L’esercito israeliano dice che si sta preparando a rispondere all’Iran
L'attacco sembra imminente secondo fonti militari, mentre gli Stati Uniti stanno cercando di dissuadere Israele dal colpire infrastrutture strategiche
Nella giornata di sabato diversi giornali internazionali hanno iniziato a dare come sempre più vicino il momento in cui Israele risponderà all’attacco missilistico dell’Iran del 1° ottobre. Sabato l’esercito israeliano ha anche detto che sta dedicando molto tempo alla preparazione della risposta, che sarà «grave e significativa», secondo quanto riferito da un funzionario dell’esercito in forma anonima all’agenzia di stampa AFP.
Al momento non è noto in cosa consisterà la risposta di Israele, ma gli Stati Uniti hanno fatto sapere di avergli sconsigliato di colpire le infrastrutture legate al programma nucleare iraniano e i giacimenti di petrolio. Venerdì, in una rara apparizione al briefing dei giornalisti alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che «se fossi nei loro panni [di Israele], penserei ad altre alternative rispetto a colpire i giacimenti petroliferi».
Intanto Israele sta continuando a bombardare il sud del Libano e la capitale Beirut, in cui a essere colpite sono spesso zone densamente popolate dove l’esercito israeliano sostiene che si trovino leader di Hezbollah. Nelle scorse ore erano cominciate a circolare delle voci secondo cui un bombardamento piuttosto violento nella giornata di venerdì aveva ucciso Hashem Safieddine, il nuovo leader di Hezbollah, che avrebbe preso il posto di Hassan Nasrallah, ucciso a sua volta una settimana fa. Al momento però non ci sono state conferme ufficiali né dall’esercito, né da Hezbollah. Secondo le Nazioni Unite le persone che a causa dei bombardamenti in Libano si stanno dirigendo in Siria sono oltre 200mila.
Un altro paese che si sta progressivamente allontanando da Israele è la Francia: oggi il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che evitare che il Libano diventi «una nuova Gaza» è «una priorità». Durante un’intervista a France Inter ha sostenuto che al momento una soluzione politica può essere raggiunta «smettendo di consegnare [a Israele] armi per combattere a Gaza» e ha aggiunto che la Francia ha già smesso.
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