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  • Martedì 8 ottobre 2024

Su chi si scommette per il prossimo Premio Nobel per la Letteratura

La cinese Can Xue è la favorita, ma si parla anche dell'australiano Gerald Murnane e dei soliti nomi noti

Can Xue nel 2016 (Fermo-immagine di una trasmissione dell’Asian American Writers’ Workshop su YouTube)
Can Xue nel 2016 (Fermo-immagine di una trasmissione dell’Asian American Writers’ Workshop su YouTube)

Giovedì 10 ottobre sarà assegnato il Premio Nobel per la Letteratura, probabilmente il riconoscimento letterario più famoso al mondo: è paragonabile a un premio alla carriera e viene dato ad autori e autrici solitamente di una certa età, che si sono distinti in modi anche diversi tra loro. Come ogni anno negli ambienti editoriali e sui forum letterari sono iniziate le speculazioni su chi vincerà: si prova a indovinare tenendo conto dell’alternanza tra uomini e donne che si è consolidata negli ultimi anni, della provenienza geografica del potenziale vincitore o vincitrice, del genere letterario (se un anno viene premiato un poeta, raramente lo sarà anche quello dopo) e anche del particolare momento storico in cui il premio viene consegnato.

Al momento sul world literary forum (uno dei più importanti forum letterari al mondo) ci sono più di duemila post sull’argomento: considerando il contesto attuale, alcuni suggeriscono che potrebbe vincere un autore o un’autrice del mondo arabo – cosa che non succede dal 1988, quando vinse lo scrittore egiziano Nagib Mahfuz – e suggeriscono, per esempio, il poeta siriano Adonis, che ha 94 anni, è considerato tra i più importanti scrittori arabi e segnalato tra i potenziali vincitori del Nobel da anni; altri invece pensano a un autore o un’autrice israeliana dalle posizioni pacifiste, come il 70enne David Grossman. Per ragioni simili si riparla anche della scrittrice e sceneggiatrice russa di origine ebraica Ludmila Ulitskaya, che ha 81 anni e ha espresso posizioni critiche sulla guerra in Ucraina; il suo ultimo libro uscito in Italia è Sinceramente vostro, Šurik, pubblicato come altri di recente da La nave di Teseo.

Chiacchiericci a parte, un modo concreto per farsi un’idea dei favoriti di quest’anno è consultare le società che permettono di scommettere anche per il Nobel della letteratura e che in alcuni casi ci hanno azzeccato, come l’anno scorso quando il nome più quotato era quello del drammaturgo e scrittore norvegese Jon Fosse, che effettivamente vinse. Quest’anno nelle quotazioni ne sono rispuntati due già circolati nel 2023, cioè quelli della scrittrice e poetessa cinese Can Xue e dello scrittore australiano Gerald Murnane. Secondo la società di gioco d’azzardo Ladbrokes sono rispettivamente al primo e al terzo posto mentre la Betsson li mette al secondo e al primo.

In generale nell’ultimo periodo quella data per favorita è Can Xue anche perché l’ultimo autore asiatico a ricevere il Nobel per la Letteratura fu lo scrittore giapponese naturalizzato britannico Kazuo Ishiguro ormai un po’ di anni fa, nel 2017. Inoltre se Can Xue dovesse vincere, sarebbe la prima donna cinese a ricevere il premio, che finora è andato solo a due scrittori cinesi uomini: Gao Xingjian nel 2000 e Mo Yan nel 2012.

Can Xue (si pronuncia più o meno “Tsan Sciue”) è lo pseudonimo di Deng Xiaohua, una scrittrice sperimentale e critica letteraria cinese di 71 anni. Suo padre era un giornalista e subì le persecuzioni contro la classe intellettuale portate avanti da Mao Zedong; anche lei non poté completare la sua istruzione e iniziò a lavorare molto giovane come operaia, insegnante e poi sarta. Cominciò a scrivere a metà degli anni Ottanta scegliendo uno pseudonimo che non aveva connotazioni di genere: per questo venne inizialmente scambiata per un uomo. In Italia le sue opere sono pubblicate dalla casa editrice Utopia: Dialoghi in cielo, una raccolta di tredici racconti che ricordano i temi paranoici dei romanzi di Franz Kafka e il flusso di coscienza di Virginia Woolf, e il romanzo La strada di fango giallo.

Gerald Murnane, l’altro favorito, ha 85 anni e nel 2018 il New York Times Magazine lo definì in un lungo ritratto «il più grande scrittore di lingua inglese di cui quasi nessuno ha mai sentito parlare», anche a causa della sua vita isolata – pare non sia mai uscito da Victoria, lo stato australiano in cui vive – e del carattere eccentrico. Molti di quelli che conoscono i suoi romanzi, però, lo considerano una “figura di culto”, e tra loro ci sono anche scrittori come J. M. Coetzee, Ben Lerner, Joshua Cohen e Teju Cole.

Il suo libro più noto è The Plaines, pubblicato nel 1982 e tradotto in Italia con il titolo Le pianure dalla casa editrice Safarà, che di lui ha pubblicato altri tre libri (come avevamo raccontato qui); a settembre La nave di Teseo (che è anche l’editore italiano di Fosse) ha stampato per la prima volta in Italia una raccolta di racconti: Corpi idrici. Se dovesse vincere, sarebbe il secondo scrittore australiano a ricevere il Nobel per la Letteratura dopo Patrick White, nel 1973.

