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  • Mercoledì 2 ottobre 2024

L’attacco iraniano contro Israele con i video e le mappe

Che luoghi sono stati colpiti, perché questa volta non sono stati intercettati tutti i missili, e che danni sono stati fatti

Persone israeliane cercano di ripararsi dall'attacco missilistico iraniano a Rosh Haayin, a est di Tel Aviv
Persone israeliane cercano di ripararsi dall'attacco missilistico iraniano a Rosh Haayin, a est di Tel Aviv (AP Photo/Maya Alleruzzo)

L’attacco iraniano contro Israele di martedì notte è il secondo mai compiuto dall’Iran contro il territorio israeliano, e di gran lunga il più grave. L’attacco precedente, dello scorso aprile, era stato in gran parte simbolico: l’Iran l’aveva segnalato con largo anticipo e Israele e i suoi alleati erano riusciti a intercettare praticamente tutti i missili e i droni lanciati contro il territorio israeliano.

Martedì le cose sono andate diversamente: l’Iran non ha fatto avvertimenti e ha lanciato a sorpresa circa 180 missili balistici, che sono tra i più difficili da intercettare. Molti sono caduti in territorio israeliano, anche in aree abitate: se le vittime sono state pochissime (un morto palestinese in Cisgiordania, pochi feriti) è soprattutto grazie all’efficacia del sistema di difesa antiaerea israeliano e alla presenza capillare di rifugi in tutto il paese, in cui milioni di israeliani hanno potuto nascondersi.

L’attacco è cominciato alle 19 e 30 israeliane: nelle ore precedenti sia gli Stati Uniti sia Israele avevano ottenuto informazioni che l’Iran stesse preparando un qualche tipo di azione militare, ma non c’erano certezze su quando e su come sarebbe avvenuto. Formalmente l’Iran ha attaccato Israele come ritorsione per l’uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e di altre personalità come il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, ucciso da Israele lo scorso luglio. L’attacco è inoltre avvenuto nello stesso giorno dell’annuncio da parte dell’esercito israeliano dell’inizio dell’invasione del sud del Libano.

I missili balistici sono stati lanciati da basi militari in territorio iraniano e hanno impiegato circa una ventina di minuti ad arrivare in prossimità di Israele. Tra le altre cose, un pilota della compagnia aerea British Airways ha filmato dal suo aereo la partenza dei missili dalla base militare di Shiraz.

Quasi immediatamente i sistemi di allerta israeliani hanno avvertito della possibilità di impatti: l’ampiezza dell’attacco si vede bene da questa mappa pubblicata dall’esercito israeliano, che mostra come le allerte missilistiche abbiano praticamente coperto tutto il territorio di Israele, tranne le zone più desertiche del sud.

I missili hanno attraversato i cieli di alcuni paesi arabi e poi sono entrati nello spazio aereo israeliano, ripresi in varie zone del paese. Uno dei video più notevoli è stato fatto dalla città vecchia di Gerusalemme.

Immediatamente si è iniziato a capire che, al contrario di quanto era avvenuto ad aprile, molti missili iraniani non erano stati intercettati e stavano effettivamente cadendo in territorio israeliano.

Sul momento si è pensato a una possibile strage: nel video qui sotto per esempio si vedono molti missili intercettati – quelli esplosi in aria – ma anche molti esplosi a terra.

Dopo relativamente poco tempo diversi analisti hanno spiegato che il sistema di difesa antimissile stava usando un approccio selettivo: intercettava i missili ritenuti più pericolosi, che rischiavano di cadere su centri abitati e obiettivi sensibili, e lasciava cadere quelli diretti verso campi aperti o zone disabitate.

Nonostante questo, molti missili non intercettati sono arrivati molto vicino a colpire edifici civili e obiettivi sensibili.

In queste ore sono circolati video pubblicati online e poi confermati da media ed esperti sui luoghi più importanti colpiti dai missili. Tra questi c’è Tel Aviv: in particolare si è parlato molto di un missile arrivato a meno di 500 metri dalla sede del Mossad, l’agenzia d’intelligence esterna israeliana.

In generale, Tel Aviv è stata colpita in più punti dai missili iraniani.

Un altro luogo colpito intensamente è stato la base dell’aviazione israeliana a Nevatim, nel sud del paese, sulla quale – o nei pressi della quale – sono caduti molti missili. Non è ancora chiaro, a molte ore di distanza, quanto sia ampia l’estensione dei danni a Nevatim, anche perché Israele ha chiesto di evitare di pubblicare foto e video dei danni.

È stato verificato anche il video di un impatto a Gedera, nella parte centrale di Israele: un missile ha colpito una scuola, creando un cratere e danneggiando gravemente l’edificio.

Ci sono stati impatti con grosse esplosioni attorno alla base aeronautica israeliana di Tel Nof. Anche in questo caso non è chiara l’entità dei danni.

I missili iraniani, o frammenti di missili intercettati, sono caduti anche in Cisgiordania. Qui c’è stato l’unico morto confermato dell’attacco: un uomo palestinese che si trovava vicino a Gerico, e che è stato colpito da un frammento di missile.

Nella mappa qui sotto si vede la posizione degli impatti che sono stati verificati. La mappa non può essere considerata esaustiva, ma anche così è possibile vedere che l’attacco iraniano aveva alcuni obiettivi militari, come le basi aeronautiche e la sede del Mossad, ma che al tempo stesso molti missili sono caduti su zone civili.

L’attacco, dunque, era stato pensato per avere effetti distruttivi, o comunque per essere molto più pericoloso di tutti gli attacchi precedenti. Il fatto che, almeno in termini di morti e feriti, sia stato praticamente neutralizzato è merito soprattutto del sistema di difesa aerea israeliano.