Tre importanti dirigenti argentini dell’Opus Dei sono stati accusati di sfruttamento del lavoro nei confronti di decine di donne
In Argentina alcuni importanti dirigenti dell’Opus Dei, una delle organizzazioni più influenti e conservatrici della Chiesa cattolica, sono stati accusati di aver assunto 44 donne come collaboratrici, e di averle sottoposte successivamente a «condizioni di vita paragonabili alla servitù». L’accusa, presentata da una procura federale argentina, segue la denuncia di diverse donne che nei mesi scorsi avevano raccontato di essere state costrette a svolgere lavori domestici umilianti e private della libertà. I fatti contestati si riferiscono a un periodo di tempo che va dal 1972 al 2015: secondo i procuratori, queste donne «sono state sottoposte a uno sfruttamento lavorativo estremo, con una totale mancanza di giusta retribuzione e di diritti fondamentali, il tutto con il pretesto del “sacrificio” e della “salvezza spirituale”». I dirigenti dell’Opus Dei accusati sono Carlos Nannei, Patricio Olmos e Víctor Urrestarazu: i giudici dovranno decidere se rinviarli a giudizio o archiviare le accuse.
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