I sessant’anni di Monica Bellucci

Foto e video che ricordano perché è considerata il simbolo della bellezza mediterranea e dell'eleganza italiana nel mondo, ancora oggi

Monica Bellucci alla Mostra del cinema di Venezia, 28 agosto 2024 (REUTERS/Yara Nardi)
Monica Bellucci alla Mostra del cinema di Venezia, 28 agosto 2024 (REUTERS/Yara Nardi)

Qualche anno fa, in un’intervista a Variety, parlando del suo rapporto con la bellezza e l’invecchiamento, l’attrice italiana Monica Bellucci aveva scherzosamente fatto notare come dopo i quarant’anni alle donne venissero proposti solo ruoli da streghe. Per il suo sessantesimo compleanno, il 30 settembre, Bellucci è effettivamente nei cinema di tutto il mondo con Beetlejuice Beetlejuice, dove interpreta Delores, una zombie mangia-anime dall’aspetto stregonesco.

Nell’intervista però Bellucci stava certamente un po’ esagerando, visto che quando ha interpretato la seducente “Bond girl” Lucia Sciarra nel film Spectre aveva superato i cinquant’anni, e in generale non ha mai smesso di essere considerata la rappresentazione per eccellenza della bellezza femminile italiana, estremamente sensuale e al contempo elegante, nel mondo. Per la quantità di film girati, in Italia e all’estero, è probabilmente anche l’attrice italiana della sua generazione più conosciuta a livello internazionale.

Nata a Città di Castello, in provincia di Perugia, iniziò a lavorare come modella in Italia e in Francia alla fine degli anni Ottanta, per pagarsi gli studi. Poco dopo fece il suo esordio televisivo nella miniserie Vita coi figli e poi al cinema come protagonista nel film La riffa, dove interpretava il ruolo di una giovane vedova. Nel 1992 fece la parte di una vampira nel film britannico di Francis Ford Coppola Dracula di Bram Stoker, uno dei ruoli che ricorda ancora oggi come più determinanti nella sua carriera; e nel 1996 fu candidata ai Premi César per il suo ruolo nel film francese L’appartamento.

Una scena del film L’appartamento

In quest’ultimo film conobbe l’attore Vincent Cassel con cui poi si sposò ed ebbe due figlie (una delle quali, Deva, ha da poco a sua volta esordito come attrice). Con Cassel interpretò altri due film a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila che furono contemporaneamente criticati ed elogiati per le crude scene di violenza: Dobermann, in cui Bellucci è una donna sordomuta, e Irréversible, che fece discutere per una lunga scena di stupro in cui interpretava la vittima.

La fama di Bellucci diventò veramente internazionale nel 2000 grazie al ruolo da protagonista in Malèna di Giuseppe Tornatore, in cui interpretava una donna connotata soprattutto dalla sua bellezza, che cade in disgrazia dopo la Seconda guerra mondiale. Nello stesso anno recitò in Under Suspicion di Stephen Hopkins, che fu presentato in concorso a Cannes.

Dal 2002 in poi cominciò a lavorare più di frequente anche negli Stati Uniti, dove la rivista Maxim la mise al nono posto nella lista delle 100 donne più sexy del mondo. Recitò in film come L’ultima alba, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions, La passione di Cristo di Mel Gibson e Lei mi odia di Spike Lee. Nondimeno continuò a fare film in Italia, con registi da Gabriele Muccino a Paolo Virzì, da Marco Tullio Giordana ad Alice Rohrwacher. Fece scalpore, nel 2007, la scena di sesso nel film Manuale d’amore 2 tra Bellucci, che interpretava una fisioterapista, e Riccardo Scamarcio, un giovane in sedia a rotelle.

Dai primi anni Duemila è diventata anche testimonial di marchi di moda di lusso come Dolce&Gabbana, a cui piace evocare nelle sue pubblicità scene della tradizione del sud Italia, e Dior. Si è in generale fatta apprezzare anche per la sua attenzione alla moda e lo stile elegante e tipicamente italiano, quasi d’altri tempi, con abiti lunghi, dai tagli classici e molto scollati.

Nella sua lunga carriera Bellucci ha comunque recitato un po’ dappertutto, in film indipendenti così come in film più commerciali, ma quasi sempre in ruoli drammatici, con poche eccezioni (uno recente è quello in Mafia Mamma del 2023). Quando le viene chiesto come mai, risponde che non lo sa: «forse perché sono mora?». Nel 2017 divenne membro dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (l’organizzazione composta da migliaia di professionisti del cinema che assegna gli Oscar) e fu la prima italiana madrina del Festival di Cannes.

Nel frattempo dal 2013 era stata molto chiacchierata per la separazione da Cassel, con cui costituiva da anni una delle coppie più famose del mondo del cinema europeo. Dopo alcuni anni con l’artista Nicolas Lefebvre e un periodo da single, l’anno scorso, è comparsa sul red carpet della Festa del cinema di Roma a sorpresa per mano col regista statunitense Tim Burton, che conosceva da tempo e con cui è da poco stata anche al Festival di Venezia. In quell’occasione, in cui Bellucci era nel cast sia di Diabolik – Chi sei? che del docufilm Maria Callas: lettere e memorie, raccontò come le cose stessero cambiando nel cinema rispetto a quando «non era permesso invecchiare» e disse di avere «ancora molto da imparare come attrice».