Un'immagine di Gerald Murnane

Gerald Murnane nel 2018 (Fermo-immagine da un’intervista di ABC Australia su YouTube)

Le società di scommesse suggeriscono anche Alexis Wright, una scrittrice aborigena australiana di etnia waanyi nata nel 1950 e autrice di quattro romanzi, una biografia e alcune opere di non fiction. Il suo romanzo più noto è Carpentaria, uscito nel 2006 e tradotto in Italia nel 2008 da Rizzoli con il titolo I cacciatori di stelle.

Una foto di Alexis Wright

Alexis Wright a Sydney, in Australia, nel 2007 (Gaye Gerard/Getty Images)

C’è anche Jamaica Kincaid, pseudonimo di Elaine Cynthia Potter Richardson, una scrittrice e saggista 75enne nata ad Antigua e Barbuda nel 1949 e naturalizzata statunitense (la madre la mandò negli Stati Uniti come ragazza alla pari quando aveva 16 anni). I suoi romanzi, saggi e racconti affrontano il colonialismo, le tematiche di genere, i rapporti familiari e in particolare il legame madre e figlia. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia – da Adelphi, come il resto della sua produzione – è Biografia di un vestito, nel 2023.

Una foto di Jamaica Kincaid

Jamaica Kincaid nel 2022 (Fermo-immagine di un’intervista su YouTube)

Un’altra scrittrice indicata da anni tra i possibili vincitori è la canadese Anne Carson, poeta e professoressa universitaria di lettere classiche di 74 anni. Le sue opere sono spesso sperimentali e difficili da inquadrare; in Italia alcune sono state tradotte recentemente e molti anni dopo l’edizione originale proprio da quando si dice che potrebbe ricevere il Nobel. Tra i suoi ultimi libri ci sono La bellezza del marito. Un saggio romanzato in 29 tanghi, pubblicato nel 2022 da La Nave di Teseo ma uscito in Canada nel 2001, e Decreazione, uscito per Utopia nel 2023 ma originariamente del 2005.

Una foto di Anne Carson

Anne Carson a New York, Stati Uniti, nel 2018 (Craig Barritt/Getty Images for The Shed)

Nei primi cinque favoriti di Ladbrokes ci sono anche lo scrittore e traduttore argentino César Aira, che ha 75 anni ed è autore di oltre 100 romanzi, saggi e racconti tradotti in Italia da Sur, e il rumeno Mircea Cărtărescu, che ha 68 anni ed è noto per la trilogia Abbacinante scritta in 14 anni: il primo volume è tradotto da Voland con il titolo L’ala sinistra, è lungo quasi 500 pagine e ha migliaia di personaggi; anche Solenoide uscito successivamente per il Saggiatore, è lungo quasi mille pagine.

Una foto di Cesar Aira

César Aira nel 2024 (Fermo-immagine di un’intervista su YouTube)

Tra gli altri favoriti ci sono anche autori molto popolari che vengono indicati come possibili vincitori da anni: il giapponese Haruki Murakami, la canadese Margaret Atwood, lo statunitense Thomas Pynchon, il francese Michel Houellebecq e l’indiano naturalizzato statunitense Salman Rushdie, che lo scorso aprile ha pubblicato il libro autobiografico Coltello, in cui racconta l’accoltellamento che subì nell’agosto del 2022.

Una foto di Mircea Cărtărescu nel 2022

Mircea Cărtărescu nel 2022 (EPA/Francisco Guasco, ANSA)

A decidere il vincitore o la vincitrice sarà l’Accademia svedese, che è composta da scrittori, linguisti e studiosi svedesi, a partire da una selezione di cinque finalisti. Ogni anno la commissione dell’Accademia invita persone e organizzazioni competenti a inviare una preferenza tra scrittori, drammaturghi e poeti di tutto il mondo, e le riduce a cinque candidati sottoposti all’intera Accademia. I nomi dei candidati a ogni edizione vengono resi noti ufficialmente 50 anni dopo. Per esempio quest’anno sono stati diffusi quelli del 1973, in cui furono candidati 101 autori e in cui arrivarono in finale lo statunitense Saul Bellow (che poi vinse nel 1976), Anthony Burgess, l’inglese William Golding (che vinse nel 1983), Eugenio Montale (che vinse nel 1975), il greco Yiannis Ritsos e l’australiano Patrick White che, come detto, vinse.

L’importanza del Nobel per la Letteratura non è solo mediatica, ma anche economica: il premio vale infatti 11 milioni di corone svedesi, quasi 950 mila euro. Può quindi cambiare concretamente la vita di uno scrittore, che improvvisamente diventa ricco, famoso in tutto il mondo, e viene invitato a festival ed eventi letterari e a scrivere su giornali e riviste; soprattutto riesce a vendere più libri e a farne tradurre di nuovi o in paesi in cui non era ancora riuscito ad arrivare.

– Leggi anche: I Premi Nobel cambiano la vita di chi li riceve