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  • Domenica 29 settembre 2024

In Austria si vota per rinnovare il parlamento

I seggi resteranno aperti fino alle 17: per la prima volta potrebbe vincere l'estrema destra

Un uomo passa accanto ad alcuni manifesti elettorali del Partito Popolare, a Vienna (AP/Andreea Alexandru)
Un uomo passa accanto ad alcuni manifesti elettorali del Partito Popolare, a Vienna (AP/Andreea Alexandru)
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Domenica in Austria si vota per rinnovare la camera bassa del parlamento, il Consiglio nazionale (l’Austria è una repubblica federale e il parlamento è composto dal Consiglio nazionale, eletto direttamente dagli elettori, e il Consiglio federale, i cui membri vengono eletti dalle assemblee dei nove Länder – gli stati federati – che la compongono).

Per la prima volta potrebbe vincere un partito di estrema destra, il Partito della Libertà (FPÖ), che da mesi è il primo partito nei sondaggi. Negli ultimi tre anni ha aumentato molto i propri consensi puntando su una retorica aggressiva nei confronti delle persone migranti (in particolare quelle di religione musulmana) e sulla crescente sfiducia dei cittadini austriaci verso i partiti tradizionali: il Partito Socialdemocratico (SPÖ, di centrosinistra, che nel corso dell’ultimo mandato è stato all’opposizione) e il Partito Popolare (ÖVP, di centrodestra, che negli ultimi cinque anni ha governato il paese insieme ai Verdi).

I sondaggi danno l’FPÖ attorno al 26 per cento. Anche se dovesse vincere, molto probabilmente avrà bisogno di formare una coalizione per riuscire a governare e dovrà quindi trovare degli alleati: non sarà facile, dato che tutti gli altri principali partiti hanno detto di non essere disposti a formare una coalizione con l’estrema destra (ma le cose potrebbero cambiare in base all’esito del voto).

Poco distante dall’FPÖ, secondo i sondaggi, c’è l’ÖVP dell’attuale cancelliere Karl Nehammer, con il 25 per cento; seguito dai Socialdemocratici (21 per cento), i Liberali di NEOS (12 per cento) e i Verdi (8 per cento).

Durante la campagna elettorale i candidati dei principali partiti hanno parlato soprattutto di economia, di inflazione e di costo della vita: l’Austria è uno dei paesi europei dove nel 2022 e nel 2023 l’inflazione è stata particolarmente alta. Si è parlato molto anche di immigrazione, dato che diversi partiti sostengono misure per limitare gli arrivi e ostacolare l’accoglienza dei migranti (tra cui l’FPÖ, che è apertamente ostile verso i migranti, ma anche l’ÖVP e l’SPÖ), e di sicurezza, dopo che lo scorso agosto tre concerti della cantante statunitense Taylor Swift a Vienna sono stati annullati per la minaccia di attentati terroristici.

Alle ultime elezioni, nel 2019, l’ÖVP stravinse (ottenne il 37,5 per cento dei voti) e riuscì a formare una coalizione di governo inedita per l’Austria, insieme ai Verdi, che avevano ottenuto un buon risultato (il 13,9 per cento) in un momento in cui si parlava molto di contrastare il cambiamento climatico, anche grazie alle grandi manifestazioni ambientaliste dei Fridays for Future organizzate in tutto il mondo.

Oggi però sia i Verdi che l’ÖVP sono in difficoltà: durante gli ultimi cinque anni, in cui hanno governato insieme, la loro coalizione di governo ha dovuto affrontare un periodo molto complicato nel quale si sono susseguiti la pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina, l’inflazione e nelle ultime settimane anche le disastrose alluvioni causate dalla tempesta Boris, che hanno provocato enormi danni in diverse regioni del paese. Per questo è probabile che entrambi i partiti ottengano risultati peggiori rispetto al 2019. Nonostante il calo di consensi l’ÖVP rimane un partito storicamente molto forte e radicato in Austria, e ha comunque delle possibilità di vincere le elezioni.

È possibile che alcuni partiti marginali riescano a fare eleggere dei propri rappresentanti al Consiglio nazionale: il Partito Comunista austriaco (KPÖ), che ci riuscirebbe per la prima volta dagli anni Cinquanta; e il Partito della Birra, che è stato fondato pochi anni come partito satirico e antipolitico, ma che a queste elezioni si è presentato con un programma un po’ più concreto basato sulla trasparenza, sul contrasto alla corruzione e sulla “depoliticizzazione” dell’emittente televisiva pubblica e del sistema giudiziario.

Domenica i seggi rimarranno aperti fino alle cinque di pomeriggio. Le prime proiezioni dei risultati dovrebbero arrivare poco dopo la chiusura dei seggi, mentre per avere i risultati finali ci vorrà qualche ora in più: secondo il quotidiano Der Standard, che ha citato fonti del ministero dell’Interno austriaco, potremmo dover aspettare anche fino alle 23.