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  • Venerdì 27 settembre 2024

L’India ha quasi rinunciato ai tribunali speciali per la violenza di genere

I casi di abusi sulle donne sono aumentati ma il governo di Narendra Modi ha abbassato i propri obiettivi, dando la colpa alla scarsa collaborazione degli stati

Una manifestazione a Calcutta, il 20 settembre, per chiedere giustizia per la specializzanda uccisa in un ospedale della città
Una manifestazione a Calcutta, il 20 settembre, per chiedere giustizia per la specializzanda uccisa in un ospedale della città (AP Photo/Bikas Das)
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Il governo indiano non è riuscito a mantenere gli impegni che aveva preso per velocizzare i processi giudiziari sui molti casi di abusi e violenze sessuali sulle donne. È un tema particolarmente sentito nel paese, dove nell’ultimo mese ci sono state proteste per il caso di una specializzanda violentata e uccisa nell’ospedale di Calcutta dove lavorava e, più recentemente, per quello di una donna picchiata e molestata all’interno di una stazione di polizia nello stato di Odisha.

Nel 2019 il primo ministro nazionalista Narendra Modi, tuttora al governo, promise di istituire nuovi tribunali speciali a cui affidare esclusivamente i casi di violenza di genere, per velocizzarne la valutazione: la maggioranza di questi casi, infatti, veniva e viene trattato dai tribunali statali, che però sono assai lenti e carenti di personale. L’obiettivo di Modi era che aprissero 1.023 tribunali speciali entro il marzo 2021 e 2.600 entro il 2026, grazie a finanziamenti governativi per coprire il 60 per cento delle spese.

Secondo documenti governativi ottenuti dall’agenzia Reuters, però, il governo indiano ha modificato il piano: l’obiettivo per il 2026 è stato abbassato nettamente, a 790 tribunali. Finora, sempre secondo le statistiche ufficiali, in tutto il paese se ne sono insediati 725. Per il governo questo si deve alla mancanza di giudici e alla scarsa collaborazione degli stati, soprattutto quelli governati dall’opposizione: è possibile che il partito nazionalista induista di Modi (il Bharatiya Janata Party, BJP) stia provando come in altre occasioni a strumentalizzare la questione per ragioni politiche.

In base agli ultimi dati disponibili, nel 2022 i tribunali speciali hanno effettivamente lavorato più velocemente, emettendo una sentenza di primo grado nell’83 per cento dei casi a loro assegnati. Nello stesso anno, invece, i tribunali ordinari hanno portato a termine il 56 per cento dei casi di violenza di genere.

Una manifestazione ad Allahabad, il 17 agosto

Una manifestazione ad Allahabad, il 17 agosto (Ritesh Shukla/Getty Images)

Alcuni stati hanno aderito in ritardo al programma. Per esempio il Bengala – dove a metà agosto c’è stato il femminicidio della specializzanda – lo ha fatto l’anno scorso: solo 6 dei 123 tribunali speciali previsti nel 2019 sono operativi, e il nuovo obiettivo per il 2026 è di 17, a fronte di oltre 48mila procedimenti per stupro o violenza di genere in attesa di giudizio. In questo stato il BJP è all’opposizione e aveva chiesto le dimissioni della prima ministra, Mamata Banerjee, accusandola di aver permesso la proliferazione di ambienti non sicuri per le donne. Banerjee aveva detto che era un pretesto del BJP per attaccarla.

Gli stati dell’Uttar Pradesh e del Rajasthan, dove è al potere il partito di Modi, hanno raggiunto i loro obiettivi; mentre per esempio il Maharashtra, dove il BJP fa parte della coalizione al governo, è indietro: sono in funzione 14 dei 138 tribunali previsti nel piano originario.

Durante i 10 anni di governo di Modi, sono aumentati i casi di violenza di genere. Secondo i dati del National Crime Records Bureau, in media nel 2022 sono stati denunciati 86 casi di stupro ogni giorno. In totale quell’anno le denunce di violenze di genere sono state quasi 446mila, rispetto alle 428mila del 2021. Il numero totale degli episodi è però sicuramente più alto: nella maggioranza dei casi le donne rinunciano a fare una denuncia per via dello stigma sociale ancora prevalentemente associato alle violenze sessuali per ragioni culturali e religiose.

La stessa cultura patriarcale permea la classe politica, incluso il BJP: nel corso degli anni gli stessi governi che promettevano pene più severe, o la pena di morte, per i colpevoli di stupro, hanno poi minimizzato su diversi casi di violenza di genere, soprattutto quando le donne coinvolte appartenevano alle caste inferiori della popolazione o alle minoranze religiose, e specialmente quella musulmana.

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