Una cosa di “Megalopolis” che si vede solo in poche proiezioni
A Cannes e ora in alcune sale nordamericane dei tizi sono ingaggiati per andare fisicamente davanti allo schermo a dialogare con Adam Driver, ma normalmente non succede
Quando Megalopolis, l’ultimo e attesissimo film del celebre regista statunitense Francis Ford Coppola, è stato proiettato in anteprima al Festival di Cannes lo scorso maggio, i critici presenti in sala sono rimasti sorpresi da un meccanismo narrativo piuttosto singolare: più o meno verso la metà del film, un uomo è salito fisicamente sul palco per fare una domanda a Cesar Catilina, il personaggio interpretato da Adam Driver.
In quell’occasione, il giornalista di Deadline Damon Wise aveva definito la trovata di Coppola un espediente «molto audace» che «abbatte la quarta parete [quella che divide simbolicamente gli attori e gli spettatori, ndr] in modi che i registi più giovani possono solo sognare». Altri critici l’avevano invece criticata, reputandola pacchiana, eccessiva e pretenziosa.
Questa soluzione non sarà replicata in tutti i cinema in cui Megalopolis sarà proiettato: nella stragrande maggioranza dei casi la scena è stata tagliata, anche perché si trattava di un segmento pensato soprattutto per le anteprime e per le proiezioni con la stampa. Per esempio, dice l’ufficio stampa che si occupa della promozione del film, non sarà presente durante le proiezioni italiane, che cominceranno dal 16 ottobre. È stata però già riproposta in alcune sale nordamericane, dove il film è uscito questo weekend, con attori (in tutti i casi non professionisti) assunti per questo specifico compito.
A differenza di quanto accaduto a Cannes, durante le proiezioni gli attori non devono pronunciare la domanda dal vivo, ma soltanto mimarla in playback seguendo una base preregistrata. Il testo della domanda è questo:
Signor Catalina, ha detto che quando saltiamo nel futuro, dovremmo farlo senza paura. Ma cosa succederebbe se nel futuro ci fosse qualcosa di cui avere paura?
Una delle persone scelte per il compito è stato Alex Rose, che la scorsa settimana ha interpretato questo ruolo durante due proiezioni in un cinema di Montreal, nello stato canadese del Quebec. Intervistato da Vulture, Rose ha raccontato di essere stato contattato via mail da Touchwood PR, la società che sta curando la promozione del film in Canada, e di avere accettato il ruolo «perché sembrava un’esperienza unica».
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Una settimana prima della proiezione, che è avvenuta lunedì scorso, Rose ha ricevuto un PDF con delle «istruzioni piuttosto dettagliate», come l’orario a cui presentarsi al cinema, le movenze da assumere sul palco, gli oggetti da procurarsi (un taccuino e una penna) e le accortezze da adottare per evitare spiacevoli inconvenienti, come per esempio mettere una mano sul microfono in caso di riverbero.
Rose ha detto di non aver ricevuto alcun compenso per il suo piccolo ruolo, e che per interpretarlo non sono necessarie delle vere e proprie doti attoriali. «Tutto ciò che ho fatto è stato andare al cinema, cercare un membro dello staff e chiedergli: “Ehi, ho bisogno che il responsabile mi dia un microfono”. Sono stati piuttosto distaccati a riguardo: penso che la maggior parte delle persone che lavoravano nel cinema non avesse idea che si dovesse fare questa cosa».
Per facilitarsi il lavoro, Rose ha scritto il testo della domanda su un taccuino, in maniera tale da “mimarla” nella maniera più naturale possibile. Rose però lo ha fatto per assecondare un suo scrupolo personale, dato che «dal modo in cui sei posizionato rispetto al pubblico, le persone non riescono a vedere per davvero la tua bocca».
In una prima fase, questo segmento si sarebbe dovuto svolgere in maniera diversa. In un’intervista data al Telegraph, Coppola ha raccontato che inizialmente il personaggio di Driver avrebbe dovuto rispondere a delle domande personalizzate poste dagli attori, sfruttando un software di intelligenza artificiale simile a quello di Alexa, l’assistente vocale di Amazon, ma poi ha cambiato idea in seguito al licenziamento di una parte delle persone coinvolte nella realizzazione del film.
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Megalopolis è il 26esimo film di Coppola, e omaggia fin dal titolo Metropolis di Fritz Lang. Racconta lo scontro tra due prospettive: quella progressista di Cesar (Adam Driver), un estroso architetto che ha in mente un piano avveniristico per rilanciare la città di New York, devastata da una catastrofe anni prima, e quella conservatrice del sindaco Frank Cicero (Giancarlo Esposito), che invece vorrebbe ricostruire la città con metodi più tradizionali. Coppola ha detto di avere concepito Megalopolis come una specie di versione futuristica della Congiura di Catilina, con il sindaco di New York nella parte di Cicerone.
È un film a cui Coppola tiene moltissimo: i 120 milioni di dollari del budget li ha investiti lui stesso, in uno degli autofinanziamenti più sorprendenti e audaci della storia del cinema. Praticamente tutte le recensioni dedicate a Megalopolis uscite finora, a prescindere dal fatto che esprimessero giudizi positivi o negativi, hanno sottolineato quanto Coppola abbia voluto esagerare nel realizzare un film estremamente ambizioso e personale, totalmente diverso dal resto della sua produzione.
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