Che podcast è “Call Her Daddy”

Nato da due amiche nel 2018, è diventato uno dei programmi più ascoltati negli Stati Uniti e nel mondo, e ci è andata anche Kamala Harris

Alex Cooper nella puntata di Call Her Daddy con Kamala Harris (YouTube)
Alex Cooper nella puntata di Call Her Daddy con Kamala Harris (YouTube)

Domenica Kamala Harris, la vicepresidente e candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti, ha partecipato a una puntata di Call Her Daddy. È un podcast nato nel 2018 tra due amiche, ma che ha negli anni ottenuto un successo enorme, piazzandosi nelle prime posizioni delle classifiche statunitensi e internazionali, e arrivando ad attrarre milioni di ascoltatori e ospiti famosissimi, come è appunto Harris. Sebbene sia seguito soprattutto da ascoltatori anglofoni, Call Her Daddy è diventato famoso anche in altri paesi tra cui l’Italia, per via delle risposte a domande intime dei suoi ospiti celebri, che diventano facilmente virali sui social.

All’inizio era un podcast molto diverso da quello che è adesso: le due conduttrici, Alexandra Cooper e Sofia Franklyn, parlavano soprattutto di sesso, in modo aperto e disinvolto, e con toni anche molto espliciti. Dal 2020 però l’identità del programma è cambiata: ha iniziato a parlare frequentemente di temi come salute mentale, diritti delle donne e identità di genere, anche se sempre stando lontano dalla politica in senso stretto. È diventato una specie di tappa obbligata per i personaggi dello spettacolo statunitense, in particolare quelli associati all’area progressista.

Il fatto che una personalità centrale nel dibattito pubblico statunitense come Harris abbia scelto di farsi intervistare in una puntata del podcast, peraltro mentre mancano poche settimane alle elezioni, è un esempio dell’enorme interesse che Call Her Daddy ha saputo generare negli ultimi tempi.

Diverse analisi hanno sottolineato come, probabilmente, Harris abbia scelto di parteciparvi per raggiungere un pubblico più ampio, giovane e sensibile a temi storicamente cari ai Democratici, come per esempio la protezione del diritto all’aborto. Attualmente Call Her Daddy è infatti il secondo podcast più ascoltato al mondo, dietro soltanto a The Joe Rogan Experience, programma di grande successo condotto dal comico e commentatore di arti marziali miste Joe Rogan, molto criticato per le sue posizioni scettiche sui vaccini e per aver promosso teorie del complotto. Call Her Daddy è anche il podcast più ascoltato tra le donne statunitensi tra i 18 e i 24 anni.

Nel 2018 Alexandra Cooper, che è attualmente l’unica conduttrice del podcast, si era da poco trasferita a New York per lavorare in ambito pubblicitario e Sofia Franklyn era la sua coinquilina del tempo. Inizialmente avevano concepito il podcast come uno spazio in cui fare «discorsi da spogliatoio, ma al femminile», e quindi per parlare di sesso e relazioni affettive in maniera libera. Registravano nel loro appartamento nel Lower East Side, a Manhattan. La scenografia era molto essenziale, spartana, le puntate duravano una trentina di minuti e ogni episodio veniva caricato su Spotify e su YouTube. Il nome, che in italiano si traduce con “Chiamala paparino”, nasce da una battuta uscita in una conversazione tra le due.

Il format funzionò immediatamente, in parte per l’originalità della proposta, e in parte per il carisma di Cooper e Franklyn, che in ogni puntata parlavano di piacere femminile in modo diretto e a volte spregiudicato, raccontando alcuni dettagli delle loro esperienze e coniando neologismi originali per descrivere pratiche sessuali molto specifiche.

Il loro stile di conduzione piacque fin da subito al pubblico, e la crescita di Call Her Daddy fu molto veloce: in soli due mesi passò da 12mila a più di 2 milioni di download su Spotify e fu acquistato da Barstool Sports, una società di media che si occupa prevalentemente di sport e di cultura pop. Nonostante l’enorme successo e il fatto che l’irriverenza di Cooper e Franklyn fosse perlopiù apprezzata, nella sua prima fase Call Her Daddy fu oggetto di alcune letture critiche femministe, che accusavano il programma di diffondere una cultura tossica e intrinsecamente misogina. Accadeva soprattutto per via degli aneddoti che Cooper e Franklyn raccontavano, che in molti casi erano molto incentrati sulla gratificazione maschile.

