Il “bonus Natale” sarà per pochi

Vuole introdurlo il governo e varrebbe 100 euro, ma secondo l'opposizione i criteri per richiederlo sono discriminatori e troppo stringenti

(ANSA/JESSICA PASQUALON)
(ANSA/JESSICA PASQUALON)
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Qualche giorno fa le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato un emendamento al decreto “Omnibus”, proposto dal governo di Giorgia Meloni, che introduce un bonus da 100 euro per alcune categorie di lavoratori. Dato che il bonus dovrebbe essere erogato con la tredicesima busta paga del 2024, quindi a dicembre, è stato rinominato dai giornali “bonus Natale”. Per finanziarlo il governo ha stanziato 100,3 milioni di euro.

Il decreto “Omnibus” è ancora in fase di esame al Senato, e quindi è possibile che il testo cambi prima dell’approvazione definitiva. L’introduzione della misura però sta già facendo discutere, soprattutto perché prevede che il bonus venga erogato a una platea ridotta di persone con caratteristiche ben precise.

Il bonus potrà essere richiesto solo da lavoratori dipendenti (quindi non autonomi né pensionati) con redditi fino a 28mila euro. Di fatto però vengono escluse anche le persone con redditi molto bassi, da meno di 8.500 euro, che non pagano l’Irpef (l’imposta sui redditi delle persone fisiche) e per questo non possono beneficiare di altre esenzioni o benefici fiscali.

Inoltre, i beneficiari devono essere sposati e con almeno un figlio fiscalmente a carico. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha spiegato in commissione che il bonus sarà richiedibile dalle famiglie monogenitoriali solo in caso di vedovanza, oppure se il figlio è stato affidato a un solo genitore o non è stato riconosciuto. Sono invece escluse dal bonus le persone separate, divorziate, le coppie omogenitoriali e le coppie “di fatto”, cioè non formalmente sposate. Secondo una stima di Federconsumatori, alla fine potrebbero beneficiare del “bonus Natale” circa un milione di nuclei famigliari, a fronte di un totale di circa 25 milioni di famiglie residenti in Italia.

Diversi esponenti di opposizione hanno criticato il bonus, definendolo una misura propagandistica e discriminatoria, mentre il viceministro Leo l’ha difesa dicendo che questa è stata proposta non per fini elettorali, ma per aiutare le persone con redditi bassi in vista del Natale.

Se fosse confermato, il “bonus Natale” sarebbe l’ennesimo bonus fiscale introdotto dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni, con il risultato che in Italia ormai i bonus sono così tanti e frammentati che persino il governo fa fatica a quantificarli e sapere quanto costano allo Stato. In tutto è stato calcolato che al momento ne esistano 625, che comporteranno un mancato gettito (cioè delle tasse non riscosse) per almeno 105 miliardi di euro.

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