Un'area di Budapest, in Ungheria, allagata dall'acqua del Danubio, il 18 settembre 2024 (REUTERS/Marton Monus)

In Europa centrale alluvioni come quelle di settembre sono diventate più probabili

Di due volte, dice uno studio preliminare sui rapporti tra le piogge causate dalla tempesta Boris e il cambiamento climatico

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Le piogge intense che tra il 12 e il 15 settembre hanno causato esondazioni dei fiumi e grossi danni tra la Polonia e la Repubblica Ceca, in Austria e in Romania sono state eccezionali perché hanno interessato una regione molto vasta dell’Europa centrale. Un’analisi preliminare delle statistiche meteorologiche continentali indica che la probabilità che si verifichino fenomeni del genere è raddoppiata a causa del cambiamento climatico in atto.

Lo studio è stato fatto dal World Weather Attribution (WWA), un gruppo di ricerca che riunisce scienziati esperti di clima che lavorano per diversi autorevoli enti di ricerca del mondo e che collaborano – a titolo gratuito – affinché ogni volta che si verifica un evento meteorologico estremo particolarmente disastroso la comunità scientifica possa dare una risposta veloce alla domanda “c’entra il cambiamento climatico?”. Nel caso delle recenti alluvioni in Europa centrale, che hanno causato la morte di 26 persone, ci sono larghi margini di incertezza ma il gruppo di ricerca ha concluso che un ruolo del cambiamento climatico ci sia.

Il WWA, creato nel 2015 da Friederike Otto e Geert Jan van Oldenborgh, pratica quella branca della climatologia relativamente nuova che è stata chiamata “scienza dell’attribuzione”: indaga i rapporti tra il cambiamento climatico ed eventi meteorologici specifici, una cosa più complicata di quello che si potrebbe pensare. Per poter dare risposte in tempi brevi, gli studi del WWA sono pubblicati prima di essere sottoposti al processo di revisione da parte di altri scienziati competenti (peer review) che nella comunità scientifica garantisce il valore di una ricerca, ma che richiederebbe mesi o anni di attesa. Tuttavia i metodi usati dal WWA sono stati certificati come scientificamente affidabili proprio da processi di peer review e i più di 50 studi di attribuzione che ha realizzato finora sono poi stati sottoposti alla stessa verifica e pubblicati su riviste scientifiche senza grosse modifiche.

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Le alluvioni di metà settembre in Europa centrale sono state causate dalla tempesta Boris che poi ha provocato esondazioni anche in alcune zone della Romagna e dell’Emilia orientale. Le misurazioni della quantità di acqua piovuta in un giorno nel corso del fenomeno hanno fatto registrare dei record in varie località. Per verificare se fosse possibile ricondurre il fenomeno al cambiamento climatico causato dalle attività umane gli scienziati del WWA hanno confrontato le misure delle precipitazioni dei giorni in cui complessivamente è piovuto di più, quelli tra il 12 e il 15 settembre, con le statistiche sulle precipitazioni massime annuali su archi di quattro giorni.

Hanno anche utilizzato le simulazioni climatiche, cioè programmi simili a quelli usati per le previsioni del tempo che mostrano quali eventi meteorologici potrebbero verificarsi in diversi scenari climatici futuri.

Le conclusioni dello studio dicono che il cambiamento climatico non ha reso più probabili tempeste con caratteristiche generali analoghe a quelle di Boris (che sono piuttosto rare e di cui questa è stata la più intensa mai registrata), ma che in generale quattro giorni consecutivi piovosi come quelli che ci sono stati sono diventati più probabili in Europa centrale rispetto all’epoca preindustriale. Hanno anche stimato che la quantità di pioggia di tali eventi sia aumentata del 10 per cento, da allora. Secondo i modelli climatici basati su un ulteriore aumento delle temperature medie globali, di 2 °C rispetto all’epoca preindustriale invece che degli attuali 1,3 °C, in futuro sia la probabilità che l’intensità di questi eventi aumenterà ancora.

Lo studio ricorda che comunque i danni delle alluvioni recenti sono dovuti anche allo scarso adattamento delle infrastrutture fluviali a eventi meteorologici estremi rispetto alle statistiche storiche. Tuttavia è stato anche osservato che rispetto a grandi alluvioni passate la situazione di emergenza probabilmente è stata gestita meglio: nel 2002 morirono 232 persone quando vaste aree dell’Austria, della Germania, della Repubblica Ceca, della Romania, della Slovacchia e dell’Ungheria furono interessate da un’alluvione, e nel 1997 ci furono almeno 100 morti per un’alluvione più ridotta in Germania, Polonia e Repubblica Ceca. Ancora nel luglio del 2021, la grande alluvione in Germania e Belgio causò la morte di più di 200 persone.

In generale, la climatologia ha mostrato che il riscaldamento globale ha reso e renderà più frequenti le alluvioni, ma questo non vale per tutte le parti del mondo. In altre zone si prevede invece un aumento della frequenza di altri fenomeni meteorologici estremi, come le siccità. In certe parti del mondo inoltre è prevista una più alta frequenza di alluvioni in una specifica stagione dell’anno e meno precipitazioni nelle altre: l’Italia ad esempio ha un territorio morfologicamente complesso e diverso nelle sue parti, per cui le conseguenze del riscaldamento globale potrebbero essere diverse da regione a regione.

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