Sergio Spadaro (Ansa/Stefano Porta)

I magistrati Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro sono stati condannati per rifiuto d’atti d’ufficio, in relazione al processo sulla presunta tangente pagata da ENI alla Nigeria

Martedì il tribunale di Brescia ha condannato a 8 mesi di reclusione il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pubblico ministero Sergio Spadaro. De Pasquale e Spadaro erano accusati di rifiuto d’atti d’ufficio in relazione al caso di una presunta tangente che l’azienda petrolifera ENI avrebbe pagato alla Nigeria. Secondo l’accusa, De Pasquale e Spadaro avrebbero deliberatamente deciso di non depositare alcune prove ritenute favorevoli agli imputati nel cosiddetto processo Eni-Nigeria.

Il processo, nel quale erano imputati Paolo Scaroni e Claudio Descalzi, ex e attuale amministratore delegato di ENI, si era concluso nel marzo del 2021 con l’assoluzione di tutti gli imputati, e nel luglio del 2022 la procura di Milano aveva rinunciato a ricorrere in appello.

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