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  • Martedì 1 ottobre 2024

Cos’è successo nel primo giorno di invasione israeliana in Libano

Sull'avanzata si hanno ancora poche informazioni, in serata c'è stato un grosso attacco missilistico dell'Iran contro Israele e un attentato a Tel Aviv

Un mezzo militare israeliano fotografato alla frontiera fra Israele e Libano la sera di lunedì 30 settembre (AP Photo/Baz Ratner)
Un mezzo militare israeliano fotografato alla frontiera fra Israele e Libano la sera di lunedì 30 settembre (AP Photo/Baz Ratner)
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Nella notte tra lunedì e martedì Israele ha avviato un’operazione di terra contro Hezbollah invadendo un pezzo del sud del Libano, dove si ritiene che negli anni il gruppo politico militare libanese abbia messo in piedi diverse postazioni militari. Era dal 2006, cioè dall’ultima guerra combattuta fra Israele ed Hezbollah in Libano, che le forze israeliane non occupavano un pezzo di territorio libanese. Martedì sera il ministero della Salute libanese ha detto che a causa degli attacchi israeliani sono morte 55 persone e 156 sono state ferite. Nel corso della giornata sono avvenute diverse altre cose con pochi precedenti, anche se per ora è difficile individuare con certezza legami di causa ed effetto con l’invasione israeliana in Libano.

– Leggi anche: Il liveblog del Post sul primo giorno di invasione israeliana in Libano

Lunedì sera l’Iran ha lanciato decine di missili verso il territorio israeliano, in un attacco simile a quello compiuto ad aprile: anche stavolta, come ad aprile, buona parte dei missili è stata intercettata dai sistemi difensivi israeliani. Al momento la protezione civile israeliana ha detto che l’attacco missilistico ha causato soltanto due feriti. Più o meno in contemporanea all’attacco missilistico c’è stato un grosso attentato a Tel Aviv, nel quartiere di Giaffa: due uomini hanno attaccato un gruppo di persone a una fermata del tram con un fucile automatico e un coltello, uccidendo sei persone e ferendone 10. Poco dopo sono stati uccisi dalle forze israeliane.

Nelle ore successive all’invasione, Israele ha cercato più volte di ridimensionare la sua operazione in territorio libanese.

Il portavoce delle forze armate israeliane, Daniel Hagari, l’ha definita una operazione «limitata, localizzata e mirata», aggiungendo di preferire la parola «raid». Nel pomeriggio lo stesso Hagari ha precisato che l’esercito israeliano si trova in territorio libanese ma che non sta combattendo «faccia a faccia» con Hezbollah, e che comunque l’obiettivo non è quello di occupare in maniera stabile il sud del Libano. A giudicare dalle sue parole, è possibile che l’obiettivo di Israele sia quello di smantellare le postazioni militari di Hezbollah vicino al confine, cioè la linea di demarcazione detta Blue Line.

Al momento non sappiamo esattamente quali siano le intenzioni di Israele e quanto siano avanzate le forze israeliane in territorio libanese. Sappiamo soltanto che le operazioni si stanno concentrando in una zona di confine nell’estremo nord del paese, vicino alla cittadina di Metula, e che il portavoce dell’esercito israeliano in lingua araba ha chiesto alla popolazione libanese di non andare a sud del fiume Leonte, che scorre da est a ovest non lontano dal confine con Israele.

Nel pomeriggio Israele ha continuato a bombardare Beirut, la capitale del Libano, colpendo alcune zone residenziali della città. Le forze armate israeliane hanno detto che in un bombardamento di oggi è stato ucciso un comandante di Hezbollah di nome Ja’far Qasir, che per il gruppo sembra si occupasse soprattutto di reperire finanziamenti. Hezbollah non ha commentato la notizia.

Un edificio colpito da un bombardamento israeliano a Beirut, primo ottobre 2024 (AP Photo/Hassan Ammar)

Verso le 19:30 ora locale (le 18:30 italiane) in Israele sono arrivate decine di missili lanciati poco prima dall’Iran. L’attacco era stato ipotizzato nel pomeriggio, ma a differenza di quello compiuto ad aprile i missili iraniani sono arrivati in Israele molto più rapidamente. Per tutta la durata dell’attacco sui social network sono circolate foto e video piuttosto impressionanti delle traiettorie e delle esplosioni causate dai missili iraniani (e da quelli israeliani impiegati nei sistemi di difesa antiaerea).

Sembra che rispetto all’attacco di aprile diversi missili siano riusciti ad atterrare in territorio israeliano. Al momento però, secondo l’equivalente israeliano della protezione civile, l’attacco missilistico ha causato la morte di un uomo palestinese in Cisgiordania e due feriti a Tel Aviv. È possibile che durante un attacco così massiccio le difese israeliane si siano concentrate sull’abbattere i missili diretti verso le zone abitate, e abbiano lasciato cadere quelli diretti su zone non abitate o desertiche.

Alcuni missili israeliani fotografati nel nord di Israele (AP Photo/Leo Correa)

Pochi minuti prima dell’attacco missilistico c’è stato anche un grosso attentato a Tel Aviv. Due uomini sono scesi alla fermata di un tram nel quartiere di Jaffa, uno di loro ha sparato a un gruppo di persone con un fucile automatico e l’altro le ha aggredite con un coltello. 6 sono state uccise, altre 10 sono state ferite. I due attentatori sono stati uccisi poco dopo dalle forze di sicurezza israeliane.

Quello di lunedì sera è stato uno dei peggiori attentati avvenuti negli ultimi anni a Tel Aviv, una città in cui di solito gli scontri e le violenze sono inferiori rispetto ad altre zone del paese. L’ultimo attentato paragonabile avvenne nel giugno del 2016, quando due uomini spararono contro un gruppo di persone nel mercato coperto di Sarona, non lontano dal centro della città.