L'ex presidente Jair Bolsonaro con alcune sostenitrici e sostenitori durante un evento della campagna elettorale per le amministrative, Valparaíso de Goías, Brasile, 22 settembre 2024 (AP Photo/Eraldo Peres)

Alle amministrative in Brasile è andata bene la destra

Nelle 26 capitali degli stati in cui è suddiviso il paese, 2 dei candidati del partito dell'ex presidente Jair Bolsonaro sono stati eletti sindaci al primo turno, altri 9 sono al ballottaggio

Domenica in Brasile ci sono state le elezioni amministrative per eleggere i sindaci e i consiglieri in più di 5mila città. Secondo i risultati finora disponibili, il Partito Liberale (PL) dell’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro ha ottenuto risultati molto buoni. Il voto è stato raccontato dai giornali internazionali perché ritenuto importante per il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, di sinistra, per i partiti che compongono il suo governo e per capire le tendenze in vista delle prossime presidenziali, che si terranno nel 2026.

In Brasile la legge elettorale per le amministrative prevede che nei comuni con meno di 200mila votanti basti una maggioranza semplice per essere eletti al primo turno, mentre nei comuni più grandi se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta è necessario un ballottaggio tra i due candidati più votati, che in questo caso si terrà il 27 ottobre. L’attenzione era concentrata sui 103 comuni con più di 200mila elettori, dove si trova anche quasi il 40 per cento dell’elettorato totale (156 milioni di persone) e, soprattutto, sulle 26 capitali degli stati in cui è suddiviso il paese.

Secondo i primi risultati il PL di Bolsonaro ha ottenuto l’elezione al primo turno dei sindaci di due delle 26 capitali: Rio Branco (nel nord) e Maceio (nel nord-est), e avrà un proprio candidato al ballottaggio in 9 delle 15 capitali in cui si tornerà a votare il 27 ottobre. Il Partito dei Lavoratori (PT) di Lula è passato al secondo turno solo in quattro capitali.

Il PT ha ottenuto il miglior risultato a Rio de Janeiro, una delle città più popolose del Brasile insieme a San Paolo, il cui risultato elettorale è spesso influente anche sulla politica nazionale. Il centrista Eduardo Paes, del Partito Social Democratico (PSD) sostenuto da Lula, è stato rieletto per un quarto mandato vincendo al primo turno con oltre il 60 per cento dei voti. Alexandre Ramagem, il candidato appoggiato da Jair Bolsonaro, è arrivato secondo con quasi il 31 per cento dei voti, un risultato comunque più alto di quanto previsto dai sondaggi.

A San Paolo il sindaco uscente Ricardo Nunes, alleato di Bolsonaro, è arrivato invece primo al primo turno con il 29,5 per cento dei voti e il 27 ottobre affronterà Guilherme Boulos, sostenuto da Lula, che domenica ha ottenuto il 29,1 per cento. Il terzo candidato più votato è stato Pablo Marçal, un influencer di estrema destra che nelle ultime settimane aveva stravolto la campagna elettorale salendo moltissimo nei sondaggi a causa di una retorica aggressiva e provocatoria e a un’eccellente capacità di utilizzare a proprio vantaggio i social media. A metà settembre, durante un dibattito elettorale trasmesso in diretta tv, Marçal era stato aggredito con uno sgabello da un candidato con meno consensi, esasperato dalle affermazioni false e diffamatorie su di lui che Marçal continuava a ripetere.

A Belo Horizonte il candidato del PL di Bolsonaro Bruno Engler è arrivato primo e andrà al ballottaggio contro il candidato centrista.

Come ha spiegato all’AFP André Rosa, docente di scienze politiche all’Università di Brasilia, a livello nazionale, «il campo di Bolsonaro è molto più avanti» rispetto alla sinistra rappresentata dal PT di Lula, che non sembra ancora essere uscita dalla crisi che, alle precedenti amministrative del 2020, l’aveva portata a non vincere in nessuna delle 26 capitali. Per le elezioni in corso e con l’obiettivo di superare la crisi di consensi, Lula aveva deciso di allearsi con le altre forze progressiste e moderate di centro, cosa che ha avuto come conseguenza una perdita di protagonismo del PT rispetto ad altri partiti.

«Queste elezioni», ha detto Mayra Goulart, politologa dell’Università di Rio de Janeiro (UFRJ), «sono importanti in vista delle presidenziali del 2026, perché è utile avere il sostegno degli eletti locali, che sono in contatto diretto con gli elettori». Sulle prossime presidenziali c’è comunque ancora molta incertezza: non è chiaro se Lula si ripresenterà, mentre Bolsonaro non potrà ripresentarsi fino al 2030, dato che a giugno del 2023 la Corte Suprema elettorale l’aveva giudicato responsabile di abuso di potere e diffusione di informazioni false, due violazioni delle leggi elettorali brasiliane che lo hanno reso ineleggibile per otto anni. Bolsonaro spera comunque che la sentenza venga ribaltata.

Lula potrebbe modificare l’andamento dei risultati generali delle amministrative se Guilherme Boulos riuscisse ad essere eletto al secondo turno a San Paolo. Ma per arrivare a questo risultato «dovrà investire di più nella campagna», secondo André Rosa. Inoltre il suo avversario Ricardo Nunes potrebbe essere favorito dal trasferimento di voti di Pablo Marçal, che ha ottenuto il consenso di molti elettori bolsonaristi.

Finora la campagna elettorale per le amministrative è stata molto tesa e violenta: nelle ultime settimane tre candidati consiglieri sono stati uccisi e molti altri hanno denunciato aggressioni e intimidazioni. In vista del voto in 5.500 città erano stati schierati più di 23mila soldati.

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