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  • Lunedì 30 settembre 2024

In Austria ha vinto l’estrema destra

Alle elezioni parlamentari il Partito della Libertà ha ottenuto il maggior numero di voti, ma formare un governo sarà lungo e complicato

Herbert Kickl, leader del Partito della Libertà, festeggia il risultato delle elezioni (AP Photo/Andreea Alexandru)
Herbert Kickl, leader del Partito della Libertà, festeggia il risultato delle elezioni (AP Photo/Andreea Alexandru)

In Austria il Partito della Libertà (FPÖ), di estrema destra, ha vinto le elezioni per il rinnovo della camera bassa del parlamento con il 29,2 per cento dei voti: al di sopra di quanto indicavano i sondaggi e quasi raddoppiando i risultati delle elezioni del 2019. «È la prima volta dalla Seconda guerra mondiale» scrive Politico «che un partito radicato nell’ideologia nazista ha prevalso in una votazione nazionale». Sembra comunque difficile che l’FPÖ riesca a formare un governo poiché nessun altro partito, durante la campagna elettorale, si è detto disponibile a entrare in una coalizione con l’estrema destra.

Alle elezioni il Partito Popolare (ÖVP, di centrodestra, che negli ultimi cinque anni ha governato il paese insieme ai Verdi) è arrivato al secondo posto con il 26,5 per cento dei voti, perdendo l’11 per cento rispetto al 2019, mentre il Partito Socialdemocratico (SPÖ, di centrosinistra, che nel corso dell’ultimo mandato è stato all’opposizione) è il terzo partito più votato, con il 21 per cento. Al quarto posto sono arrivati i Liberali di NEOS (con il 9 per cento) e al quinto i Verdi (8 per cento). Non hanno invece superato la soglia di sbarramento del 4 per cento alcuni piccoli partiti come il Partito Comunista austriaco (KPÖ). L’affluenza è stata alta e ha superato il 70 per cento degli aventi diritto.

«I risultati di oggi non avrebbero potuto essere più chiari», ha detto Herbert Kickl, leader della FPÖ, insistendo sul fatto che il suo partito dovrebbe guidare il prossimo governo. La Costituzione austriaca attribuisce la decisione finale sulle nomine dei ministri e del cancelliere al presidente. Alexander Van der Bellen, ex leader dei Verdi e presidente dal 2017, ha già detto che non vorrebbe nominare primo ministro Kickl a causa delle sue posizioni euroscettiche e filorusse. Tuttavia, sarà difficile per Van der Bellen ignorare i risultati delle elezioni: l’FPÖ potrebbe dunque avere la possibilità di costruire un’alleanza con il centrodestra se Kickl rinunciasse a ricoprire ruoli importanti nel prossimo governo. L’FPÖ è già stata al governo come un alleato di minoranza negli esecutivi guidati dalla SPÖ negli anni Ottanta e dalla ÖVP all’inizio degli anni Duemila.

Un’altra possibilità per la formazione di un governo è che la ÖVP riesca ad allearsi con i socialdemocratici e NEOS, costruendo dunque un’alternativa per evitare che l’FPÖ ottenga la guida del governo: ÖVP e SPÖ insieme otterrebbero 93 seggi, uno in più rispetto alla maggioranza richiesta alla camera bassa. Il rischio è però che tale coalizione sia fragile e dunque instabile, viste le distanze di posizione tra centrodestra e centrosinistra, e che restando altri cinque anni all’opposizione, l’FPÖ possa finire per rafforzarsi ottenendo una vittoria ancora più ampia in futuro. Il processo per formare un nuovo governo potrebbe dunque essere lungo.

L’FPÖ è uno dei più vecchi partiti di estrema destra europei: venne fondato nel 1956 e il primo presidente fu Anton Reinthaller, ex membro del partito nazista e ufficiale delle SS. A partire dagli anni Ottanta l’FPÖ cominciò ad assumere posizioni estremiste, euroscettiche e molto ostili all’immigrazione, in modo simile ad altri partiti europei che stavano cominciando ad avere successo in quel periodo, come il Front National in Francia (che oggi si chiama Rassemblement National) e la Lega Nord in Italia. Ottenne i primi successi elettorali alla fine degli anni Novanta entrando in crisi quando il presidente Heinz-Christian Strache si dimise dopo la pubblicazione di una conversazione imbarazzante su appalti e altri favori da fare alla Russia. Alle elezioni del 2019 il partito ottenne il 16 per cento dei voti.

Negli anni successivi però l’FPÖ è riuscito a ricostruirsi aumentando negli ultimi anni i propri consensi puntando su una retorica aggressiva nei confronti delle persone migranti (in particolare quelle di religione musulmana) e sulla crescente sfiducia dei cittadini austriaci verso i partiti tradizionali.

Kickl è considerato un politico estremista anche per gli standard del suo partito. Tra le altre cose sostiene la necessità di sospendere il diritto d’asilo in Austria, è favorevole a una politica di «Remigration» (la «remigrazione», termine usato dai partiti di estrema destra per riferirsi all’espulsione di massa di migranti e stranieri), ed è un grande ammiratore del primo ministro ungherese Viktor Orbán, con il quale ha fondato un nuovo gruppo di estrema destra al Parlamento Europeo, Patrioti per l’Europa. Si descrive come «cancelliere del popolo», Volkskanzler, utilizzando consapevolmente un termine coniato per la prima volta da Adolf Hitler.