L’inchiesta sul tifo organizzato di Inter e Milan, in ordine
Sono stati arrestati alcuni dei membri più importanti delle due tifoserie, che avrebbero avuto rapporti diretti con le rispettive società
Lunedì il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano Domenico Santoro ha ordinato la custodia cautelare in carcere di 16 persone e per altre 3 gli arresti domiciliari in una vasta inchiesta sulle tifoserie organizzate delle due squadre di calcio principali della città, Inter e Milan. Sono indagate circa 40 persone per associazione a delinquere, estorsione e vari altri reati. Per alcuni membri della curva dell’Inter il reato contestato di associazione a delinquere è aggravato dal metodo mafioso.
È un’inchiesta di cui si sta parlando molto perché ha diversi elementi eccezionali. Raramente un’indagine giudiziaria sugli ultras (come viene chiamato chi fa parte del tifo organizzato) riguarda contemporaneamente così tanti esponenti di spicco delle tifoserie, e altrettanto raramente emergono informazioni così dettagliate su presunti rapporti diretti tra le tifoserie e le società di calcio, o sui modi con cui gli ultras gestirebbero affari illeciti legati agli stadi.
Le ordinanze di custodia cautelare con cui sono stati disposti gli arresti – il cui contenuto è stato riferito da diversi giornali e agenzie di stampa – contenevano per esempio intercettazioni telefoniche in cui un capo degli ultras dell’Inter parla direttamente con l’allenatore Simone Inzaghi per fargli pressioni, e altre da cui emergono almeno due incontri tra ultras e calciatori di Inter e Milan (i cui obiettivi non sono del tutto chiari). Società, calciatori e allenatori in ogni caso non sono coinvolti nelle indagini.
Nelle ordinanze ci sono, tra le altre cose, testimonianze di come gli ultras otterrebbero illecitamente i biglietti per le partite per poi rivenderli a prezzi molto maggiorati, di come gestirebbero illecitamente i parcheggi dello stadio San Siro (in cui giocano Inter e Milan) e la vendita di bibite al suo interno, e di come chiederebbero il pizzo ai venditori ambulanti di panini all’esterno. Uno degli indagati è il consigliere regionale lombardo Manfredi Palmeri, accusato di corruzione perché avrebbe accettato favori per affidare la gestione dei parcheggi di San Siro durante la stagione dei concerti del 2024 all’imprenditore Gherardo Zaccagni (che è una delle tre persone agli arresti domiciliari).
La questione più grossa emersa finora dall’inchiesta riguarda alcuni dei più influenti ultras dell’Inter. Tra le persone arrestate ci sono infatti Marco Ferdico e Renato Bosetti, considerati tra i capi della curva, fino a poco tempo fa insieme ad Andrea Beretta e Antonio Bellocco: alcune settimane fa Bellocco, che era membro di una delle più potenti cosche della ’ndrangheta, era stato ucciso proprio da Beretta, attualmente in carcere.
Ferdico è la persona che secondo un’intercettazione avrebbe fatto pressioni direttamente sull’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, spingendolo a fare da tramite con la società per chiedere un numero maggiore di biglietti per la finale di Champions League del 2023 (che l’Inter giocò e perse contro il Manchester City). In quella telefonata Ferdico disse a Inzaghi che l’Inter gli aveva già dato mille biglietti per la finale, ma che gliene sarebbero serviti altri 200 per ottenere il guadagno che voleva. Le pressioni sono date dal fatto che Ferdico avrebbe minacciato di far astenere la curva dal tifo durante la finale, se non avesse avuto i biglietti che chiedeva. Inzaghi gli rispose che avrebbe parlato con la dirigenza, facendo il nome di Riccardo Ferri (club manager), Javier Zanetti (vicepresidente) e Beppe Marotta (allora amministratore delegato, oggi presidente). Alla fine, a quanto si sa da un’altra intercettazione, a Ferdico sarebbero stati dati dall’Inter 1.500 biglietti.
Il giudice per le indagini preliminari, che ha ordinato gli arresti, ha scritto che l’Inter è in una «situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord [cioè la curva dell’Inter, ndr]» e per questo finisce per agevolarli anche se non vorrebbe. Un altro elemento citato a testimonianza di questa sudditanza è un incontro che i capi della curva avrebbero preteso e ottenuto con il difensore Milan Skriniar prima che se ne andasse dall’Inter, per chiedergli spiegazioni (oggi Skriniar gioca nel Paris Saint-Germain).
Sempre dalle intercettazioni emerge anche una collaborazione tra le curve dell’Inter e del Milan, che comprenderebbe un patto per spartirsi i biglietti della finale di Champions League del 2023, fatto già prima della semifinale che le due squadre avrebbero dovuto giocare l’una contro l’altra: in sostanza, quando si seppe che Milan e Inter avrebbero giocato in semifinale le due curve si sarebbero accordate per fare in modo che anche quella della squadra perdente (che poi fu il Milan) potesse avere una parte dei biglietti che sarebbero andati alla finalista, per poterli poi rivendere.
Nella curva del Milan invece è stato arrestato Luca Lucci, capo ultras già condannato per alcuni reati che divenne piuttosto noto nel 2018 per una foto insieme al leader della Lega Matteo Salvini. Dalle intercettazioni emerge che Lucci avrebbe rapporti lavorativi con diversi noti cantanti italiani, tra cui soprattutto Fedez: un fatto a cui in queste ore è stato dato un certo risalto, anche se non ha a che fare direttamente con le indagini (e lo stesso Fedez non è in alcun modo coinvolto nell’inchiesta). Secondo le indagini, nel febbraio del 2023 Lucci avrebbe incontrato il capitano del Milan, Davide Calabria, anche se non è chiaro il motivo dell’incontro. Oltre a Lucci, tra i membri della curva del Milan è stato arrestato anche Christian Rosiello, che da qualche tempo lavora come bodyguard dello stesso Fedez.
Anche se Inter e Milan non sono coinvolte nelle indagini e non gli sono contestati reati, la procura di Milano ha aperto nei loro confronti un “procedimento di prevenzione”, che serve a far decidere a un tribunale eventuali misure preventive per evitare che vengano commessi reati da parte di altri soggetti considerati pericolosi (cioè in questo caso gli ultras): in questo procedimento le due squadre dovranno dimostrare di prendere adeguate misure per evitare che le tifoserie organizzate commettano reati, soprattutto sulla vendita dei biglietti.
Giocatori, allenatori e dirigenti invece possono essere puniti per i loro rapporti con gli ultras in base al codice della giustizia sportiva, che all’articolo 25 vieta ai tesserati delle squadre «di avere interlocuzioni con i sostenitori o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana».
Le sanzioni previste per questo tipo di violazione sono multe, squalifiche di alcune giornate per i giocatori e sospensioni per i dirigenti. Nel caso degli incontri e delle telefonate intercettate tra gli ultras e i membri di Inter e Milan si dovrà valutare il tono delle conversazioni, la volontarietà degli incontri e se ci siano state intimidazioni. La procura della FIGC, la federazione calcistica italiana, ha chiesto gli atti alla procura di Milano per svolgere una sua indagine.