L’assurdo film di animazione italiano sulla moda al cinema in questi giorni
La misteriosa storia di “PAPmusic”, che è costato 4 milioni di euro e ne ha incassati poche migliaia, e il cui trailer è diventato famoso online
di Gabriele Niola
Un film di animazione di produzione italiana appena uscito al cinema ha suscitato curiosità, sorpresa e una certa ilarità, prima tra gli addetti ai lavori e poi anche in alcune discussioni sui social network, per le molte caratteristiche stranianti e improbabili che erano evidenti fin dal trailer, pubblicato un paio di mesi fa. Si chiama PAPmusic – Animation for Fashion, lo ha prodotto la società Not Just Music e ha coinvolto alcune personalità italiane famose tra i doppiatori. Lo ha scritto e diretto LeiKiè, una youtuber che si qualifica come cantante e attrice, di fatto sconosciuta al grande pubblico. Nonostante queste premesse, il film aveva un budget non da poco per una produzione italiana (4 milioni di euro), ha coinvolto alcune celebrità italiane nel cast e ha ricevuto una buona copertura stampa, nonostante non sia stato realizzato né distribuito da nessuna delle società tra quelle che lavorano solitamente nel settore.
Lo stile e la qualità dell’animazione di PAPmusic – Animation for Fashion sono molto bassi, vicini all’animazione a budget ridotto dei primi anni Duemila. Il paragone più citato per spiegare la rigidità dei movimenti e il design grossolano è il videogioco The Sims. La storia racconta di un’agenzia di moda che si chiama PAPmusic, in cui i protagonisti, chiamati Lui e Lei, devono lavorare a una collezione innovativa disegnata da Lei, tra diversi problemi imprenditoriali, sentimentali e sessuali. I doppiatori sono Luca Ward (uno dei più importanti in Italia, voce tra i molti di Russell Crowe e Keanu Reeves), Rudy Zerbi, il conduttore radiofonico Marco Mazzoli, il rapper e presentatore televisivo Jake La Furia, la conduttrice Tamara Donà e la stessa LeiKiè.
Al momento in cui è stato scritto questo articolo, il film ha incassato poco meno di settemila euro, nonostante sia stato distribuito, almeno nella prima settimana, in 160 sale cinematografiche, che non sono poche. Significa una media di 43€ per schermo in tutta la settimana. Per fare un confronto Vermiglio, il film italiano senza attori noti e diretto da una regista alla sua seconda opera, che però rappresenta l’Italia agli Oscar, è inizialmente uscito in 70 sale, per poi aumentarle in virtù del successo, arrivando a 200.
Non essendo Not Just Music una società di distribuzione, per poter portare il film nei cinema ha stretto sostanzialmente due accordi con le maggiori catene di multisala italiane, UCI Cinemas e The Space, e poi altri con un numero ridotto di singole strutture sparse. I termini degli accordi non sono noti, ma un tipo di distribuzione simile può essere frutto sia di un desiderio dei cinema di proiettare il film perché ritenuto economicamente conveniente, sia di un diverso tipo di accordo per il quale il cinema richiede un pagamento anticipato per mettere a disposizione le sale.
Come spiega il film stesso all’inizio, PAPmusic è un nome che deriva dall’unione di Pop Music, Pop Art e l’acronimo di Prêt-à-Porter. Nella descrizione del film sul sito di Not Just Music si parla di «un’esperienza animata unica, dove design, musica, moda e patrimonio artistico si fondono insieme». Gli stessi toni molto enfatici sono usati per descrivere LeiKiè, presentata come «la voce femminile della satira e del no sense, ma anche dell’anima».
Nelle interviste dice di avere avuto esperienze di teatro e di avere lavorato nella moda, oltre ad aver fondato Not Just Music. Prima del film era attiva principalmente su YouTube, dove a partire dal 2019 ha pubblicato i video di alcune sue canzoni pop nonsense – come “Culinaria”, “Baciami Ba…” e “Tu Pedida” – doppiati peraltro in diverse lingue compreso il giapponese, che in certi casi hanno centinaia di migliaia di visualizzazioni. Sui social però LeiKiè non ha apparentemente un vero seguito: su Instagram ha poco più di 500 follower, su Facebook circa 3500, ma le pochissime interazioni ai suoi post lasciano pensare che non siano particolarmente attivi. Quasi mai la stampa si era occupata di lei prima del film.
Nonostante gli scarsi successi, di PAPmusic si è parlato molto online nel momento in cui il trailer ha cominciato a circolare, soprattutto per i dialoghi sopra le righe, le allusioni sessuali, i suoni da cartoon, l’arretratezza dell’idea di animazione e la maniera in cui associa musica, moda e patrimonio artistico italiano senza troppa coesione. Su YouTube è diventato per qualche giorno il soggetto di diverse video reaction. In particolare, la content creator Corviskiddo ha anche riportato le opinioni di alcune persone che avevano lavorato al film. In risposta a queste critiche e prese in giro, LeiKiè ha realizzato un video di risposta di 9 minuti, parlando di “hater” e spiegando di aver lavorato per anni al film, «sabato e domenica compresi».
