Un allevamento di galline (Nathan Stirk/Getty Images)

In provincia di Ferrara saranno abbattute oltre 400mila galline per l’influenza aviaria

È stato trovato un focolaio nei capannoni dell'azienda Eurovo, dopo che nei giorni scorsi gli operai avevano segnalato morti sospette tra gli animali

In un allevamento di Codigoro, in provincia di Ferrara, dovranno essere abbattute oltre 400mila galline dopo la scoperta di un focolaio di influenza aviaria, una malattia che negli ultimi anni ha causato la morte di milioni di uccelli in tutto il mondo. L’abbattimento delle galline è stato deciso dall’azienda sanitaria di Ferrara dopo aver verificato quanto fosse estesa l’epidemia all’interno dell’allevamento dell’azienda Eurovo, una delle principali in Europa per la distribuzione di uova.

Il rischio di un focolaio era stato segnalato dagli stessi dipendenti dell’allevamento dopo aver trovato diverse galline morte e altre con difficoltà respiratorie. Era stato notato anche uno spessore anomalo del guscio delle uova, molto sottile. In altri casi il guscio non si era formato del tutto. I funzionari dell’azienda sanitaria di Ferrara sono intervenuti venerdì: sono stati prelevati campioni biologici, poi inviati all’istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, in provincia di Padova. Le analisi hanno confermato la presenza dell’influenza aviaria.

Contattata dal Resto del Carlino, l’azienda ha confermato che lunedì mattina sarebbero iniziati gli abbattimenti degli animali. L’allevamento può contenere fino a 800mila galline, ma nei capannoni ce n’erano circa 400mila. Non è la prima epidemia segnalata in questo allevamento: nel 2017 il comune di Codigoro aveva ordinato il sequestro e l’abbattimento di circa 700mila galline, mentre nel 2022 ne erano state abbattute circa 100mila.

Con “influenza aviaria” viene indicata una malattia che interessa principalmente gli uccelli e che viene causata da un’ampia varietà di virus, per quanto imparentati tra loro. Quello che suscita maggiore interesse da qualche anno è H5N1, un virus le cui prime versioni erano state identificate in Cina nella seconda metà degli anni Novanta.

I virus dell’influenza aviaria circolano di continuo tra gli uccelli selvatici e solitamente non causano particolari malattie, al punto che gli esemplari infetti non manifestano sintomi e la loro infezione passa inosservata. Altri virus aviari sono invece più aggressivi e comportano una forma di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), che può comportare gravi conseguenze per gli animali che li contraggono e una diffusione ampia della malattia.

L’attuale forma di aviaria è particolare e osservata con attenzione perché, oltre a causare molti contagi tra gli uccelli e il pollame, mostra una spiccata capacità di trasmettersi anche a specie molto diverse come alcuni mammiferi. Il virus dell’influenza aviaria è imparentato con quello che causa l’influenza stagionale negli esseri umani, l’influenza equina e quella suina, ma le varianti e i sottotipi coinvolti sono differenti tra loro sia in termini di aggressività (virulenza) sia di contagiosità.

Le relative somiglianze e altri fattori rendono comunque possibili i salti di specie, cioè il passaggio del virus da una specie a una diversa. Con l’influenza accade spesso: ci sono casi di influenza umana nei maiali e più in generale si ritiene che l’influenza che stagionalmente ci riguarda sia emersa dagli uccelli.

– Leggi anche: Il caso di influenza aviaria in un umano contagiato da un bovino

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