 anni: se fosse eletto sarebbe il primo presidente nato dopo l’ottenimento dell’indipendenza. Chapo è un ex presentatore radiofonico e televisivo, ma anche docente universitario di Diritto costituzionale. È entrato in politica nel 2009 ed è stato governatore della provincia meridionale di Inhambane fino allo scorso maggio, ma era sostanzialmente sconosciuto prima di essere scelto come candidato alle presidenziali.
La scelta di Frelimo di candidare Chapo è stata interpretata come un modo per rinfrescare l’immagine di un partito che è al potere da quasi 50 anni, e che è stato coinvolto in vari scandali di corruzione. Il più noto è il cosiddetto “tuna bonds”, uno scandalo relativo a un sistema di prestiti e tangenti che ha coinvolto alcune aziende statali del Mozambico tra il 2013 e il 2014 (i soldi sarebbero dovuti essere usati per promuovere lo sviluppo dell’industria ittica e della sicurezza marittima, da cui il nome).
Il programma elettorale di Chapo si basa sull’ammodernamento delle strade, della rete idrica e di quella telefonica, ma soprattutto sull’istituzione di una banca di sviluppo che stimoli le imprese private.
Chapo non è l’unica faccia nuova di queste elezioni. Il suo principale avversario è Venâncio Mondlane, un banchiere e ingegnere forestale di 50 anni molto popolare tra i giovani. È la prima volta che si candida alle presidenziali, e durante la campagna elettorale ha usato lo slogan: “Salviamo il Mozambico, il paese è nostro”. Fino a giugno faceva parte del principale partito di opposizione, la Resistenza nazionale mozambicana (Renamo). In polemica con la scelta del candidato per le presidenziali aveva però lasciato il partito e si era unito alla Coalizione dell’alleanza democratica, che ad agosto era stata tuttavia esclusa dalle elezioni dalla Corte Costituzionale per irregolarità burocratiche.
Alla fine Mondlane si presenta alle presidenziali come formalmente indipendente, ma è sostenuto dal Partito ottimista per lo sviluppo del Mozambico (Podemos). La sua proposta principale è quella di rinegoziare le concessioni con le grosse aziende che operano in Mozambico per l’estrazione delle risorse naturali del paese. Nel 2023 Mondlane si era già candidato a sindaco della capitale Maputo con Renamo, ma aveva perso: a quelle elezioni i candidati di Frelimo avevano annunciato la vittoria in 64 dei 65 distretti in cui si votava, ma i risultati erano stati contestati dall’opposizione. C’erano state estese proteste e violenti scontri con le forze dell’ordine.
Il candidato di Renamo è invece il suo leader Ossufo Momade. Durante gli anni della guerra civile, tra il 1977 e il 1992, Renamo combatté contro Frelimo, che aveva preso il potere dopo l’indipendenza e instaurato un regime a partito unico di ispirazione marxista (nel 1992 Frelimo acconsentì a cambiare la costituzione e a riconoscere l’esistenza di altri partiti). I due gruppi sono rimasti formalmente in guerra fino a quando, nel 2019, i due leader Momade e Nyusi firmarono uno storico accordo di pace.
Momade si era già candidato alle ultime elezioni, nel 2019, ma era arrivato secondo con il 21,5 per cento dei voti (il risultato era stato ampiamente contestato dalle opposizioni). Le sue proposte sono simili a quelle di Mondlane, ma vuole anche modificare la Costituzione per aggiungere altre due capitali oltre a Maputo, Nampula e Beira, allo scopo di favorire lo sviluppo delle tre città. Infine il Movimento democratico del Mozambico, fondato da alcuni dissidenti di Renamo, si presenta con Lutero Simango, che durante la campagna elettorale ha puntato molto sul lavoro per i giovani, la riduzione del costo della vita e la lotta alla corruzione.
Il Mozambico è un paese dell’Africa sudorientale affacciato sull’oceano Indiano. Ha 31 milioni di abitanti, di cui 17 hanno diritto al voto, e l’età mediana è di 17 anni. Con un Prodotto interno lordo pro capite di poco più di 600 dollari l’anno, è l’ottavo paese più povero del mondo secondo i dati della Banca Mondiale.
Oltre al tema dell’economia e dello sviluppo, durante la campagna elettorale si è parlato molto delle frequenti violenze nel nord del paese: dal 2017 gruppi jihadisti affiliati allo Stato islamico hanno cominciato a lanciare attacchi contro le forze di sicurezza e gli abitanti della provincia di Cabo Delgado. Gli scontri hanno causato migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati.