L’Agenzia mondiale antidoping ha fatto ricorso contro l’assoluzione di Jannik Sinner
L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha fatto ricorso contro la sentenza che il 20 agosto aveva stabilito l’innocenza del tennista italiano Jannik Sinner in un procedimento per doping. La sentenza dello scorso agosto era stata emessa da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency, l’organizzazione responsabile della salvaguardia dell’integrità del tennis in tutto il mondo: la WADA ha detto che giovedì scorso, il 26 settembre, ha presentato appello al Tribunale arbitrale internazionale dello sport, che ha sede a Losanna, in Svizzera, e ha competenza in alcuni casi specifici su questo tipo di controversie.
La possibilità che la WADA facesse appello contro la sentenza di assoluzione nei confronti di Sinner, e che quindi quella sentenza non potesse considerarsi definitiva, era stata molto discussa negli ultimi giorni, anche per via di una certa confusione sui giornali.
Il 10 settembre era scaduto il termine di 21 giorni dalla sentenza entro i quali la WADA e la NADO (l’Agenzia antidoping italiana) avrebbero potuto presentare il ricorso: per questo diverse testate, compreso il Post, avevano scritto che la sentenza di assoluzione di Sinner era ormai definitiva. In realtà il regolamento mondiale antidoping dava alla WADA (articolo 13.2.3.5) altri 21 giorni per poter fare ricorso dal momento in cui riceve la documentazione completa sul caso: non si sa quando di preciso la WADA abbia ricevuto la documentazione, ma il 10 settembre l’agenzia aveva comunque fatto sapere di avere ancora tempo per presentare l’appello, cosa che infine ha fatto.
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