Israele dice di avere attaccato la sede centrale di Hezbollah a Beirut
Fonti citate dai giornali israeliani e internazionali sostengono che l’obiettivo fosse il leader del gruppo Hassan Nasrallah: non è chiaro se sia sopravvissuto o no
Venerdì intorno alle 17:30 (ora italiana), l’esercito israeliano ha compiuto un intenso bombardamento a Beirut, la capitale del Libano: a essere colpito è stato il quartiere periferico Dahieh, che ha una forte presenza del gruppo politico e militare libanese Hezbollah. L’esercito israeliano ha detto di aver avuto come obiettivo il quartier generale del gruppo, che si troverebbe «sotto degli edifici residenziali». Fonti citate dalla stampa israeliana e internazionale dicono che Israele voleva colpire Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah.
Secondo fonti di Reuters, Nasrallah sarebbe sopravvissuto all’attacco (non ci sono ancora conferme ufficiali). Il giornalista israeliano Barak Ravid, molto ben informato sulle vicende che riguardano Israele, ha scritto che «ci sono indicazioni» che Nasrallah si trovasse effettivamente in uno degli edifici colpiti. Nasrallah guida il gruppo dal 1992, da dopo l’uccisione del precedente leader da parte di Israele.
Il bombardamento ha distrutto numerosi edifici. Almeno due persone sono state uccise e ci sono più di 70 feriti: il numero dei morti potrebbe però salire molto, visto che la zona colpita è densamente abitata. L’esercito israeliano ha fatto una stima di circa 300 persone. Ha aggiunto che i civili che si trovano nel quartiere di Dahieh e in altri quartieri nel sud della città devono evacuare dagli edifici circostanti e allontanarsi.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che era negli Stati Uniti per parlare all’Assemblea generale dell’ONU, ha anticipato il suo ritorno in Israele (non si sa se la decisione sia legata all’attacco a Beirut). L’ambasciata iraniana in Libano ha definito il bombardamento israeliano una «pericolosa escalation che cambia le carte in tavola»: l’Iran sostiene e finanzia Hezbollah, e molte attenzioni sono rivolte ora sulla sua reazione all’ultimo attacco israeliano. In risposta al bombardamento a Beirut, la Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei, la principale figura politica e religiosa del paese, ha convocato una riunione d’emergenza del consiglio di sicurezza nazionale dell’Iran.
Israele aveva iniziato a bombardare intensamente il Libano cinque giorni fa, dopo avere fatto esplodere moltissimi dispositivi elettronici (cercapersone e walkie-talkie) in dotazione a Hezbollah, uccidendo decine di persone e ferendone migliaia.
Negli ultimi giorni Israele ha detto più volte di essere contrario a una proposta di cessate il fuoco con Hezbollah. Giovedì mattina il governo di Netanyahu aveva rifiutato la richiesta avanzata da alcuni paesi di fermare i combattimenti per 21 giorni, e nel corso della giornata aveva bombardato intensamente la valle della Beqaa, il sud del Libano e la capitale Beirut, e aveva ucciso Muhammad Hossein Sarur, comandante dell’unità aerea di Hezbollah (l’uccisione è stata confermata dal gruppo libanese in serata).
Parlando venerdì all’Assemblea generale dell’ONU, Netanyahu aveva rifiutato nuovamente le richieste di fermare i bombardamenti: aveva definito Hezbollah «l’organizzazione terroristica per eccellenza nel mondo di oggi» e aveva detto che «finché Hezbollah sceglierà la via della guerra, Israele non avrà altra scelta e avrà tutto il diritto di eliminare questa minaccia».
– Leggi anche: Cosa ha detto Benjamin Netanyahu all’ONU