Per esempio, in una puntata consigliarono a tutte le ragazze iscritte al primo anno di università di non avere rapporti sessuali durante il primo semestre per potere essere considerate un «bene prezioso e ambito» dai compagni di corso. In altri casi parlavano di “tattiche” studiate per fare ingelosire i propri partner, come per esempio programmare una sveglia durante la notte per dare l’idea di essere state contattate da altri uomini.

Nell’aprile del 2020 il podcast fu interrotto per qualche puntata perché Franklyn rifiutò le condizioni proposte da Barstool Sports per il rinnovo del contratto e decise di mettersi in proprio per realizzare un suo podcast, Sofia with an F. Negli ultimi quattro anni quindi Call Her Daddy è stato condotto soltanto da Cooper, che nel 2021 ha firmato con Spotify un contratto da 60 milioni di dollari per trasmettere il podcast in esclusiva sulla piattaforma. Oltre al valore dato dalla gran quantità di ascoltatori, e quindi dalla pubblicità, Call Her Daddy aveva già cominciato anche a far guadagnare molto bene dalla vendita di merchandising.

Da quando Cooper è rimasta sola alla conduzione del programma, la formula di Call Her Daddy è cambiata. Si continua a parlare di sesso e relazioni, ma con uno sguardo allargato ad altri temi e una linea editoriale più seria e attenta a certi tipi di istanze e sensibilità. Questo cambiamento ha consentito a Cooper di assumere una veste più istituzionale, di superare parzialmente le critiche che il programma aveva ricevuto in passato e di intercettare un pubblico più ampio. Il suo tratto distintivo comunque è rimasto quello di essere sempre in tuta e accoccolata su un divano.

In un’intervista con il Los Angeles Times Cooper ha spiegato che, dopo l’abbandono di Franklyn, ha scelto di stravolgere il format di Call Her Daddy per evitare che le puntate risultassero troppo ripetitive per il pubblico, e anche perché si era resa conto che variare avrebbe stimolato la sua creatività: «Quante altre volte potevo parlare di sesso? Mi stavo annoiando un po’. Ho bisogno di essere stimolata dai miei contenuti».

Oggi le puntate hanno quasi sempre la forma di interviste con uno o più personaggi famosi del mondo dello spettacolo o dello sport, content creator e influencer con un grande seguito sui social. Tra le persone che Cooper ha intervistato dal 2020 a oggi ci sono, tra le altre, le cantanti Katy Perry e Miley Cyrus, la celebre psicoterapeuta Esther Perel, l’attrice JoJo Siwa, il cantautore John Mayer, il produttore discografico Post Malone e Simone Biles, la pluripremiata ginnasta. Oltre a Kamala Harris.

Gli episodi hanno spesso un ampio seguito anche per le doti da intervistatrice di Cooper, che sa mettere a proprio agio i suoi ospiti e ha un certo talento nell’indurli a parlare degli aspetti della loro vita privata, ricorrendo a domande generiche ma efficaci. Quella iniziale riguarda quasi sempre – ed è stato così anche con Harris – l’infanzia della persona intervistata, il suo contesto familiare, le scuole che ha frequentato e gli eventuali problemi che ha avuto. Un altro espediente a cui Cooper ricorre spesso è chiedere alle persone che intervista se hanno ricevuto dei consigli che sono tornati utili nella vita di tutti i giorni, al fine di metterli a disposizione degli altri.

La giornalista Dawn Ostroff ha detto che, per la generazione Z (quella dei nati tra la metà degli anni Novanta e il 2010), Cooper «è l’equivalente di una Oprah Winfrey perché è in grado di toccare le persone in un certo modo. È capace di padroneggiare la femminilità in modo inconsueto: le donne si sentono autorizzate a essere ciò che sono, a non doversi sentire in colpa per la loro vita sessuale o per la loro ambizione e si sentono libere di parlare di cose che sono importanti per loro».

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Nell’ultimo anno Cooper ha cominciato a provare a trasformare il successo di Call Her Daddy in un’impresa più ampia. Insieme al compagno Matt Kaplan, un produttore cinematografico specializzato in serie di genere “Young Adult” (cioè rivolte a un pubblico adolescente), lo scorso anno Cooper ha fondato Trending, una società di intrattenimento descritta come “Gen Z Media Venture”, ossia indirizzata soprattutto alle persone della Gen Z e focalizzata sui loro consumi culturali. Oltre a produrre Call Her Daddy e altri podcast, Trending forma creatori di contenuti e li aiuta a realizzare programmi di successo. Ad agosto per esempio Trending ha messo sotto contratto Alix Earle, una tiktoker che si occupa di bellezza e benessere e che ha più di 7 milioni di follower.