La Norvegia ha emesso un mandato di arresto internazionale nei confronti di un uomo potenzialmente legato ai dispositivi esplosi in Libano

Walkie talkie distrutti nelle esplosioni del 18 settembre (AP Photo)
Walkie talkie distrutti nelle esplosioni del 18 settembre (AP Photo)

Giovedì la polizia della Norvegia ha emesso un mandato di arresto internazionale nei confronti di Rinson Jose, un uomo norvegese-indiano di 39 anni scomparso la settimana scorsa durante un viaggio negli Stati Uniti. Jose è il fondatore di un’azienda con sede in Bulgaria che si sospetta sia stata coinvolta nella produzione dei dispositivi elettrici che la settimana scorsa sono stati fatti esplodere in Libano, uccidendo almeno 39 persone e ferendone più di 3mila.

Dopo le esplosioni del 18 settembre, Reuters aveva rintracciato Jose e aveva provato a fargli domande sull’azienda: l’agenzia di stampa dice che lui ha riattaccato subito il telefono, e da allora non ha più risposto né a chiamate né a messaggi: al momento è considerato una persona scomparsa.

Da giorni è in corso un’indagine internazionale per cercare di ricostruire in che modo migliaia di cercapersone e walkie-talkie siano stati manomessi in modo da essere fatti esplodere tutti insieme a distanza, e anche come siano arrivati in Libano. L’ipotesi più concreta, sostenuta da fonti di intelligence statunitensi e dalle autorità libanesi, è che i cercapersone fossero stati alterati prima della distribuzione per inserirvi all’interno piccole quantità di esplosivo. È possibile che la stessa tecnica sia stata usata anche con i walkie-talkie. Le indagini si stanno quindi concentrando sulla provenienza dei dispositivi per capire come sia avvenuta la manomissione.