Asheville era una città in espansione: poi è arrivata la tempesta Helene
Negli anni scorsi era riuscita ad attirare imprenditori, artisti e capitali da fuori, cosa rara per il North Carolina: ora molti edifici sono stati distrutti
La città di Asheville, in North Carolina, è tra le località che hanno subìto i danni più ingenti per via del passaggio della tempesta Helene, che alla fine della scorsa settimana ha colpito il sudest degli Stati Uniti. Da giorni in città manca l’acqua corrente, molte strade che la raggiungono sono interrotte e la rete internet e telefonica prende solo in alcuni punti sporadici. Nei giorni scorsi Helene ha colpito diverse città statunitensi, ma ad Asheville ha interrotto una crescita economica e sociale che aveva pochi precedenti, in uno stato non esattamente dinamico come il North Carolina.
In città Helene ha distrutto o danneggiato gran parte degli edifici del River Arts District, un quartiere a est del fiume French Broad che negli ultimi anni è diventato molto popolare grazie all’apertura di numerosi bar, ristoranti e gallerie d’arte. «Cosa possiamo provare a salvare? Non c’è più niente», ha detto al Wall Street Journal Erin Stefanacci, il cui studio di yoga nel quartiere è stato allagato dalle piogge e dal fango. Insieme alla sua socia Megan Parker avevano provato a spostare i mobili e le attrezzature al secondo piano, per limitare i danni, ma l’acqua è comunque arrivata fino al soffitto.
Asheville ha poco meno di 100mila abitanti e si trova nella zona del Blue Ridge, un tratto della catena montuosa degli Appalachi che si estende nella parte orientale degli Stati Uniti. In passato la città aveva già affrontato una grossa inondazione: nel 1916 delle tempeste fecero esondare i fiumi e allagarono strade ed edifici, in quella che ancora oggi viene ricordata come «la grande alluvione» («The Great Flood»).
Negli anni successivi però la città è cresciuta e cambiata molto. A partire dagli anni Ottanta ha attratto artisti e imprenditori, interessati anche ad approfittare di un costo della vita notevolmente inferiore rispetto a quello di molte altre città statunitensi. Hanno aperto numerosi birrifici (ce ne sono 42, secondo gli ultimi dati) e ristoranti di fascia alta. La città stava iniziando a fare i conti con gli effetti della gentrificazione, il fenomeno per cui l’arrivo di persone benestanti trasforma le città facendo salire i prezzi e costringendo indirettamente i residenti meno abbienti a spostarsi altrove.
Al di là delle ragioni economiche, molte persone soprattutto negli ultimi anni si erano trasferite ad Asheville anche per allontanarsi da zone soggette a frequenti disastri naturali favoriti dal cambiamento climatico, come la California, dove spesso ci sono incendi molto estesi.
La tempesta Helene ha cambiato tutto, portando molti a rivalutare la sensazione di sicurezza che si stava consolidando tra gli abitanti. «Ho sempre pensato che in questa regione fossimo al sicuro [dai danni del] cambiamento climatico», ha detto al New York Times Erica Scott, una fotografa che ha dopo aver vissuto a lungo in California si è trasferita ad Asheville 16 anni fa. «Ora mi chiedo se ci sia qualche posto sicuro».
La tempesta Helene ha causato almeno 40 morti nella contea di Buncombe, che include Asheville, e le autorità locali stanno chiedendo a tutti di non muoversi verso la città, in modo da lasciare le strade il più possibile libere per il passaggio dei mezzi di emergenza. Il ripristino dell’acqua corrente potrebbe richiedere settimane, e nel frattempo in vari punti sono stati aperti dei centri di emergenza per distribuzione di acqua e cibo. Molte persone hanno raccontato ai giornali che non avevano un’assicurazione contro i danni delle alluvioni, o comunque avevano polizze che non saranno sufficienti a coprire tutte le spese.
Secondo gli esperti la zona ovest del North Carolina ha subito danni così rilevanti perché lì la tempesta Helene ha incontrato le correnti d’aria fredda tipiche della catena degli Appalachi, cosa che ha reso le piogge ancora più intense. La tempesta ha comunque causato danni anche in altre zone del sudest degli Stati Uniti: ha colpito la Florida con venti fino a 225 chilometri orari, distruggendo alcune case nei dintorni di Tampa. Più di un milione e mezzo di persone è rimasto senza energia elettrica tra Georgia e South Carolina, dove molti alberi sono caduti tranciando le linee.
Mercoledì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe visitare il North Carolina per vedere le zone più colpite. Circa 3.500 dipendenti federali sono stati inviati nelle zone colpite per aiutare con le operazioni di soccorso e il governo ha approvato lo stato di emergenza in vari stati, un passaggio formale che facilita l’erogazione di fondi e risorse aggiuntive.