Una ragazza chiede l'elemosina nella metro di Stoccolma, nel 2020 (Sandberg Magnus)

In Svezia si discute di rendere illegale chiedere l’elemosina

Il governo di centrodestra ha incaricato una commissione di valutare come farlo, ma non tutta la coalizione è d'accordo

Lunedì il governo di centrodestra svedese ha annunciato la formazione di una commissione incaricata di redigere un rapporto per indicare come introdurre un divieto nazionale di accattonaggio, l’atto di chiedere l’elemosina, da presentare entro giugno dell’anno prossimo. L’annuncio è stato criticato da varie associazioni, ma anche da alcuni membri della coalizione di governo, e non è chiaro cosa prevederà di preciso un eventuale divieto, né se verrà effettivamente introdotto.

Le città svedesi possono già vietare l’accattonaggio in alcuni luoghi specifici. L’introduzione di un divieto a livello nazionale era una delle proposte della campagna elettorale dei Democratici Svedesi, un partito di estrema destra che in parlamento sostiene il governo, pur non facendone parte. La creazione di una commissione che valuti come attuarlo era stata quindi inserita nell’“accordo di Tidö” del 2022, quello con cui i Democratici Svedesi si erano impegnati a sostenere il governo.

Ma fra i tre partiti della coalizione (cioè Moderati, Democratici Cristiani e Liberali) non tutti sono d’accordo: i Liberali in particolare sono quelli meno favorevoli a un divieto nazionale di accattonaggio, e l’anno scorso il congresso del partito aveva deciso che si sarebbe opposto alla sua introduzione. Basta che solo tre dei suoi 16 parlamentari votino contro la proposta, che comunque deve essere ancora elaborata, perché la coalizione di governo perda la maggioranza in parlamento. Per questo il tema è considerato particolarmente rischioso per la coalizione, che finora si è dimostrata molto solida.

Anna Starbrink, una parlamentare del Partito Liberale, ha già detto che non contribuirà all’introduzione del divieto, perché «non si può vietare alle persone di chiedere aiuto». Anche diverse associazioni hanno criticato la decisione del governo: Fanny Siltberg, portavoce dell’associazione cristiana Stockholms Stadsmission, ha definito il divieto «un inutile tentativo di spostare il problema rendendo illegale la povertà». Secondo Siltberg per ridurre l’accattonaggio occorrono interventi strutturali per ridurre la povertà e le discriminazioni.

Aida Samani, responsabile giuridica dell’ONG Human Rights Defender, ha detto che la volontà di introdurre il divieto segnala l’orientamento del governo verso «politiche più oppressive» in tema di diritti umani e migrazione, e che la sua organizzazione valuterà se presentare un ricorso contro il divieto, se lo riterrà contrario alla costituzione svedese. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha già stabilito che le sanzioni contro le persone che fanno l’elemosina (uno degli strumenti che il governo potrebbe decidere di introdurre) violano i diritti sanciti nella Convenzione europea (CEDU), ratificata dalla Svezia.

Secondo il governo svedese il numero di mendicanti nel paese è cresciuto moltissimo a partire dal 2010, quando persone di altri paesi europei hanno iniziato a entrare in Svezia apposta per chiedere l’elemosina. Linda Lindberg, capogruppo dei Democratici Svedesi nel parlamento unicamerale svedese, ha detto che l’aumento del numero dei mendicanti ha portato anche all’aumento della criminalità. Secondo l’edizione svedese del giornale online The Local però il numero di mendicanti nelle strade svedesi è diminuito sensibilmente negli ultimi anni, in parte a causa della pandemia di Covid-19 e in parte a causa del fatto che sempre meno persone usano denaro contante nel paese, preferendo invece fare pagamenti elettronici.

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Così come la coalizione al governo è divisa sul tema, anche i partiti di opposizione per ora non hanno manifestato una posizione univoca: i Verdi, il Partito di Centro e quello della Sinistra hanno detto che si opporranno a una legge per vietare l’accattonaggio, ma i Socialdemocratici (il più grosso partito in parlamento) non ha detto che lo farà. Anche se il Partito Liberale dovesse opporsi al divieto, la legge potrebbe quindi passare grazie al sostegno dei Socialdemocratici.

L’esatta natura del divieto è comunque del tutto incerta. Il governo ha incaricato la commissione, guidata dall’ex magistrato ed ex politico dei Moderati Krister Thelin, di valutare varie modalità possibili per introdurre un divieto a livello nazionale. La norma dovrà comunque rispettare l’autonomia riconosciuta alle città svedesi. La commissione analizzerà il funzionamento della normativa attuale, i modi in cui è possibile espanderla e i vantaggi e gli svantaggi che presenta rispetto a un eventuale divieto nazionale.

A prescindere dai risultati di queste analisi poi il governo ha vincolato la commissione a presentare una proposta di legge per introdurre un divieto nazionale, che poi il governo deciderà se sottoporre o meno al parlamento. Thelin in passato aveva detto di preferire l’espansione dei divieti a livello locale rispetto all’introduzione di uno a livello nazionale.

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