Manifestanti radunati in piazzale Ostiense a Roma (ANSA/ANGELO CARCONI)

La contestata manifestazione pro Palestina a Roma

Nonostante sia stata vietata si sta tenendo comunque, tra molti controlli della polizia

Oggi a Roma si sta tenendo una manifestazione pro Palestina, nonostante la questura ne abbia vietato lo svolgimento e questo divieto sia stato ribadito dal Tribunale amministrativo regionale (TAR). Per sorvegliare l’arrivo di manifestanti da fuori città e impedire disordini sono stati mobilitati oltre mille agenti di polizia e istituiti controlli alle stazioni e ai caselli autostradali: 19 persone sono state fermate durante i controlli e portate in questura, perché hanno precedenti penali. La manifestazione è cominciata alle 14 in piazzale Ostiense, dove si sono radunate diverse centinaia di persone.

Della manifestazione e della legittimità o meno del suo divieto si era parlato molto negli scorsi giorni. Il corteo era stato convocato da diverse organizzazioni e collettivi pro Palestina a ridosso dell’anniversario dell’attacco di Hamas contro i civili israeliani del 7 ottobre 2023, che ha dato inizio all’invasione dell’esercito israeliano della Striscia di Gaza. La questura di Roma ne aveva però vietato lo svolgimento parlando di motivi di sicurezza pubblica e dicendo che era stata pubblicizzata da realtà che definiscono il 7 ottobre l’inizio della rivoluzione palestinese, cosa che, secondo la questura, «esprime una volontà celebrativa della strage consumata in danno dello Stato di Israele».

Dopo aver fatto ricorso al TAR, che ha però dato ragione alla questura, gli organizzatori hanno comunque deciso di non annullare il corteo: tra i gruppi presenti oggi dovrebbero esserci i Giovani palestinesi, l’Unione democratica arabo palestinese (Udap) e l’Associazione dei palestinesi in Italia, oltre a diversi collettivi e alcune sigle sindacali. L’unica importante associazione a rispettare il divieto della questura è stata la Comunità palestinese d’Italia, che ha deciso di convocare un’altra manifestazione per il 12 ottobre.

Nonostante si parli spesso di manifestazioni “autorizzate” e “non autorizzate” in Italia la legge non prevede che la polizia debba approvare questi eventi, dato che la Costituzione italiana riconosce il diritto a «riunirsi pacificamente». Questa regola ha però dei limiti: per prima cosa ogni volta che qualcuno vuole organizzare una manifestazione deve comunicare almeno 48 ore prima alla questura competente il luogo, la data, l’ora, la motivazione, una stima dei partecipanti e un eventuale percorso. Questa comunicazione non serve ad avere un’approvazione, bensì a dar conto che una manifestazione avverrà, ma è obbligatoria.

Gli unici casi in cui le autorità possono vietare una manifestazione sono quelli in cui è possibile identificare dei «comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica». In relazione alla manifestazione del 5 ottobre a Roma, la polizia nel suo comunicato aveva menzionato anche il rischio di scontri e disordini che avrebbero potuto creare problemi all’ordine pubblico, ma il problema principale, anche nelle dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sembrava comunque quello ideologico.

Continua sul Post