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  • Mercoledì 2 ottobre 2024

Cosa vuol dire “triggerare”? E “shippare”?

La linguista Beatrice Cristalli spiega ai meno giovani queste e altre espressioni relativamente nuove, nel suo “Dizionario per boomer”

Alcuni adolescenti utilizzano i loro smartphone in una via del centro, Milano, 7 settembre 2023. (ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)
Alcuni adolescenti utilizzano i loro smartphone in una via del centro, Milano, 7 settembre 2023. (ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

Le lingue sono insiemi di parole in continuo cambiamento e i neologismi, nonostante il termine, non sono mai stati una novità: inizialmente sono usati solo da una piccola parte dei parlanti, poi si diffondono e nei casi di particolare successo vengono adottati in modo stabile, al punto che dopo un po’ di tempo ci si dimentica quasi di quando non c’erano. Tra i più prolifici creatori di neologismi ci sono le persone più giovani: succede per ogni generazione, e quindi tra le incomprensioni legate alle differenze d’età alcune riguardano proprio le parole nuove. Quelle di oggi sono in buona parte italianizzazioni di espressioni in inglese e spesso sono legate all’uso dei social, ai videogiochi e ai meme.

La linguista Beatrice Cristalli, che collabora con il sito dell’Enciclopedia Treccani e lavora come consulente per l’editoria scolastica, ha raccolto e spiegato più di cinquanta espressioni dell’attuale slang giovanile nel suo Dizionario per boomer. Capire le nuove generazioni da poco portato in libreria da Rizzoli. Ne pubblichiamo un estratto che riunisce le definizioni di “mio padre/mia madre” (usate in un contesto che non è quello a cui pensate), “shippare” e “triggerare”.

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MIA MADRE/MIO PADRE
Un tempo si sarebbe detto “Ti stimo fratello” e/o “ti stimo sorella”, oggi, le leggi brachilogiche dello slang generazionale vogliono semplicemente “padre” o “madre”.

Espressioni che gli adolescenti utilizzano, soprattutto nel linguaggio digitale dei social media, per esprimere rispetto verso qualcuno o qualcuna. Secondo il dossier a cura di Babbel, dal titolo Da “I.Y.K.Y.K” a “Delulu”, passando per “tea” e “dupe”: il nuovo glossario dei social media da conoscere per il 2024, la parola madre è utilizzata per «descrivere donne famose particolarmente stimate ed omaggiate dai propri fan per il successo delle loro carriere artistiche. Chiamare una donna del mondo dello spettacolo (per esempio, Beyoncé e Adele) madre è un modo dei fan per esprimere riconoscimento per il duro lavoro che hanno svolto per migliorare l’industria di riferimento (per esempio, musicale)».

SHIPPARE
Se inizialmente shippare riguardava celebrità, personaggi dello spettacolo e/o del cinema, oggi questo verbo ha modificato il concetto stesso di relazione tra i teenager.

Si shippano anche i compagni e le compagne di classe, i professori, le professoresse, conoscenti e così via. Non fatevi trarre in inganno dalla somiglianza con il verbo scippare (la cui pronuncia in effetti è uguale), voce napoletana dall’etimo incerto (forse dal latino parlato excippare, ovvero “levare una pianta dal ceppo”) che significa “strappare” e si riferisce al furto di destrezza, a strappo. Shippare deriva dal suffisso inglese -ship e in particolare dal sostantivo relationship, “relazione sentimentale”, ma ha assunto una sfumatura ben diversa dal significato originario, che, proprio per la presenza del suffisso, sembra relegato alla dimensione della staticità, come tanti altri termini con –ship (fellowship, friendship e così via).

Shippare significa mettere in moto lo shipping, l’azione di “accoppiamento”, ovvero fantasticare su una coppia ancora non nata e tifare perché la loro relazione si evolva, come registrato dal Merriam-Webster nel 2021 (Words We’re Watching: A New Sense of ‘Ship’). Letteralmente potremmo tradurre l’espressione in questo modo: “vedere bene due persone insieme e sperare che ciò accada”. Quando poi la coppia si realizza nella realtà, le due persone, come spiega Vera Gheno in un approfondimento uscito su Treccani.it, diventano «un One True Pairing (OTP), tanto da portare alla fusione dei loro nomi, come, al tempo, Brangelina da Brad Pitt e Angelina Jolie».

TRIGGERARE
«Quali sono le cose che ti triggerano di più?» Una te la dico già io. Ti triggerano i neologismi e le parole nuove, perché suonano strane la prima volta che li senti nominare.

Triggerare è un classico esempio e riguarda un ampio campo semantico che ha come base il nervoso che si diffonde nelle tue vene. Morfologicamente parlando, questo termine, entrato nell’elenco delle parole nuove dell’Accademia della Crusca, è interpretato come derivato dal sostantivo inglese trigger, ovvero “grilletto” con l’aggiunta del suffisso –are, che lo trasforma nel verbo “innescare, far scattare, attivare”, o come adattamento dell’inglese to trigger proprio nel senso di “far arrabbiare” (qualcuno/a per qualcosa).

Come riporta la scheda dedicata dell’Accademia della Crusca, «a partire circa dal 2016, sull’onda della diffusione di un meme identificabile, appunto, con il nome di “Triggered”, la forma triggerare ha acquistato un nuovo significato, strettamente legato agli ambiti d’uso del web, dei social network, dei forum». Il verbo è utilizzato oggi nell’era del Web 3.0 per descrivere una specifica dinamica, quella di attivare una reazione (non a caso nei social network si parla di reaction), che tendenzialmente è di rabbia. Insomma, chi ti triggera vuole proprio farti “sclerare”.

Se hai già sentito nominare tempo fa la parola trigger, non si tratta propriamente del significato d’uso che ne fanno le nuove generazioni: nel mondo anglofono è ancora ampiamente usato per esempio in ambito psicologico, soprattutto con l’espressione “trigger emozionali”, per indicare tutto ciò che è in grado di innescare una reazione di rabbia o sofferenza dovute a traumi subìti. Sui social network, quest’uso specialistico del termine si è evoluto nell’espressione trigger warnings, traducibile in italiano come “avvisi di trigger”, ovvero l’avvertimento su contenuti che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno/a. Un esempio possono essere immagini o video che riguardano la guerra, incidenti, ma anche abusi sessuali e malattie mentali. I giovanissimi utilizzano l’abbreviazione tw, usata anche come hashtag.

Sempre sui social, la parola trigger ha assunto anche un altro significato, soprattutto nella pratica dell’ASMR (Acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response, “risposta autonoma del meridiano sensoriale”: è una sensazione di rilassamento provocata da alcuni suoni e tonalità della voce che si accompagna spesso a formicolii alla base della testa). Nel lessico specialistico si parla appunto di trigger più che di semplici suoni, perché innescano una sensazione di calma e benessere che parte dal cuoio capelluto per diffondersi in tutto il corpo.

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La copertina di "Dizionario per boomer"