Un giovane ciclista italiano su cui ci sono molte aspettative
Lorenzo Mark Finn, 17 anni, è diventato il primo italiano a vincere i Mondiali Juniores dal 2007, dopo una fuga solitaria sotto la pioggia
Giovedì 26 settembre il diciassettenne ciclista italiano Lorenzo Mark Finn ha vinto la prova in linea dei Mondiali di ciclismo nella categoria Juniores, quella in cui gareggiano i corridori che compiono 17 o 18 anni nell’anno solare. È la prima medaglia d’oro per l’Italia a questi Mondiali di ciclismo, dopo l’argento e il bronzo nella prova a cronometro open di Filippo Ganna e Edoardo Affini e il bronzo nella staffetta mista; soprattutto però era dal 2007 che l’Italia non vinceva i Mondiali Juniores (quell’anno ci riuscì Diego Ulissi). Con questa gara Finn ha concluso un’annata positiva, in cui ha dimostrato di essere un ciclista molto promettente. In questi Mondiali, che si stanno correndo in Svizzera nella zona di Zurigo, era già arrivato settimo nella prova a cronometro.
Nella prova in linea ha vinto in maniera netta ed entusiasmante, attaccando per la prima volta a 60 chilometri dall’arrivo e correndo gli ultimi 21 chilometri da solo, sotto la pioggia, dopo aver staccato i tre ciclisti che erano riusciti ad andare in fuga con lui. Il secondo classificato ha finito con 2 minuti e 5 secondi di distacco, il terzo addirittura 3 minuti e 6 secondi. Non sempre chi ha vinto i Mondiali Juniores ha poi avuto una carriera di alto livello tra gli adulti, ma tra i vincitori della competizione passata ci sono ciclisti oggi tra i migliori al mondo come il nederlandese Mathieu van der Poel (nel 2013) e il belga Remco Evenepoel (nel 2018).
Finn è nato nel dicembre 2006 e vive a Genova, dove frequenta il liceo scientifico; entrambi i suoi genitori sono ingegneri (la madre è italiana, il padre inglese). Ha cominciato con il ciclismo cinque anni fa, ma i primi risultati importanti li ha ottenuti solamente nel 2023, nella prima stagione da Juniores, quando ha vinto diverse gare spesso dopo lunghe fughe solitarie, facendo vedere di essere già un corridore molto completo, forte in salita, in discesa e a cronometro.
I successi dello scorso anno gli hanno consentito di entrare nell’Auto Eder, la squadra di sviluppo (cioè una specie di sezione giovanile) della Red Bull-Bora-Hansgrohe, tra le principali squadre del World Tour (è quella per cui corre per esempio lo sloveno Primož Roglič). Con l’Auto Eder, Finn ha firmato un accordo per correre un anno da Juniores (quello che si sta per concludere) e due da Under 23, l’ultima categoria giovanile prima di passare tra i professionisti.
Prima dei Mondiali di Zurigo, nel 2024 Finn aveva ottenuto altri ottimi risultati: tra le altre cose aveva vinto i campionati italiani Juniores sia in linea sia a cronometro, e poi la classifica generale dell’Aubel-Thimister-Stavelot (una corsa a tappe belga), la cronometro della Versilia, le cronosquadre dell’Eroica e del GP Valli del Soligo; è arrivato inoltre secondo nella classifica generale del Giro della Lunigiana, probabilmente la più prestigiosa corsa a tappe Juniores, e terzo nell’Ain Bugey Valromey Tour, una corsa a tappe francese.
Questi risultati hanno aumentato molto le aspettative che gli appassionati e gli esperti di ciclismo italiani hanno su di lui, anche perché sono diversi anni che l’Italia non ha un ciclista competitivo nelle grandi corse a tappe: l’ultimo a vincerne una fu Vincenzo Nibali al Giro d’Italia del 2016. Finn è il più giovane di una nuova generazione di ciclisti italiani considerati molto promettenti come Antonio Tiberi, Davide Piganzoli e Giulio Pellizzari (che sono tutti e tre già professionisti). Dopo la vittoria di Zurigo, parlando con la Rai Finn si è definito «un corridore da corse a tappe: vado forte in salita e mi difendo a cronometro», ma ha detto anche che percorsi movimentati (cioè con continui saliscendi) come quello di ieri gli piacciono, lasciando intendere di poter vincere anche gare di un giorno come le classiche.
Eurosport ne ha parlato come di «uno scalatore con i fiocchi che punta, un giorno, a vincere un grande giro», mentre La Gazzetta dello Sport ha scritto che «Finn corre con intelligenza, coraggio e tante gambe». La sua tendenza a essere un ciclista aggressivo, che prova ad attaccare e a vincere ogni volta che ne ha occasione, lo rende un corridore esaltante e moderno, in un periodo in cui i migliori ciclisti al mondo, come lo sloveno Tadej Pogačar, gareggiano spesso in questo modo, senza fare particolari calcoli e puntando sempre a stupire.
Finn comunque è ancora molto giovane e gli manca tempo anche solo per diventare un ciclista professionista. Sempre parlando con la Rai, lui stesso ha mostrato di non avere particolare fretta e di voler proseguire con calma il suo percorso di crescita: «Ora farò due anni da Under 23 per continuare il mio sviluppo», ha detto.