Il dibattito tra Vance e Walz è stato molto civile
Ed è una cosa che ha giocato in favore del candidato dei Repubblicani alla vicepresidenza, mentre il secondo è parso molto meno efficace
Il dibattito di martedì sera fra i candidati alla vicepresidenza degli Stati Uniti Tim Walz e J.D. Vance ha avuto toni più civili e cortesi rispetto a quello che si era tenuto a settembre tra i candidati presidenti Kamala Harris e Donald Trump.
Il senatore Repubblicano dell’Ohio Vance e il governatore del Minnesota Democratico Walz hanno evitato quasi sempre attacchi personali, in un clima generalmente cordiale. Tra i due comunque il più sciolto, efficace e convincente è stato Vance, mentre Walz è parso spesso nervoso e incerto, soprattutto nella parte iniziale del dibattito, ed è sembrato impreparato a gestire l’inaspettata gentilezza del rivale.
Il dibattito è stato trasmesso dagli studi di CBS a New York, era moderato dalle giornaliste della rete Norah O’Donnell e Margaret Brennan ed è durato poco meno di due ore. La prima domanda è stata sulla situazione in Medio Oriente: sia Vance che Walz hanno un po’ tergiversato, evitando di dire in maniera chiara se sosterrebbero un eventuale intervento militare di Israele contro l’Iran. Ma Walz è sembrato da subito un po’ fuori fuoco, mentre Vance ha detto che spetta a Israele decidere cosa fare.
La seconda domanda è stata sulla tempesta Helene, che la settimana scorsa aveva provocato decine di morti negli Stati Uniti, e la terza sull’immigrazione: un tema su cui Vance ha spesso diffuso teorie false, che in parte ha ribadito anche nel suo intervento, e su cui ha cercato di dilungarsi, con il risultato che gli è stato chiuso il microfono.
Lo scambio più significativo della serata è stato probabilmente quello in cui Vance si è rifiutato di dire che Trump ha perso le elezioni presidenziali del 2020 vinte dal Democratico Joe Biden, sostenendo di essere invece «concentrato sul futuro»: Walz l’ha definita una «non risposta eloquente». Il candidato alla vicepresidenza Repubblicano ha sostenuto inoltre che Trump abbia «ceduto il potere in maniera pacifica», quando invece aveva fomentato l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021; ha anche lasciato intendere che accetterebbe un’eventuale sconfitta alle prossime elezioni, senza però dirlo chiaramente.
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In generale Vance ha dimostrato di avere una buona parlantina: si è rivolto spesso al suo interlocutore, riprendendo domande e risposte precedenti. Walz invece è rimasto a lungo con la testa bassa per prendere appunti e di tanto in tanto, quando l’ha alzata, ha guardato la telecamera con occhi un po’ sgranati.
Tra le altre cose Walz ha ammesso di aver mentito sul fatto di essere stato in Cina durante le proteste di piazza Tiananmen del 1989, e ha sostenuto di essersi confuso. A Vance invece è stato chiesto dei suoi primi commenti critici su Trump, su cui ha detto di essersi sbagliato, per poi procedere a elogiarlo. I momenti migliori di Walz sono stati nelle discussioni su temi forti del Partito Democratico, come aborto e armi: ha rivelato che il figlio 17enne assistette a una sparatoria, una cosa in precedenza non nota. Vance d’altra parte ha detto cose false o fuorvianti sia sull’aborto che sui congedi parentali e sulla sanità.
Molto probabilmente il dibattito tra Vance e Walz è stato l’ultimo dibattito fra candidati a un mese dalle elezioni del 5 novembre, dato che dopo la criticata performance nel dibattito con Harris Trump ha detto di non voler più partecipare ad altri confronti. Visto che si vota per i candidati presidenti, e non per i vice, l’impatto del dibattito di martedì sull’esito delle elezioni sarà molto limitato. Almeno nei prossimi giorni però Vance potrà godere di articoli favorevoli sulla stampa, cosa che potrebbe avere effetti positivi sulla campagna elettorale dei Repubblicani.
Il confronto tra Vance e Walz non è stato insomma un evento memorabile, ma come ha scritto il New York Times in generale i due sono riusciti a portare a termine «l’obiettivo principale di un dibattito tra vicepresidenti», ovvero quello di non danneggiare il rispettivo candidato alla presidenza.
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