L’ex presidente filippino Rodrigo Duterte vuole tornare sindaco di Davao
Ha depositato i documenti per la candidatura, che sta venendo molto discussa data la storia di autoritarismo che Duterte ha nel paese
Lunedì l’ex presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha depositato i documenti necessari a candidarsi come sindaco di Davao, città nel sud del paese in cui aveva già ricoperto questo ruolo per oltre vent’anni, con tre mandati separati. L’attuale sindaco in carica è suo figlio Sebastian Duterte, che alle prossime elezioni comunali – in programma per maggio del 2025 – si candiderà come vicesindaco.
Della candidatura di Duterte si sta parlando soprattutto alla luce della maniera molto autoritaria in cui ha governato le Filippine negli ultimi ultimi sei anni del suo mandato, tra il 2016 e il 2022.
Da presidente Duterte promosse politiche molto dure sul contrasto alla diffusione della droga, a causa delle quali almeno 6mila persone sospettate di spaccio o tossicodipendenza vennero uccise in una serie di discusse operazioni della polizia. È un bilancio ritenuto comunque sottostimato, e Duterte è stato accusato anche di aver fatto compiere diverse uccisioni extragiudiziali su cui non ci sono dati precisi.
Le azioni di Duterte non sono solo state estesamente criticate da organizzazioni per i diritti umani filippine ed estere, ma sono diventate anche oggetto di un’indagine della Corte penale internazionale, tribunale per crimini internazionali che ha sede all’Aia, nei Paesi Bassi. Nel 2019 Duterte ritirò le Filippine dalla Corte, ma secondo i procuratori questa avrebbe ancora giurisdizione sui crimini in questione, in quanto commessi in un periodo precedente.
Durante una conferenza stampa che si è tenuta sabato, Duterte ha annunciato di voler proseguire con l’approccio duro contro la criminalità, e specialmente lo spaccio. «Se sarò eletto sindaco, farete bene ad andarvene» ha detto, rivolgendosi ai “criminali”, «perché se vi prendo, ci saranno omicidi.»
Duterte, che nel 2022 disse di volersi ritirare, oggi ha 79 anni ma sia lui che la sua famiglia continuano ad avere profondi legami con la politica filippina. Oltre a suo figlio Sebastian, è stata sindaca di Davao anche la figlia, Sara Duterte, che attualmente è vicepresidente delle Filippine e fino allo scorso giugno era anche ministra dell’Istruzione (incarico che ha lasciato per via di alcuni dissidi col presidente in carica, Ferdinand Marcos Jr.). Marcos Jr. è a sua volta il figlio dell’ex dittatore Ferdinand Marcos, che tra gli anni Sessanta e Ottanta impose nel paese un duro regime in cui decine di migliaia di oppositori politici furono torturati o uccisi.
Già al tempo dell’elezione di Marcos Jr. come presidente, nel 2022, si riteneva che un’eventuale elezione di Sara Duterte come vicepresidente del paese sarebbe potuta servire a suo padre Rodrigo per mantenere la propria influenza nella politica del paese. Recentemente Sara Duterte aveva detto che suo padre e i suoi due fratelli si sarebbero candidati come senatori al parlamento nazionale: lo scorso fine settimana però, prima di depositare i documenti per la candidatura da sindaco, Rodrigo Duterte aveva detto di non avere sufficienti energie per ricoprire una carica politica nazionale.