Israele ha intensificato gli attacchi nel sud del Libano
E ha potenziato anche l'operazione di terra chiedendo ai civili libanesi di evitare l'area sulla costa
Israele ha inviato un centinaio di aerei per attaccare, nel giro di un’ora nella notte tra lunedì e martedì 8 ottobre, 120 obiettivi nel sud del Libano, zona che Israele ha invaso all’inizio del mese. Un portavoce arabo dell’esercito israeliano ha emesso un allarme urgente rivolto ai civili libanesi chiedendo di evitare l’area sulla costa che va dal fiume Awali verso sud. Il fiume Awali si trova a circa 50 chilometri dal confine sud del Libano, a nord di Sidone. «Per la vostra sicurezza, astenetevi dal trovarvi in mare o sulla spiaggia da ora fino a nuovo avviso. Le spiagge e i movimenti delle barche nella zona della linea del fiume Awali a sud rappresentano una minaccia per la vostra vita», ha fatto sapere l’esercito israeliano.
A seguito degli ultimi attacchi il ministero della Salute libanese ha parlato di decine di morti, tra cui 10 pompieri uccisi da un bombardamento su un edificio nella zona di confine.
Nel frattempo Israele ha esteso anche la propria operazione di terra in Libano inviando una terza e poi una quarta divisione per unirsi nei combattimenti a quelle già presenti e nonostante avesse promesso che l’azione di terra nel paese sarebbe stata «limitata» e «mirata». Nella notte tra lunedì e martedì una serie di fotografie hanno mostrato una colonna di fanteria che si muoveva in Libano con pesanti zaini e materassini. L’esercito israeliano si rifiuta di fornire cifre ufficiali sui numeri dei suoi contingenti, ma il Financial Times stima che ora in territorio libanese potrebbero essere presenti più di 20mila soldati israeliani. Una possibile espansione dell’azione militare in Libano, potrebbe essere rappresentata anche dal fatto che l’esercito israeliano ha dichiarato quattro villaggi vicino al confine libanese nel nord-ovest di Israele come “zone militari chiuse”. Nelle ultime due settimane Israele aveva già creato delle zone militari chiuse nelle regioni orientali e centrali al confine con il Libano, proprio prima dell’inizio delle incursioni via terra.
Tra lunedì e martedì sono proseguiti i bombardamenti di Israele anche nella periferia sud di Beirut, la capitale del Libano, dove l’esercito ha annunciato di aver ucciso Suhail Hussein Husseini, che supervisionava la logistica all’interno di Hezbollah. Secondo Israele, Suhail Hussein Husseini «ha svolto un ruolo cruciale nei trasferimenti di armi tra Iran e Hezbollah».
Hezbollah, gruppo politico e militare libanese alleato dell’Iran (e quindi nemico di Israele), ha a sua volta annunciato nuovi attacchi contro alcune postazioni militari nel nord di Israele, mentre l’esercito israeliano ha parlato di cinque razzi a lungo raggio lanciati dal Libano verso il centro di Israele: alcuni sono stati intercettati dalle difese aeree, mentre altri hanno colpito delle aree deserte.
Gli scontri tra Israele e Hezbollah si sono intensificati dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 contro Israele compiuti da Hamas, che come Hezbollah è sostenuto dall’Iran. A partire dallo scorso 20 settembre Israele ha avviato la campagna di bombardamenti più intensa contro il Libano degli ultimi vent’anni. Secondo i dati diffusi dal governo libanese, dall’ottobre del 2023 più di 2mila persone sono state uccise in Libano, in buona parte civili. Circa 1,2 milioni di persone sono state sfollate.
Negli attacchi compiuti un anno fa dal gruppo palestinese Hamas in territorio israeliano sono state uccise circa 1.200 persone e 251 sono state prese in ostaggio. Da allora, Israele ha ucciso circa 42mila persone a Gaza.