L’accoglienza della critica, prevedibilmente, non è stata buona. Il sito Fumettologica ha scritto: «I materiali stampa di PAPmusic sono stati derisi e sbeffeggiati dal pubblico e da alcune personalità su Internet. Al centro delle molte discussioni sollevate, c’è il fatto che tecnologicamente il film sembra in ritardo di vent’anni, con design, rendering e animazioni vicine a Barbie e lo schiaccianoci (2001), e anche la storia non sembra brillare per bontà, girando dalle parti di The Lady di Lory Del Santo».
Su MYmovies, Simone Granata ha scritto che «i dialoghi non sono né abbastanza frizzanti, né irriverenti, e la commedia non riesce mai a divertire come avrebbe voluto, se non in maniera involontaria […] Il risultato è un prodotto che per temi (vita lavorativa, marketing della moda, relazioni occasionali, per quanto sia tutto ridotto a una logica elementare) e sviluppo non può rivolgersi ai bambini, ma che è troppo superficiale per i più grandi».
Ciononostante, prima della sua uscita e prima che se ne iniziasse a parlare online, PAPmusic – Animation for Fashion ha ricevuto una buona copertura stampa, con la pubblicazione di comunicati o clip del film su ANSA, Repubblica e RaiNews, presentazioni su Vanity Fair e interviste su siti specializzati come Best Movie o Comingsoon. Oltre a una buona distribuzione, quindi, il film ha ricevuto anche una buona promozione a mezzo stampa, a cui ne ha affiancata una più moderata nelle sale e sulla cartellonistica.
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C’è stato anche un evento durante la Mostra del cinema di Venezia, esterno e non collegato in nessuna maniera al festival, ma nella zona e nei giorni in cui si svolge il festival: una festa alla quale la produzione ha fatto intervenire quasi tutti gli attori coinvolti. Alcuni articoli hanno erroneamente scritto che il film è stato “presentato alla Mostra di Venezia”. È un tipo di comunicazione da grande film, che quasi tutti quelli piccoli non sono in grado di permettersi, frutto anche del lavoro di Massimo Zoara, cantante, compositore e arrangiatore musicale, e di Kristin Greiner, dirigente di alto livello per 17 anni in Disney Italia e per 6 anni in Warner Bros. Entertainment Italia, che ha lavorato al marketing del film.
PAPmusic ha Radio 105 come partner, è patrocinato dalla Nazionale Italiana Cantanti e sui titoli di testa ringrazia la concessionaria di pubblicità Multiradio (sul suo sito la rassegna stampa radiofonica è particolarmente folta). Sempre prima dei titoli di testa del film, un cartello spiega che:
«L’idea del film è nata 14 anni fa. Dopo aver bussato invano per qualche anno alle porte dei produttori di animazione, 10 anni fa abbiamo deciso di produrre il film direttamente, senza sapere come fare. Cinque persone hanno lavorato sulla pre-produzione per diversi anni, mentre una media di 20 persone alla volta ha lavorato nel nostro piccolo laboratorio creativo sulla produzione e post-produzione, con un turnover complessivo che ha coinvolto circa 200 giovani collaboratori, quasi tutti neolaureati. Grazie all’impegno di tutti e all’ingegno di molti di loro, finalmente oggi possiamo mostrarvi PAPmusic»
Come fa notare il testo stesso, si tratta di numeri decisamente inferiori a quelli necessari per realizzare un lungometraggio animato, e che tuttavia spiegano la resa visiva del risultato finale.
Come la quasi totalità delle produzioni audiovisive italiane, anche PAPmusic – Animation for Fashion ha chiesto i contributi pubblici alla produzione, cioè i finanziamenti statali. Questi sono di due tipi. Quelli automatici, elargiti a qualunque produzione rispetti i parametri fissati, e che dunque non dipendono da una valutazione del progetto in quanto incentivo alla produzione sotto forma di uno sgravio fiscale (chiamato tax credit). Not Just Music ha beneficiato del tax credit nel 2021 (a preventivo, quindi) per 1,5 milioni di euro. Uno dei requisiti per ricevere il tax credit è che una somma equivalente a quella ricevuta debba essere messa dalla produzione; in questo senso il tax credit è un incentivo di natura imprenditoriale, che funziona come stimolo alla produzione in generale e non come selezione di progetti meritevoli. A seguito delle difficoltà dopo la pandemia da COVID-19, poi, i requisiti per richiederlo sono stati molto allargati per aiutare il settore.
Inoltre, Not Just Music ha beneficiato anche di un’altra forma di finanziamento, i contributi selettivi. Questi sono elargiti da una commissione sulla base di un punteggio formato sia da meriti artistici, sia da valutazioni tecniche e produttive, che di potenzialità festivaliere e raggiungimento di alcune soglie di pari opportunità all’interno della produzione e impegno per la sostenibilità ambientale. In più la produzione animata, essendo un settore debole in Italia, è molto spinta e sostenuta, in certi casi con fondi appositi. PAPmusic si è qualificato con il punteggio minimo possibile e ha ricevuto 200mila €, cioè poco meno del 5% del suo budget.
Durante la conferenza stampa di PAPmusic – Animation for Fashion è stato anche annunciato un sequel del film. Non è chiaro se l’insuccesso commerciale di questo primo possa compromettere la produzione del secondo.