Due ragazzi svedesi sono stati incriminati per due esplosioni avvenute vicino all’ambasciata israeliana a Copenaghen, in Danimarca

La polizia danese vicino al luogo delle esplosioni, Copenaghen, 2 ottobre (Emil Nicolai Helms/ Ritzau Scanpix via AP)
La polizia danese vicino al luogo delle esplosioni, Copenaghen, 2 ottobre (Emil Nicolai Helms/ Ritzau Scanpix via AP)

Due ragazzi svedesi di 16 e 19 anni sono stati incriminati con l’accusa di aver fatto esplodere due bombe a mano vicino all’ambasciata israeliana a Copenaghen, la capitale della Danimarca. I due erano stati arrestati mercoledì pomeriggio, poco dopo le esplosioni, che avevano solo danneggiato lievemente un edificio vicino senza provocare feriti.

Da un anno Israele ha invaso la Striscia di Gaza, dove ha ucciso oltre 42mila persone, e in questi giorni ha invaso anche il sud del Libano, dove sta combattendo contro Hezbollah: nello stesso periodo ci sono stati molti attacchi contro le sue ambasciate in diversi paesi europei e nel resto del mondo. Al momento però non sono state diffuse informazioni sulle motivazioni dei ragazzi svedesi arrestati e non è chiaro se avessero come obiettivo proprio l’ambasciata.

La polizia danese ha fatto sapere che i due rimarranno in detenzione preventiva fino al prossimo 30 ottobre; un altro ragazzo sempre di 19 anni è stato rilasciato dopo essere stato interrogato. Negli ultimi tempi in Danimarca sono aumentati i crimini violenti commessi da giovani cittadini svedesi, che spesso sono minorenni e figli di persone immigrate, e vengono reclutati appositamente da gruppi criminali locali. Dall’inizio dell’anno almeno dieci di loro sono stati accusati di possesso di armi o tentato omicidio.

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