Keir Starmer non è partito benissimo
Il primo ministro britannico sta facendo i conti con vari guai, tra cui dei regali che accettò tempo fa e polemiche sulla sua ex capa di gabinetto
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha concluso i suoi primi tre mesi di mandato con un indice di popolarità in netto calo. La cosa si deve in parte alle scelte impopolari annunciate per risanare il bilancio dello stato, in parte alla gestione discutibile del primo caso mediatico che ha riguardato il governo, legato a una serie di regali accettati da Starmer. Bisogna anche considerare le grandi aspettative che c’erano e ci sono ancora sul ritorno di un governo Laburista, il primo dopo 14 anni di esecutivi Conservatori: dimostrarsi all’altezza non era scontato.
È normale che il tasso d’approvazione di un nuovo governo si abbassi nelle settimane successive alla sua entrata in carica e, in generale, nel corso del tempo. Tutti i predecessori di Starmer dal 2010 in poi hanno lasciato l’incarico di primo ministro con una popolarità inferiore a quella di inizio mandato. Nel caso di Starmer, però, il calo nei primi 50 giorni è stato piuttosto ampio, di 14 punti percentuali nei sondaggi condotti da Ipsos: tra i suoi predecessori, tutti Conservatori, solo Liz Truss ha fatto peggio (il suo mandato è durato solo 49 giorni).
Domenica Starmer ha licenziato Sue Gray, la sua capa di gabinetto. Gray era molto influente nel governo, ma era una figura divisiva. Nel 2022 aveva redatto il rapporto sulle feste che si tenevano a Downing Street, la residenza del primo ministro a Londra, durante la pandemia di Covid-19: quella storia, diventata nota come Partygate, affossò i consensi dell’allora primo ministro Conservatore Boris Johnson. Il partito non l’ha mai perdonata e diversi suoi esponenti hanno contestato il fatto che, in seguito, Gray fosse stata assunta da Starmer (la notizia venne diffusa a marzo 2023, Gray andò a lavorare per i Laburisti a settembre dello stesso anno).
Nelle scorse settimane ci sono state altre polemiche. A settembre si è scoperto che lo stipendio di Gray come capa di gabinetto era più alto di quello del primo ministro: un salario annuale da 170mila sterline (più di 202mila euro), 3mila sterline più di quello di Starmer (che arriva quasi a 199mila euro). I predecessori di Gray non erano pagati così tanto. Ora assumerà un nuovo ruolo, part-time, come inviata del governo per le Regioni e le Nazioni: non è chiaro quale sarà la sua retribuzione, ma sarà di certo più bassa dell’ultima.
I media britannici hanno raccontato che Gray era diventata un problema per il governo: non era riuscita a ottenere la fiducia dei sottoposti e si era scontrata con Morgan McSweeney, il principale consigliere politico di Starmer, che ora ha preso il suo posto come capo di gabinetto. Alcune confidenze arrivate alla stampa sono state un segnale di queste complicazioni: per esempio, è stato fatto trapelare il fatto che Gray si sia lamentata dei «giornalisti stronzi» durante una riunione. I media hanno sicuramente contribuito alla sua caduta, ma non sono stati l’unica causa.
Oltre ai conflitti interni al governo – dovuti all’influenza di Gray e a come l’ha esercitata – Starmer ha anche gestito in modo fallimentare il primo «scandalo» del suo governo, come l’hanno chiamato i media.
Il caso ha riguardato una serie di regali accettati da Starmer quando era ancora leader dell’opposizione (quindi prima dello scorso luglio). Tra questi ci sono dei vestiti di lusso e occhiali di marca per più di 38mila euro, regalati da Waheed Alli, un membro della Camera dei Lord che è anche uno dei principali finanziatori dei Laburisti. Tutti i regali sono stati regolarmente registrati come donazioni, ma sono comunque stati percepiti dall’opinione pubblica come inadeguati in un momento in cui i Laburisti stanno chiedendo sacrifici al paese. Per esempio, di recente il governo ha abolito per quasi 10 milioni di pensionati i Winter Fuel Payments, un sussidio annuale che serve ad aiutarli a pagare le bollette nei mesi invernali.
I Conservatori hanno pubblicato uno spot contro il taglio (solo che il pensionato indossa un Rolex), e hanno passato la loro recente convention a prendere in giro Starmer, ricordando come durante la campagna elettorale avesse insistito molto sulle sue origini umili.
Il governo si è difeso dicendo di non aver violato alcuna regola e parlando di filantropia, ma le giustificazioni sono risultate non soddisfacenti e anzi controproducenti. La settimana scorsa Starmer ha quindi cambiato tattica e ha detto che ripagherà i regali ricevuti da quando è entrato in carica, per un totale di 6mila sterline (più di 7mila euro, che comprendono tra le altre cose sei biglietti per concerti di Taylor Swift).
Starmer ha annunciato anche che il governo presenterà nuove regole, più stringenti, sulle donazioni: in questo modo però, cercando di rimediare ha di fatto prolungato il caso mediatico. Peraltro, promettendo di ripagare una parte dei regali Starmer ha implicitamente fatto intendere di avere sbagliato ad accettarli.
I Conservatori l’hanno criticato anche perché, da quando è primo ministro, assiste alle partite dell’Arsenal (la squadra di calcio londinese di cui è grande tifoso) non dagli spalti dello stadio ma dall’interno di un corporate box, cioè uno dei salottini nella parte alta della tribuna riservati agli invitati del club o delle aziende che li affittano. La cosa avviene per ragioni di sicurezza, ma ha dato modo alla destra di criticare i Laburisti come «lontani dal popolo».
In passato Starmer è stato molto veloce, e piuttosto cinico, nel ridisegnare la sua squadra di collaboratori e la gerarchia del partito, non facendosi problemi a licenziare persone fino a quel momento molto influenti quando le riteneva un ostacolo ai suoi obiettivi. Ci sta provando anche stavolta.
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